(3-5-2): Mancini, Villa, Bonomi,
Luppi, Ametrano, Magoni, Montezime, Bigica (12' pt Cristiano),
Jankulovski, Graffiedi (25' st Sesa), Rastelli (1' st Floro Flores).
(22 Gragnaniello, 2 Saber, 80 Bocchetti, 20 Alessi). All. De Canio.
COMO
(4-4-2): Brunner, Gregori, Bega, Stellini, Terni, Allegretti,
Pedone (27' st Feniano), Gallo, Corrent (8' pt Dundjerski), Oliveira
(33' st Colacone), Taldo. (1 Spinelli, 13 Del Chiaro, 19 Music,
7 Zanini). All. Dominissini.
Arbitro:
Cruciani di Pesaro.
Angoli:
Angoli: 7 a 3 per il Napoli
Recupero:
Recupero: 2' e 2'.
Ammoniti:
Bonomi, Cristiano, Gregori e Mancini per scorrettezze
Spettatori:
3.000.
Cronaca:
Una partita giocata per onore di firma, proprio perchè
non se ne poteva fare a meno. Il verdetto, l'unico che ne viene
fuori, è che il Como, dopo aver conquistato la serie A,
con abbondante anticipo, vince anche il campionato, grazie all'ennesima
vittoria, l'ultima di una lunga, esaltante serie. I lariani passano
con due gol segnati nel primo tempo, entrambi in contropiede,
il genere tattico preferito, e dopo aver rimontato lo svantaggio
iniziale procurato da una prodezza di Montezine, l'unico
tra i napoletani in campo veramente vivo e vitale.
La partita si gioca in uno scenario a dir poco desolante: sugli
spalti del San Paolo ci sono, si e no, tremila persone.
Quel che è peggio, però, non sono le gradinate vuote,
ma le invettive ripetute ed irritanti che le due curve, sia pure
a cura dello sparuto gruppo di inossidabili ultras presenti, riservano
ad alcuni giocatori partenopei. Il più bersagliato è
Rastelli - reo, evidentemente, di aver sbagliato alcune
facili ed importanti occasioni da gol in partite decisive - ma
l' arrabbiatissimo nugolo di tifosi ne ha anche per Magoni,
Mancini e Villa e non risparmia neppure alcuni tra
gli assenti, primi fra tutti Stellone e Baccin.
Insomma, uno spettacolo avvilente nell'ambito del quale la partita
- già di per sè inutile - non è la parte
più interessante.
Il Napoli passa dopo 22 secondi di gioco con una perla di Montezine.
Il giovane centrocampista brasiliano intercetta il pallone a metà
campo, si avvia verso l'area avversaria e dal limite fa partire
un gran tiro che s'insacca sotto la traversa.
Gli azzurri tentano di chiudere la gara con ripetute - e fischiatissime
- conclusioni di Rastelli dalla distanza. Ci prova più
di una volta anche Jankulovski, ma il ceco oggi non è
particolarmente ispirato nelle conclusioni.
Il Como, dal canto suo, attua sornione la tattica che gli è
più congeniale: blocco a centrocampo e ripartenze veloci
per lanciare Oliveira e Taldo. Proprio attraverso
una percussione centrale, matura, al 18', il gol del pareggio.
E' Allegretti a penetrare nelle larghe maglie della difesa
azzurra ed a battere Mancini in uscita. Il tema dell'incontro
non cambia e, dopo appena quattro minuti, i lariani concedono
il bis. Questa volta è Dundjerski a lanciare in
un corridoio centrale Pedone che serve Taldo smarcato
sulla sinistra. Per l'attaccante è un gioco da ragazzi
depositare la palla alle spalle di Mancini.
Il secondo tempo è l'epilogo stanco di un campionato che,
per il Napoli, per il Como e per gli spettatori del San Paolo,
non ha, in realtà, più nulla da dire. Rimangono
solo le invettive dei tifosi delle curve e, a fine partita, il
saluto agli spalti di Gigi De Canio, invocato a gran voce
dai sostenitori azzurri, in quanto ritenuto "innocente",
in relazione alla mancata promozione. L'appuntamento è
a settembre, con il Como in serie A e con il Napoli in una condizione
imprecisata, avvolto com'è ancora in un futuro incerto
e nebuloso.
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