PLACEBO - BLACK MARKET MUSIC

I Placebo riescono a coniugare tramite Black market music una musica heavy con un po' di glam, ed anche tanta melodia, che permette loro di arrivare pure ad un pubblico meno estremista del genere. Lo stile è abbastanza definito; molte canzoni presentano un bel riff di chitarra come fondamenta su cui basarsi, e che spesso costituisce l'introduzione. Su questo viene poi un bel rock, pesante al punto giusto con persino qualche chicca che non ti aspetti (vedi Spite and Malice).
La chitarra è indubbiamente l'elemento principale della musica dei Placebo, che trascina l'ascoltatore con violenza e potenza, ma che sa anche essere leggero accompagnamento alla voce di Brian Molko, accompagnandone le alte tonalità. 

L'inizio è la parte più appetitosa dell'album, e la pesantezza della prima track, Taste in men, serve a proiettare subito l'ascoltatore nell'universo Placebo : distorsioni, testi criptici, voce di ghiaccio. 
La carica di Days before you came si sprigiona tutta attraverso la chitarra, con un riff esplosivo, determinato e trascinante. Il ritmo si fonde perfettamente con il testo e la musicalità risulta elevata. L'atmosfera dipinta è piena di frenesia e ansia, sia in musica che in parole, anche con riferimento all'uso di droghe.
Special K è molto melodica, nonostante il ritmo sia veloce, ed è un buon viatico che porta a Spite and malice, prima sorpresa dell'album: refrain rap, grande linea di basso che regge l'intera canzone e verso in classico stile Placebo. Un mix che risulta davvero interessante e fa da precursore per certi esperimenti di numetal, hardcore e simili.
Il momento di riflessione giunge con Passive aggressive, non a caso canzone più lunga dell'album; con un testo fondamentalmente conciso che ripete sempre le stesse parole, si descrive l'incitamento a superare la crisi attraverso la forza di volontà e l'amore. "It's in your reach, Concentrate, If you deny this, Then it's your fault " riassumono la canzone nel momento in cui la musica è un semplice arrangiamento chitarra-basso, mentre nell'apice del ritornello abbiamo "Every time I rise I see you falling, Can you find me space inside your bleeding heart?".
Più si va avanti con Black market music più lo si vuole ascoltare. Non ci si annoia e si ascoltano delle belle canzoni. 

Superata la metà, il tono si fa più disteso e c'è spazio per ritmi lenti come Blue American e Commercial for Levi, che sono comunque due canzoni molto differenti tra loro. La prima ha un'anima cupa: è una tra le più lente dell'intero album e forse anche la più triste. Ancora una volta chitarra di accompagnamento e poco altro, per questa bella canzone che punta sulla semplicità per arrivare nel cuore.
La seconda ha un arrangiamento più soft, anche se il tema è molto serio, ma non cattura, sembra inadeguata alle esigenze dell'album; forse troppo melodica.
Tra queste si inserisce Slave to the wage, che è bella ma poteva dare ancora di più; ciò che manca è quel pizzico di carica in più durante la canzone, cosa che ci si aspetta dopo un inizio fantastico. Il testo è interessante e ci ricorda come la vita sia un labirinto, una gara per topi che sono destinati a morire.

Con Heamoglobin si torna sullo stile delle prime track, ma il risultato non riesce ad essere lo stesso per mancanza di mordente; di certo non è una canzone da ricordare a lungo (come la già passata Black eyed).
Si chiude con Narcoleptic e Peeping Tom (e con la bonus track Black market blood), ma si ha la sensazione che le hit siano finite; comunque, in modo abbastanza pacato ci si congeda da un bell'album, e lo si fa in maniera apprezzabile, soprattutto grazie a Narcoleptic, in cui lo stato si sonnolenza sembra un bel posto per sognare. 

MirAn