MEDICINA PER ANIMALI

NATURALE

Le malattie degli animali, come quelle dell'uomo, ai nostri giorni hanno perso, nella maggior parte dei casi, la loro caratteristica misteriosa; i parassitologi e i microbiologi ne hanno scoperto gli agenti responsabili e hanno individuato la catena, a volte complessa, dei ]oro vettori e intermediari.

La legislazione, diversa secondo i Paesi, obbliga ora gli allevatori ad applicare un certo numero di regole: vaccinazione, denuncia delle malattie contagiose, isolamento degli animali sospetti, eliminazione dei capi malati, disinfezione delle stalle. Queste misure sanitarie, alle quali per il nostro bene dobbiamo conformarci, hanno consentito, in qualche anno, di debellare quasi completamente un certo numero di malattie epidemiche sterminatrici, come l'afta epizootica, e di impedire la trasmissione dagli animali agli uomini di malattie molto pericolose: la rabbia e la tubercolosi, per citarne due soltanto.

Dobbiamo prendere in considerazione le malattie dei nostri animali con grande serietà e preoccupazione, tenendo sempre presente che solo i veterinari conoscono la vasta patologia animale e sono in grado di fare diagnosi precise, anche grazie ai laboratori di analisi.

Stabilito quanto sopra, possiamo anche affidarci alle piante, per preservare la salute dei nostri amici animali. Gli animali, d'altronde, conoscono per istinto il potere delle piante; tutti abbiamo constatato come cani e gatti sappiano trovare quelle che stimolano la loro salivazione, che li fanno vomitare oppure digerire, e come se ne cibino avidamente. A eccezione di alcune piante, come il cumino dei prati e il prezzemolo, nocive per alcuni animali, la maggior parte delle piante, spontanee o coltivate, di cui trattiamo è molto utile sia agli animali sia agli uomini. Le loro proprietà e la loro azione sono generalmente trasferibili dall'uomo agli animali; tuttavia, per ragioni di spazio non si è potuto indicare, per ciascuna pianta, l'uso veterinario. Abbiamo fatto una scelta fra le piante più facili da reperire o da acquistare presso gli erboristi. Per prudenza, sono escluse tutte le piante presentate nel dizionario come tossiche per l'uomo, benché alcune di esse siano utili per gli animali, come l'anagallide (Anagallis arvensis L.) o l'oleandro (Nerium oleander L.); sono escluse anche le grandi piante medicinali (belladonna, digitale, giusquiamo, ecc.), il cui impiego va riservato esclusivamente al veterinario. In campagna, il modo più semplice di conservare in buona salute gli animali, con l'aiuto della piante, è quello di assicurare loro piante fresche, che essi incontreranno nei pascoli abituali e tra le quali sanno fare una buona scelta, sbagliando molto raramente.

È opportuno assicurarsi che nelle siepi, nei cespugli e nelle colture dei giardini, siano presenti le piante più utili, salvaguardandole dalla mania distruttrice di certi giardinieri. Citiamo: l'assenzio, l'achillea, l'anice verde, l'aneto, l'aglio, il biancospino, la borragine, la consolida maggiore, la cicoria, il finocchio selvatico, l'issopo, il fieno greco, il marrubio, la melissa, il centocchio, l'origano, il rosmarino, il timo, la verbena, il tanaceto. Queste piante, ovviamente, non devono essere sottoposte a trattamenti chimici antiparassitari.

Non è sempre facile somministrare un rimedio a un animale sofferente; gatti e maiali sono tra i meno docili. Ci vuole molta pazienza e ogni forma di dura imposizione deve essere bandita. In questi trattamenti bisogna rispettare scrupolosamente le norme igieniche, come la purezza dell'acqua e la pulizia dei recipienti, oltre alle opportune modalità di preparazione e somministrazione. Generalmente, la quantità dei preparati somministrabili agli erbivori, indipendentemente dal loro peso, è più grande di quella somministrabile ai carnivori. Fresche o essiccate, le piante medicinali sono mescolate agli abituali mangimi; però, possono anche essere somministrate sotto forma di tisana o mescolate con crusca, melassa, miele, carne. Si dosano abitualmente: a pugni (45 g circa); a cucchiai da tavola (10 g) o da caffè (3 g); talvolta a pizzichi (2 g); infine, numericamente, quando si tratta di semi o di follicoli. Salvo il caso di animali molto piccoli, la posologia non è cosi rigorosa come quella per uso umano. Tutti i rimedi per uso esterno indicati in (cura piante fiori) "Dizionario della salute" possono essere utilizzati nello stesso modo per gli animali; cosi, non si ripetono qui le ricette dei rimedi per ascessi, bruciature, malattie della pelle, emorragie, piaghe, ulcere, verruche; né quelle per le cure dei denti e della bocca, delle unghie, delle orecchie, degli occhi e dei piedi, per i bagni locali e i cataplasmi revulsivi. Una particolare attenzione si deve rivolgere ai parassiti e, in genere, agli insetti che affliggono gli animali, anche trasmettendo loro malattie che, talvolta, li uccidono. Tutte le lesioni da puntura o da grattamento, tutte le piaghe causate da finimenti, collari, filo spinato devono essere disinfettate e curate; si vedano (cura piante fiori) nel "Dizionario della salute" le voci Pelle, Piaga.

Qui di seguito si tratta di quelle piante, o sostanze ottenute dalle piante, che sono riservate alle cure veterinarie e che non si devono mai mettere a contatto con l'epidermide umana. Dapprima, si indicano i rimedi applicabili indistintamente a tutti gli animali citati, precisando che il dosaggio varia secondo il peso del soggetto da curare; poi, si dedica un piccolo capitolo a ciascun animale o gruppo di animali.