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Us Open, Sampras-Agassi dodici anni dopo

07-09-2002

Scrivo mentre ancora il "Super Saturday" degli Us Open non si è concluso, ma dubito che la finale del torneo femminile fra le sorelle Williams riuscirà a regalarci più emozioni di quelle suscitate dai due "vecchietti" terribili che si sono arrampicati sino alla finale del singolare maschile. Parlo di Andre Agassi, trentadue anni, e Pete Sampras, trentuno, che si giocheranno domani il titolo di Flushing Meadow dodici anni dopo averlo fatto per la prima volta, nel 1990.
Allora Andre aveva vent'anni, mentre Pete ne aveva appena compiuti diciannove, uno meno di quanti ne ha oggi quel Roddick da lui travolto nei quarti giovedì. Sampras dominò l'incontro e si aggiudicò la prima prova dello Slam in carriera, costringendo Agassi ad aspettare quasi due anni (Wimbledon '92) per riuscire a fare altrettanto. Pete e Andre si ritrovarono qui in finale nel '95, al top della carriera. Agassi, venticinquenne, aveva scavalcato il rivale nella classifica mondiale, sconfiggendolo, a gennaio, nell'ultimo atto degli Open d'Australia. Sampras, però, con una prova solida, si impose in quattro sets, rilanciandosi verso il vertice del ranking Atp, che sarebbe stato di nuovo suo prima della fine dell'anno. Ancora nella scorsa edizione del torneo, i due furono protagonisti di un memorabile match, disputato però solo a livello di quarti di finale, vinto sempre da Pete al termine di quattro tie-break.
Sampras, oltre ai due titoli conquistati battendo Agassi (da lui superato anche nella finale di Wimbledon '99), ne ha vinti qui altri due, nel '93 su Pioline e nel '96 su Chang. E' stato, inoltre, superato in finale tre volte, nel '92 da Edberg e nelle ultime due edizioni da Safin e Hewitt. Quella di domani sarà, dunque, la sua ottava finale in carriera agli Us Open, come Ivan Lendl negli anni Ottanta (quelle del ceco furono consecutive, dall'82 all'89, ma Ivan ne vinse solo tre, dall'85 all'87). Agassi, dal canto suo, al di là delle due finali perse con Sampras, ha comunque vinto a New York in due occasioni, nel '94 su Stich e nel '99 su Todd Martin. Domani, Andre e Pete si affronteranno per la trentaquattresima volta in un match ufficiale del circuito professionistico: il bilancio (di cui potete vedere i dettagli cliccando
QUI e visitando la pagina a loro dedicata all'interno delle grandi rivalità del tennis) è di diciannove successi a quattordici per Sampras (cinque a tre nello Slam).

E', senza dubbio, sensazionale che due giocatori si ritrovino a giocare la finale di un torneo del Grande Slam a dodici anni di distanza. Se la qualificazione di Agassi, che ha disputato una buona stagione, poteva, in qualche modo, essere pronosticata, più difficile era prevedere quella di Sampras. Pete, infatti, aveva avuto un 2002 decisamente mediocre: i suoi migliori risultati erano, fin qui, una finale a Houston (dove, dopo aver battuto proprio Andre, aveva ceduto a Roddick) ed una semifinale nel Masters Series di Indian Wells (persa da Hewitt). Ad attestarne il declino, un desolante 32° posto nell'Atp Champions Race. Pete, come in fondo già l'anno scorso, è rinato agli Us Open e cercherà di sfruttare al meglio la chance di tornare al successo in un torneo, cosa che gli manca da Wimbledon 2000, che costituì il suo settimo titolo londinese, il tredicesimo dello Slam (un record) ed il 63° in carriera. A tentare di bloccarlo, ci sarà dunque il suo rivale di sempre, quell'Agassi che cercherà di mettere in bacheca il suo ottavo trofeo dello Slam, eguagliando Jimmy Connors nel numero di titoli, ma superandolo, almeno per questo aspetto, in longevità (Jimbo vinse il suo ultimo Us Open nell' 83, a trentun anni, uno meno di quanti ne ha oggi Andre).

Sampras, dopo aver faticato con Rusedski e Haas, ha dominato Andy Roddick, la speranza ventenne del tennis statunitense, giocando un match d'attacco senza pecche e lasciando il suo cosiddetto "erede", da cui pure aveva perso in precedenza due volte su due, senza armi per replicare. In semifinale, Pete ha superato, ancora in tre sets ma con qualche difficoltà, specie nei primi due, l'olandese Sjeng Schalken, che aveva vinto 7-6 al quinto nei quarti con l'altro outsider Gonzalez. Agassi ha avuto il suo da fare con il bielorusso Max Mirnyi, che lo ha attaccato quasi su ogni palla, costringendolo a calibrare i suoi migliori passanti per avere la meglio. In semifinale, Andre, forte di motivazioni stavolta persino superiori a quelle dell'avversario, ha sconfitto il numero 1 del mondo e campione in carica Lleyton Hewitt. Agassi sapeva che, vincendo, avrebbe trovato ad aspettarlo in finale il suo eterno rivale e questo lo ha caricato, permettendogli di prendersi la rivincita sull'australiano, dal quale aveva perso recentemente in due sets a Cincinnati.

Poco da dire, invece, sul torneo femminile, che, come annunciato, propone la solita finale tra le Williams Sisters, la terza consecutiva quest'anno nelle prove dello Slam, la quarta totale considerando quella già disputata dalle due qui l'anno scorso. Serena non ha ancora perso un set, travolgendo tutte le avversarie con punteggi pesanti: unica ad arrivare a cinque, nel secondo set della semifinale, la Davenport. Venus ha dovuto lottare di più: negli ottavi con la Rubin e poi in semifinale con la Mauresmo, che aveva eliminato la Capriati. Serena appare favorita, anche in virtù del lieve malanno alla mano destra accusato dalla sorella, ma non ci sarà da stupirsi di niente, salvo forse di assistere ad un gran match fra le due.


Risultati

Quarti (uomini): Hewitt (1) b. El Aynaoui (20) 6-1 7-6 4-6 6-2, Agassi (6) b. Mirnyi (32) 6-7 6-3 7-5 6-3, Sampras (17) b. Roddick (11) 6-3 6-2 6-4, Schalken (24) b. Gonzalez (28) 6-7 6-3 6-3 6-7 7-6.
Semifinali: Agassi b. Hewitt 6-4 7-6 6-7 6-2, Sampras b. Schalken 7-6 7-6 6-2.

Quarti (parte bassa): Mauresmo (10) b. Capriati (3) 4-6 7-6 6-3, V. Williams (2) b. Seles (6) 6-2 6-3.
Semifinali: S. Williams (1) b. Davenport (4) 6-3 7-5, V. Williams b. Mauresmo 6-3 5-7 6-4.


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