|
(4-5-1): Cecere; Ametrano (Vastola dal 26' st), D'Andrea, Puleo, Moretti; Vanin (Evacuo dal 21' st), Fusco (Leone dal 47' st), Cinelli, Riccio, Millesi; Biancolino. (Musella, Nicoletto, Montezine, Platone). All. Oddo
(4-4-2): Gianello;
Grava (Abate dal 22' st), Accursi, Giubilato, Bonomi; Capparella
(Calaiò dal 36' st), Montervino, Montesanto (Consonni dal
7' st), Mora; Sosa, Pià. (Renard, Romito, Gatti, Corrent).
All. Reja.
Cronanca:
Era, e lo si sapeva, una partita drammatica. Ma è stato
anche un match agonisticamente stupendo e ricco di colpi di scena:
dato per morto troppo presto, il Napoli sfiora una rimonta incredibile
che alimenta i rimpianti dei tifosi azzurri. In serie B va l'Avellino:
la promozione dei lupi è meritata soprattutto per le 34
partite della regular season, non per le due finali playoff e
per gli scontri diretti in campionato; delle quattro gare l'Avellino
meritava di vincerne soprattutto una, quella d'andata al San Paolo
contro il traballante Napoli di Ventura. Nelle altre tre occasioni
ha funzionato il culo di Cuccureddu e poi quello di Oddo,
ma soprattutto non ha funzionato il culo di Reja, quel
fattore che ha consentito ai partenopei di insidiare la vetta
della classifica attraverso una lunga serie di vittorie allo scadere.
Annullato l'elemento chiave, l'Avellino è riuscito a battere
una squadra più forte ma anche meno abituata a lottare
in C1, più dotata di singoli di livello superiore ma anche
più fragile dal punto di vista psicologico. La prestazione
del Napoli al Partenio nobilita la promozione dei verdi.
La partita è bellissima fin dal principio. Reja
mette in crisi Oddo con due mosse importanti: Mora
sulla corsia sinistra e Pià a tutto campo. Ametrano
può prendere solo uno dei due, ma il Napoli sfonda diverse
volte e sfiora il vantaggio proprio con Mora dopo appena
cinque minuti; i verdi replicano con un diagonale di Biancolino
che si perde a lato. Privi dello squalificato Criaco e
degli infortunati Rastelli e Ghirardello, fuori
all'ultimo minuto, gli irpini fanno quello che possono per opporre
resistenza. Per venti minuti gioca solo il Napoli che va vicino
al gol con un cross di Mora per Sosa. Fioccano le
ammonizioni, ma Marelli non convince per qualche rimessa
in gioco invertita e per qualche fischio a caso. L'Avellino si
rende pericoloso con un tiro da fuori di Riccio e passa
a sorpresa al 36' e si conferma bravissimo ad andare a segno nel
miglior momento degli avversari; ma il gol biancoverde è
il frutto di un clamoroso errore difensivo: Millesi batte
un corner quasi rasoterra, la palla filtra e Biancolino
insacca da due passi. Per il centravanti di Capodichino è
il secondo gol al Napoli in due derby al Partenio. La reazione
azzurra produce immediatamente un'occasione enorme per pareggiare:
Ametrano svirgola, Capparella si ritrova sul sinistro
un pallone d'oro ma lo spara clamorosamente oltre la traversa.
Si va a riposo sull'1-0.
Il secondo patatrac arriva dopo appena 15 secondi della ripresa:
Vanin s'inserisce in area e prende il tempo a tutti, Bonomi
è costretto a stenderlo; Marelli decreta il rigore
ed espelle il difensore azzurro. Moretti trasforma e la
partita sembra finita. Reja manda in campo Consonni
al posto di Montesanto, poi entrerà Abate
in luogo di Grava. Sotto di due gol e con un uomo in meno,
il Napoli fatica a rialzarsi e lascia spazi agli avversari che
potrebbero chiudere i conti con Biancolino e Millesi.
Capparella sfiora ancora il gol, ma al 26' arriva il colpo
di testa di Sosa che riapre il match. Mai dare per morta
la squadra di Reja: l'Avellino va in crisi e Sosa
sfiora il pari su cross di Abate. Tra i lupi brilla D'Andrea,
il sostituto di Criaco. Marelli si segnala per i
ripetuti errori: nega un rigore a Biancolino per una trattenuta
di Accursi, poi non ravvisa gli estremi del penalty in
un evidente tocco con la mano di Puleo.
L'ultimo quarto d'ora è da infarto; nel Napoli c'è
anche Calaiò che rileva l'infortunato Capparella.
Ad andare vicino al pareggio è Pià con un
colpo di testa che si perde a lato di pochissimo; alcuni tifosi
azzurri entrano in campo per sostituirsi ai raccattapalle e accelerare
le operazioni. L'ultima occasione capita ad Abate, ma il
destro della giovane ala si perde alto. Finisce con l'invasione
pacifica dei sostenitori biancoverdi: loro possono già
festeggiare, il Napoli spera nel ripescaggio, ma di questa c'è
da essere comunque orgogliosi.