PJ HARVEY - STORIES FROM THE CITY, STORIES FROM THE SEA

 

ANNO : 2000

DURATA:47m46s

VOTO: • • • ½
Settimo lavoro (compresi gli ep) dell'artista britannica che proprio con questo disco si lancia come una delle più importanti cantanti rock moderne.

 

 

"Storie dalla città , storie dal mare": questo è il titolo di questo album e le storie ci sono davvero , sono ben raccontate , reali e vissute; la città è palesemente New York , più volte menzionata nei suoi quartieri ( Manhattan , Chinatown , Brooklyn , Little Italy). Sono questi ingredienti e sfondo di "stories from the city stories from the sea" , lavoro davvero interessante sotto molteplici aspetti. 

Sicuramente la qualità musicale ed anche la varietà che riesce ad ottenere per tutte e dodici le track : si spazia da un bel rock di "Big exit" , alla meditazione stile Bjork di "Horses in my dream" fino alle più orecchiabili "Good fortune" e "We float". 

Ma una grande qualità da attribuire a questa ragazza trentenne inglese è sicuramente quella di saper scrivere bene le sue canzoni ; sono storie davvero interessanti , che partono dal quotidiano per arrivare a problemi interiori e sociali. 

Lo stile risente molto delle influenze della musica al femminile presente e passata : non pochi vedono in PJ una sorta di ripresa di ciò che ha fatto ( e davvero bene) Patti Smith ; sicuramente uno sfondo generale viene ripreso dalla grande rocker ma sono anche altre e più recenti le influenze come ad esempio le Hole . 

"Big exit" è davvero una grande hit : grande chitarra che accompagna tutta la canzone ed ottimo testo riguardante la paura che incute la società moderna. Insieme a questa track , per rappresentare bene l'album sono fondamentali "One line " , "This mess we're in" e "Horses in my dream". 

In "One line" è stupendo l'inizio con basso e chitarra che pur ripetendo lo stesso giro riescono a dare la sensazione che stia per succedere qualcosa ; così è : infatti la chitarra irrompe per il ritornello che non è per nulla banale ed offre un ritmo abbastanza spezzato; molto originale questa canzone ed anche la conclusione lo dimostra. 

"This mess we're in" vede la grande colla borazione con Tom Yorke che è probabilmente il vero protagonista ;la canzone si basa su una strofa ben ritmata dal basso e cantata dal leader dei Radiohead sul cui acuto finale si inserisce la voce di PJ. Il duetto diventa più completo nella seconda strofa in cui le due voci , pur dicendo le stesse parole , si completano a vicenda. Ottima scelta da parte di PJ quella di Tom Yorke come partner. 

"Horses in my dream" inizia con una stupenda parte strumentale su cui si inserisce la voce di PJ che interpreta davvero bene la canzone , con uno stile diverso dalle altre canzoni; è un perfetto tra parole e musica che fa davvero sognare. 

È un album che riesce ad essere anche vario e sempre valido e che lancia davvero PJ Harvey che può diventare una parte importantissima della musica di oggi. 

 

 

1) Big exit
2) Good fortune
3) A place called home
4) One line
5) Beautiful feeling
6) The whores hustle and the hustlers whore
7) This mess we're in
8) You said something
9) Kamikaze
10) This is love 
11) Horses in my dream 
12) We float 
Mandaci le tue opinioni

 

 | HOMEPAGE  |
| RECENSIONI | TESTI | BRANDNEW | INDICE ARTISTI |

| GRUPPO DEL MESE |