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Wimbledon, tris per Roger e Venus
03-07-2005
A Wimbledon è stato l'anno dei tris: quello,
consecutivo ed attesissimo, di Roger Federer tra gli uomini e quello,
meno pronosticato, di Venus Williams tra le donne.
Nel singolare maschile Federer ha dimostrato di essere assolutamente imbattibile
su questi campi, portando la striscia di vittorie di fila sull'erba a quota 36
(15 a Halle e 21 qui): l'anno prossimo potrà attaccare il primato di Bjorn Borg,
fermo a 41 (tutte, però, a Church Road, tra il '76 e l'81). L'elvetico ha ceduto
solo un set lungo tutto il suo cammino trionfale, a Kiefer al terzo turno, e,
negli ultimi due incontri, ha sconfitto nettamente prima Lleyton Hewitt e
poi Andy Roddick, i suoi più immediati inseguitori nel ranking mondiale
(insieme a Nadal e Safin, poco competitivi sul verde). L'anno scorso lo
statunitense era riuscito a strappargli un set e ad impegnarlo a lungo: stavolta
è uscito dal campo travolto sotto ogni aspetto del gioco. Un Roddick davvero
ridimensionato, che aveva sofferto cinque sets con Bracciali e Grosjean e
quattro, in semifinale, con Thomas Johansson: non è con le sole bombe di
servizio che si può vincere Wimbledon. Un po' meglio Hewitt, che, con ogni
probabilità, avrebbe meritato la seconda testa di serie - negatagli a favore
dell'americano -, pur a distanza siderale dal numero uno. Per quanto riguarda
Federer, è ormai difficile aggiungere qualcosa di nuovo a quanto già scritto
negli ultimi due anni: ci troviamo di fronte ad uno dei maggiori talenti di
sempre, che, a nemmeno ventiquattro anni, è già in gara con la storia, più che
con i propri avversari. Raggiunto da Nadal dopo il Roland Garros nella Champions
Race 2005, Roger ha già ripreso il largo, con 910 punti contro i 672 del giovane
iberico, secondo. Cinque i suoi titoli Slam finora: oltre ai tre all'All England
Club, Melbourne e New York l'anno scorso.
Il torneo femminile ha segnato lo strepitoso rientro ai massimi livelli di
Venus Williams: la maggiore delle sorelle di Compton non era più riuscita a
ripetersi dopo le doppiette Wimbledon - Us Open del 2000-01 e da allora, al
massimo, aveva raggiunto la finale nelle prove dello Slam, perdendo puntualmente
con Serena. Qui, a due anni di distanza dall'ultimo big match disputato a questi
livelli, è tornata a mostrare quel tennis fatto di potenza ed atletismo che le
aveva fatto toccare, brevemente, il vertice del ranking mondiale ad inizio 2002. Venus,
apparsa più convinta rispetto a ha
battuto in semifinale la campionessa uscente Maria Sharapova e, in
un'appassionante finale all-american, ha piegato le resistenze della numero uno
Wta Lindsay Davenport, dopo quasi tre ore di testa a testa.
È un peccato per Lindsay, che, dopo la finale ceduta a gennaio a Serena a
Melbourne, è stata nuovamente fermata ad un passo dal suo quarto titolo Slam
(l'ultimo risale a cinque anni e mezzo fa, Australian Open 2000). La Davenport,
che aveva superato Amelie Mauresmo in semifinale, ha avuto le sue occasioni
anche contro Venus: vinto il primo set, ha servito per la vittoria sul 6-5 nel
secondo e, nel terzo, è arrivata addirittura al match-point sul 5-4. Niente da
fare e, complici alcuni problemi fisici che ne hanno limitato la mobilità sul
finale, è arrivato il break decisivo sul 7 pari.
Il match: Federer -
Hewitt (semifinali, venerdì 1)
È forse la vera finale anticipata di due giorni la sfida tra Roger Federer, n. 1, e Lleyton Hewitt, n. 3 del seeding ma 2 del mondo (nell'immagine a lato, l'australiano forza il diritto). L'elvetico parte sparato e vola subito sul 2-0 nel primo set; Hewitt recupera il break, ma ne subisce un altro e cede 6-3. Stessa sorte nel secondo parziale, con l'unico break decisivo che arriva sul 2 pari. Grande equilibrio nel terzo: Federer non sfrutta due occasioni per strappare il servizio all'avversario e, sotto 5-6, si ritrova 0-30 sulla propria battuta, ma ne esce fuori bene. Si va al tie-break e Roger si stacca subito: 4-1 e due servizi grazie ad un doppio fallo di Hewitt. Il numero uno restituisce la cortesia del duplice errore, ma si porta comunque 5-2; l'australiano conquista i due punti sul proprio servizio, ma, con la battuta a disposizione, Federer si guadagna due match-points e chiude (7-4) alla prima occasione. Roger si è dimostrato superiore anche negli scambi da fondo, non è sceso molto a rete (addirittura meno del rivale), ma è stato sempre incisivo. Da parte sua Hewitt non è riuscito ad arginare l'avversario come nelle intenzioni (significativi i dati al servizio: 46% di prime palle, 5 aces e 4 doppi falli; contro Feliciano Lopez, nei quarti, erano stati 63%, 15 e 2). |
Risultati Wimbledon
Semifinali
(uomini): Federer (1) b. Hewitt (3) 6-3 6-4 7-6, Roddick
(2) b. T. Johansson (12) 6-7 6-2 7-6 7-6.
Finale: Federer b. Roddick 6-2 7-6 6-4.
Semifinali
(donne): Davenport (1) b. Mauresmo (3) 6-7 7-6 6-4, V. Williams (14) b.
Sharapova (2) 7-6 6-1.
Finale: V. Williams b. Davenport 4-6 7-6 9-7.