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Roma, Nadal piega Coria 7-6 al quinto

09-05-2005

Una straordinaria finale, la più lunga della storia del torneo (5 ore e 14 minuti), ha concluso il Masters Series di Roma al Foro Italico, incoronando il non ancora diciannovenne Rafael Nadal ai danni del pur bravissimo Guillermo Coria. Un match incredibile, concluso 8-6 al tie-break decisivo, dopo che, nel quinto, Coria era stato avanti 3-0 e servizio, ma Nadal lo aveva scavalcato, arrivando al match-point già sul 6-5 e poi sul 6-4 di quello che i francesi chiamano "jeu decisif". Il mancino di Mallorca, più potente, ha martellato specie con il diritto, ma l'argentino non ha mollato una palla, correndo all'impazzata e trovando splendide contromosse tecnico-tattiche. Entrambi - specie Coria - poco incisivi a rete, i due si sono sfidati con prolungati scambi da fondo, a ritmo infernale, recuperando l'impossibile. Sulle tribune il pubblico ha partecipato emotivamente al confronto: fianco a fianco, i sostenitori dell'uno e dell'altro hanno tifato anche rumorosamente, ma sempre nei limiti della correttezza e del buon senso.
Nadal aveva faticato in semifinale con il connazionale David Ferrer, uscendo vincitore in rimonta solo 7-5 al terzo, mentre Coria aveva fermato il bel cammino di Andre Agassi, vincitore qui tre anni fa, che aveva dominato il giovane Gasquet al secondo turno.
Con il successo capitolino, il secondo di fila in un Masters Series dopo quello di Montecarlo - fra l'altro ottenuto sempre su Coria, seppure in modo meno drammatico - , Rafael sale al quinto posto dell'Entry Ranking ed al secondo della Champions Race 2005, a soli dieci punti (475 a 465) da Federer, cui ha ceduto la finale di Miami dopo aver guidato due sets a zero. Affaticato e con qualche vescica nella mano dominante, Nadal ha rinunciato ad Amburgo, dove, invece, il numero uno elvetico fa il suo rientro dopo il quarto perso in Costa Azzurra da Gasquet.

Assenti Federer e Hewitt, il numero 1 del seeding era Andy Roddick, che ha sconfitto Rusedski e Costa, ma è uscito negli ottavi per mano di Fernando Verdasco. Nel secondo set l'arbitro gli aveva già assegnato il successo, avendo mal giudicato un servizio dello spagnolo sul primo di tre match-points consecutivi per l'americano: A-Rod ha dimostrato grande fair-play, concedendo il punto all'avversario, ma Verdasco ha poi recuperato, imponendosi 6-4 al terzo.
Dei cinque italiani nel main draw il migliore è stato, a sorpresa, Davide Sanguinetti, che ha raggiunto gli ottavi battendo Mirnyi e Santoro, prima di cedere nettamente a Coria. Starace ha eliminato nella sessione serale di martedì il campione uscente Moya, un po' acciaccato dopo l'infortunio ad Estoril, poi ha lasciato via libera ad Alberto Martin in tre sets. Seppi ha travolto Joachim Johansson, lasciandogli appena tre games, ma non è riuscito a superare anche Horna, mentre Volandri, dopo il facile debutto con El Aynaoui, ha perso con Gaudio. Unico ad uscire all'esordio è stato Di Mauro, che ha, comunque, impegnato Agassi nel primo set.

Ora la parola passa alle donne: il torneo femminile ha avuto inizio oggi, con le belle prove di Camerin, Farina e Schiavone, vincitrici rispettivamente su Dechy, Kirilenko e Shaughnessy. Domani l'esordio di Pennetta, Garbin, Santangelo e Vinci, oltre a quello della Sharapova, mentre la Vierin ha ceduto alla Cohen-Aloro ed Antonella Serra Zanetti, reduce - come la Garbin - dai quarti di finale raggiunti a Rabat, in Marocco, è uscita per mano della Groenefeld.


 

