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Masters Cup, Federer senza rivali
22-11-2004
Un Roger Federer senza rivali ha trionfato, per
la seconda volta di fila, alla Masters Cup di Houston, coronando
così una stagione davvero eccezionale. È il suo undicesimo titolo del 2004, un
anno in cui ha realizzato tre quarti di Slam, con un bilancio di 74 vittorie ed
appena 6 sconfitte ed una serie ancora aperta di 23 affermazioni consecutive
sugli altri top ten. Del suo dominio dalle proporzioni incredibili si è già
scritto molto e, in questo caso, fare uso di iperboli non appare fuori luogo.
Sul cemento all'aperto texano, Roger ha ceduto solo un set in cinque incontri, a
Moya nel terzo match di round robin, a qualificazione già messa al sicuro. Nella
finale, disputata al meglio dei tre sets a causa della pioggia, lo svizzero ha
ribadito, per la sesta volta nell'anno solare, la propria superiorità su
Lleyton Hewitt, già battuto nettamente nel girone. L'australiano, grande
stratega dei courts, è stato bravissimo soprattutto nella semifinale contro
Roddick, ma, contro Federer, è stato sovrastato, una volta di più, dal punto di
vista tecnico. In caso di successo, Lleyton, vincitore della prova nel 2001 e
nel 2002, avrebbe scavalcato proprio Roddick al secondo posto della Champions
Race, ben dietro all'inarrivabile elvetico.
Da Houston sono usciti un po' ridimensionati i due
semifinalisti, Andy Roddick e Marat Safin.
Lo statunitense, in verità, aveva ben impressionato nel round robin, nel quale
era rimasto imbattuto, superando, fra gli altri, proprio Safin e dimostrando
grande solidità nei tie-breaks (quattro su quattro vinti). Poi, in semifinale,
Andy non è esistito contro il solido Hewitt, che lo ha travolto, concludendo il
match addirittura con una serie di venti punti consecutivi.
Safin, da parte sua, era giunto negli States forte dei due successi consecutivi
nei Masters Series indoor di Madrid e Parigi Bercy, ma il cambio repentino di
superficie non gli ha certo giovato. Il russo ha battuto Coria e Henman, ma è
stato sconfitto di misura sia da Roddick sia da Federer. Nella semifinale, ha
lottato spalla a spalla con il numero uno nel tie-break del secondo set, ceduto
per venti punti a diciotto, all'ottavo match-point, dopo ventisei minuti e sei
palle set non sfruttate.
È stata una Masters Cup all'insegna dei valori delineati in modo marcato: in semifinale sono giunti i primi quattro del ranking, nei rispettivi gironi, come prevedibile, gli "intrusi" - per motivi diversi - Gaudio e Coria non hanno raccolto un set. Gaston si era qualificato solo in virtù del suo rocambolesco successo al Roland Garros e di una norma discutibile ed è competitivo solo sulla terra, Guillermo - che di solito non sfigura sui campi veloci - era al rientro dopo vari mesi di stop e non poteva certo essere al meglio. Moya e Henman hanno avuto funzione di comprimari di lusso, facendo il loro dovere ma senza mai dare l'impressione di poter raggiungere le semifinali.
Risultati
TENNIS
MASTERS CUP (Houston, cemento)
Gruppo rosso: Moya b. Gaudio 6-3 6-4, Federer b. Hewitt 6-3
6-4, Federer b. Moya 6-3 3-6 6-3, Hewitt b. Gaudio 6-2 6-1. Classifica: 1°
Federer 3-0, 2° Hewitt 2-1, 3° Moya 1-2, 4° Gaudio 0-3.
Gruppo blu: Henman b. Coria 6-2 6-2, Roddick b. Safin 7-6 7-6, Roddick
b. Coria 7-6 6-3, Safin b. Henman 6-2 7-6. Classifica: 1° Roddick 3-0, 2° Safin
2-1, 3° Henman 1-2, 4° Coria 0-3.
Semifinali: Hewitt b. Roddick 6-3 6-2, Federer b. Safin 6-3 7-6.
Finale: Federer b. Hewitt 6-3 6-2.