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Italia in Coppa Davis, mai così in basso

08-04-2002

L'Italia ha toccato il punto più basso della sua lunga storia in Coppa Davis (esordì nel 1922), perdendo in casa con la Finlandia nel primo turno del World Group, zona euro-africana, in pratica la serie B della manifestazione. Adesso gli azzurri, che sono retrocessi per la prima volta due anni fa, dovranno addirittura affrontare, a settembre, uno spareggio con il modestissimo Portogallo (per fortuna, è nostra la scelta del campo) per non finire in serie C.

Le ragioni di una disfatta così clamorosa? Innanzitutto bisogna ammettere che il livello generale del nostro tennis è basso e non vale il tabellone principale di Coppa Davis. A questo si aggiungono i vari problemi sorti tra Federazione e giocatori, che hanno portato all'autoesclusione di un giocatore come Gaudenzi (oltre ad altri), che, nel frangente specifico, sarebbe stato immensamente utile, con la sua esperienza. Il recupero di Sanguinetti, in questo senso, non è servito e, se è vero che una sconfitta dello spezzino con Tilikainen era difficilmente pronosticabile, è anche vero, però, che Davide non giocava sulla terra dal Roland Garros dello scorso anno e si esprime, da sempre, molto meglio sui terreni veloci (quest'anno ha vinto Milano, indoor, e Delray Beach, cemento all'aperto). Infine, Galimberti, 26 anni, e Navarra, 28, non possono costituire il futuro del tennis italiano: il primo, pur in crescita, stenta ad entrare nei primi 150 Atp; il secondo, addirittura, naviga attorno al 400° posto senza particolari prospettive. La consistenza dei nostri avversari finlandesi (superati nel '99 e nel 2001) era minima, ma è stata sufficiente per batterci. Non resta che sperare in una rapida crescita di Luzzi e Volandri, i giovani singolaristi che, l'anno scorso, persero dignitosamente il play-off per tornare nel tabellone principale con la Croazia: hanno 22 e 21 anni, è questo il momento per fare il salto di qualità. A capitan Barazzutti (riconfermato, malgrado i risultati, anche per il 2003) il compito di sbrogliare la matassa, evitando guai peggiori (che è arduo immaginare, ma a questo punto non si sa mai...).

Nei ben più prestigiosi incontri dei quarti di finale del tabellone principale, sono state promosse alle semifinali Argentina, Russia, Francia e Stati Uniti, che hanno sfruttato il fattore campo. L'Argentina, sulla terra di Buenos Aires, ha prevalso sulla Croazia, sfruttando la modestia del n. 2 avversario Karlovic (Ivanisevic ha giocato solo in doppio). La Russia ha archiviato in due giornate la pratica con la Svezia: da registrare la rivincita di Safin su Johansson, da cui aveva perso nella finale degli Australian Open. La Francia ha faticato con la Repubblica Ceca: decisivo il successo in cinque sets, sul due pari, di Santoro su Ulihrach, dopo che Novak aveva battuto sia Escude sia Grosjean. A Houston, gli Stati Uniti hanno battuto la Spagna, nonostante la brutta sconfitta di Sampras con Corretja (rimontato da un vantaggio di due sets a zero): il protagonista è stato Roddick, che ha vinto i suoi due singolari con Robredo ed Alberto Martin; bene anche l'inedito doppio formato da Blake e Todd Martin.


Risultati

I turno zona euro-africana, a Reggio Calabria (terra): Finlandia b. Italia 4-1
Tilikainen b. Sanguinetti 2-6 5-7 6-3 6-2 7-5, J. Nieminen b. Galimberti 6-3 6-2 6-2, Kiiski-J. Nieminen b. Galimberti-Navarra 6-3 7-6 6-3, Navarra (I) b. T. Nieminen 6-3 7-5, Tilikainen b. Galvani 6-3 6-1.

Quarti di finale tabellone principale Coppa Davis
Buenos Aires:
Argentina b. Croazia 3-2; Mosca: Russia b. Svezia 4-1; Pau: Francia b. Repubblica Ceca 3-2; Houston: Usa b. Spagna 3-1.

Oporto: Montolio b. Serna 6-1 2-6 7-5.
Sarasota: Dokic b. Panova 6-2 6-2.


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