Speciale Tier I di Berlino: ancora la Henin

Justine Henin ha fatto suo il Tier I di Berlino per la terza volta in carriera, dopo quelle del 2002 e del 2003: nella capitale tedesca solo Steffi Graf ha fatto meglio di lei, con nove successi. Per l'ex numero uno belga si tratta anche del terzo titolo di fila, sempre sulla terra, dopo Charleston e Varsavia. Assenti ben cinque delle top ten, Justine, accreditata solo della dodicesima testa di serie, ha faticato all’inizio: a causa del maltempo, il suo esordio è slittato a mercoledì, giorno in cui ha dovuto affrontare due incontri di tre sets con Benesova (7-5 4-6 6-1) e Kirilenko (2-6 6-1 6-3), giovedì altri tre sets con la qualificata Kveta Pesche (4-6 6-4 6-2). Superate le difficoltà iniziali, sono arrivate prima una vittoria netta sulla n. 1 del seeding Sharapova nei quarti, poi una semifinale travolgente con la Schnyder, prima di una dura finale con Nadia Petrova, chiusa 6-3 al terzo e disturbata più volte dalla pioggia, l’ultima sul 5-3 30-0 nel terzo, a soli due punti dal termine. La Henin è ora undicesima nel ranking Wta, mentre, malgrado la sconfitta, la Petrova torna fra le top ten, dalle quali mancava dal giugno scorso, al nono posto. Il capolavoro della russa è stato il netto successo, nei quarti, su una fallosissima Amelie Mauresmo, cui ha concesso appena cinque games. Per Nadia, che non ha ancora vinto un torneo Wta, è stata la prima finale in un Tier I, la terza complessiva dopo Linz 2003 e Gold Coast 2004.
Per la prima volta in carriera, Maria Sharapova ha avuto l’opportunità di diventare numero uno del mondo: vincendo il torneo, con i bonus points eventualmente conseguiti, avrebbe scavalcato la Davenport in cima al ranking Wta. La bella siberiana ha raggiunto agevolmente i quarti, ma non è mai stata in partita con la Henin, rimandando l’appuntamento con la storia: una nuova chance le si presenterà già a Roma, vista l’assenza della giunonica rivale. Per Maria, comunque, è suonato un piccolo campanello d’allarme: nel 2005 non aveva mai perso prima delle semifinali e, sulla terra, in carriera, non è ancora mai andata oltre i quarti in un evento del circuito maggiore, una lacuna da colmare al più presto.
La Henin ha portato la sua “winning streak” a quota 17, eguagliando il primato stagionale della connazionale Kim Clijsters. Proprio Kim Kong è stata vittima di un nuovo infortunio nel corso del suo ottavo di finale con Patty Schnyder: avanti 7-6 5-1, si è fatta male al ginocchio destro in seguito ad una scivolata e, dopo aver sciupato quattro match-points, è stata costretta al ritiro sul 5-6. Una brutta tegola per l’ex numero uno, che era in fase di netta risalita: scontata la rinuncia a Roma, la sua presenza è in forse anche a Parigi.
L’unica italiana presente nel main draw era Flavia Pennetta: la brindisina, dopo un facile primo turno sulla wild card locale Anca Barna, ha mancato una buona opportunità con Jelena Jankovic: avanti 6-5 al terzo e con il servizio a disposizione, non ha concretizzato due match-points e, raggiunta sul 6 pari, ha ceduto di schianto (7-1) il decisivo tie-break. Un vero peccato, perché la ventenne serbo-montenegrina ha dimostrato in seguito di essere in ottime condizioni, raggiungendo le semifinali.

 


Risultati

ROMA (Atp Tennis Masters Series, terra)
3° turno: Verdasco b. Roddick (1) 6-7 7-6 6-4, Coria (9) b. Sanguinetti 6-0 6-4, Hrbaty b. Henman (4) 6-3 3-6 6-3, Agassi (6) b. Ljubicic (12) 7-6 6-3, A. Martin b. Horna 6-1 6-3, Ferrer b. Gaudio (3) 6-0 6-1, Nadal (5) b. Canas (11) 6-3 6-1, Stepanek (15) b. Almagro 4-6 6-4 6-2.
Quarti: Coria b. Verdasco 3-6 6-3 6-3, Agassi b. Hrbaty 6-3 6-3, Ferrer b. A. Martin 6-2 3-6 7-5, Nadal b. Stepanek 5-7 6-1 6-1.
Semifinali: Coria b. Agassi 7-5 7-6, Nadal b. Ferrer 4-6 6-4 7-5.
Finale: Nadal b. Coria 6-4 3-6 6-3 4-6 7-6.

Berlino (Wta Tier I, terra) - Quarti: Henin (12) b. Sharapova (1) 6-2 6-4, Schnyder (7) b. Kuznetsova (4) 6-2 6-2, Jankovic (13) b. Bovina (8) 6-3 3-6 6-3, Petrova (6) b. Mauresmo (2) 6-2 6-3. Semifinali: Henin b. Schnyder 6-0 6-1, Petrova b. Jankovic 6-4 6-7 6-3. Finale: Henin b. Petrova 6-3 4-6 6-3.
Rabat (Wta Tier IV, terra) - Semifinali: Zheng (6) b. Li (1) 3-3 rit., Llagostera Vives b. Loit 6-4  6-1. Finale: Llagostera Vives b. Zheng 6-4 6-2.


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