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Us Open, formidabile Sampras ancora campione
09-09-2002
La finale più attesa dell'anno,
quella del singolare maschile degli Us Open, ha
emesso il suo verdetto inappellabile. Dunque, Pete
Sampras ha battuto Andre Agassi, per la
terza volta consecutiva nei loro confronti diretti (il totale è
ora di 20-14 a suo favore), ed ha conquistato il titolo per la
quinta volta in carriera su otto finali disputate. Pete è
partito sparato, facendo suoi i primi due sets. Qualche
incertezza di troppo gli è costata il terzo, che poteva
riammettere il rivale in partita, ma il trentunenne di Potomac è
riuscito a chiudere 6-4 al quarto, evitando di invischiarsi in un
pericoloso quinto set. Un andamento del match che ha ricalcato
quello della finale del '95 tra i due.
La chiave del successo di Sampras va ricercata nelle grandi
motivazioni che lo hanno spinto a dare ancora tutto nei suoi
match, malgrado in tanti ritenessero che il suo declino fosse
ormai inarrestabile, visto che non vinceva un torneo da oltre due
anni. Accreditato di una misera diciassettesima testa di
serie, figlia della sua pessima stagione, forse per la
prima volta Sampras non partiva con i favori del pronostico.
Sulla carta, in molti gli erano preferiti: dal numero 1 mondiale
Hewitt allo stesso Agassi, da Safin a Roddick, forse anche Haas e
Federer. Pete è stato, però, il migliore di tutti, trovando due
settimane da sogno, nel corso delle quali ha espresso di nuovo il
suo miglior tennis. Sembrava di essere tornati alla metà degli
anni Novanta, osservando Pete piazzare un ace dietro l'altro
(addirittura 33 nella finale con un grande ribattitore come
Agassi), venire a rete con grande frequenza ed efficacia, spesso
chiudendo il punto con tocchi deliziosi, bombardare da fondo con
la fluidità del suo diritto. Niente a che spartire con la sua
copia sbiadita, che aveva calcato spesso i campi negli ultimi
tempi, perdendo, fra l'altro, al secondo turno di Wimbledon dallo
svizzero Bastl.
Pete Sampras ha vinto così tanto in carriera (con questa, quattordici prove del Grande Slam!) che è davvero difficile anche solo immaginare una graduatoria dei suoi successi più importanti. Certo è che questo suo quinto titolo agli Us Open, arrivato sei anni dopo il quarto, in un ipotetico ranking occuperebbe una fra le primissime posizioni. Perché ottenuto contro pronostico, perché Pete, nel momento (o uno dei momenti) che davvero contava, ha dimostrato di non essere finito. Anche se magari ora avrà bisogno di due settimane di completo riposo per smaltire le fatiche accumulate, quando è in condizione tutti devono ancora fare i conti con lui e con il suo insuperabile (almeno dal punto di vista tecnico ed estetico) tennis da cineteca.
Il titolo femminile newyorkese è andato a Serena Williams, che ha nettamente battuto in finale la sorella Venus, rafforzando il suo primato nella classifica Wta. Serena ha ceduto appena ventinove games (e nessun set) in tutto il torneo. Quest'anno, la minore delle Williams Sisters è stata anche la migliore: per lei è il terzo successo consecutivo in una prova dello Slam, il quarto in carriera (come Venus), comprendendo anche gli Us Open '99. Il dominio delle sorellone, e in special modo di Serena, sta togliendo, però, parecchio interesse al tennis in gonnella, che solo poco tempo fa sembrava, al contrario, avviato a scavalcare, in popolarità, quello dei colleghi uomini.
Risultati delle finali
Singolare
maschile: Sampras (17) b. Agassi (6) 6-3 6-4
5-7 6-4.
Singolare femminile: S.
Williams (1) b. V. Williams (2) 6-4 6-3.