Guccini dall'album "Stagioni"

DON CHISCIOTTE

 

Ho letto millanta storie di cavalieri erranti,
imprese di vittorie dei giusti sui prepotenti,
per starmene ancora chiuso coi miei libri in questa stanza
come un vigliacco ozioso sordo ad ogni sofferenza

Nel mondo oggi più di ieri domina l'ingiustizia
ma di eroici cavalieri non abbiamo più notizia
Proprio per questo Sancho c'è bisogno soprattutto 
di uno slancio generoso, fosse anche un sogno matto

Vammi a prendere la sella, che il mio impegno ardimentoso
ho promesso alla mia bella, Dulcinea del Toboso
e a te Sancho io prometto che guadagnerai un castello
ma un rifiuto non lo accetto, forza sellami il cavallo

Tu sarai il mio scudiero, la mia ombra confortante,
e con questo cuore puro, col mio scudo e Ronzinante
colpirò con la mia lancia l'ingiustizia giorno e notte,
com'è vero nella Mancia che mi chiamo Don Chisciotte

Questo folle non sta bene, ha bisogno di un dottore,
contraddirlo non conviene, non è mai di buon umore
è la più Triste Figura che sia apparsa sulla terra,
cavalier senza paura di una solitaria guerra

Cominciata per amore di una donna conosciuta
dentro una locanda ad ore dove fa la prostituta,
ma credendo di aver visto una vera principessa
lui ha voluto ad ogni costo farle quella sua promessa,

e così da giorni abbiamo solo calci nel sedere 
non sappiamo dove siamo, senza pane senza bere
e questo pazzo scatenato che è più ingenuo dei bambini
proprio ieri si è stroncato fra le pale dei mulini

è un testardo un idealista, troppi sogni ha  nel cervello
io che sono più realista mi accontento di un castello
mi farà governatore avrò terre in abbondanza
quanto è vero che anch'io ho un cuore e che mi chiamo Sancho Panza

Salta in piedi Sancho è tardi non vorrai dormire ancora
solo i cinici e i codardi non si svegliano all'aurora
per i primi è indifferenza e disprezzo dei valori
e per gli altri riluttanza nei confronti dei doveri

L'ingiustizia non è il solo male che divora il mondo,
anche l'anima dell'uomo ha toccato spesso il fondo
ma dobbiamo fare presto perché più che il tempo passa
il nemico si fa d'ombra e si ingarbuglia la matassa

A proposito di questo farsi d'ombra nelle cose
l'altro giorno quando ha visto quelle pecore indifese
le ha attaccate come fossero un esercito di mori
perché alla fine ci mordessero oltre i cani anche i pastori

Era chiaro come il giorno non è vero mio signore
io sarò un codardo adorno ma non sono un traditore
credo solo in quel che vedo e la realtà per me rimane
il solo metro che possiedo com'è vero che ora ho fame

Sancho ascoltami ti prego sono stato anch'io un realista
ma poi oggi me ne frego e anche se ho una buona vista
l'apparenza delle cose come vedi non mi inganna
preferisco le sorprese di questa anima tiranna

Che trasforma coi suoi trucchi la realtà che è lì davanti
ma ti apre nuovi occhi e ti accende i sentimenti
fino ad oggi mi annoiavo e volevo anche morire
ora sono un uomo nuovo che non teme di soffrire

Mio signore io purtroppo sono un povero ignorante
e del suo discorso astratto ci ho capito poco o niente
Ma anche ammesso che il coraggio mi cancelli la pigrizia
riusciremo noi da soli a riportare la giustizia

In un mondo dove il male è di casa e ha vinto sempre
dove regna il capitale oggi più spietatamente
riuscirà con questo brocco e questo inutile scudiero
al potere dare scacco e salvare il mondo intero

Mi vuoi dire caro Sancho che dovrei tirarmi indietro
perché il male ed il potere hanno un aspetto così tetro
dovrei anche rinunciare ad un po' di dignità
farmi umile e accettare che sia questa la realtà

Il potere è l'immondizia della storia degli umani
e anche se siamo soltanto due romantici rottami
sputeremo ancora in faccia all'ingiustizia giorno e notte
siamo i grandi della Mancia: Sancho Panza e Don Chisciotte.

Francesco Guccini fa rivivere la storia e le gesta di Don Chisciotte che rappresenta l'ideale di giustizia; tantissimi i riferimenti all'opera di Cervantes ma il Don Chisciotte gucciniano è più che mai moderno. Nel suo dialogo col fido Sancho Panza, il portatore di giustizia si scaglia contro il potere capitalista odierno ed aspira ad un ritorno alla giustizia.

La cadenza della canzone è quella classica del poema cavalleresco, ma i contenuti hanno molto sapore socio-politico; il mondo moderno è dipinto come posto in cui "il male è di casa e ha vinto sempre, dove regna il capitale oggi più spietatamente" ed allora c'è bisogno di qualcuno che prenda a cuore la causa della giustizia con  "uno slancio generoso, fosse anche un sogno matto". 
In pratica si deve tentare il tutto per tutto per raddrizzare il mondo, per non rinunciare alla propria dignità.

La conclusione è più che romantica, con i due protagonisti che, consci della difficoltà della loro impresa, ribadiscono il loro impegno e la loro lotta contro il potere ("immondizia della storia degli umani") e l'ingiustizia.

MirAn

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