La cronaca:
Torino, 6 Ottobre 2019
Torino-Napoli 0-0: solo un pareggio per Ancelotti. Gli azzurri deludono nonostante il cambio di modulo e perdono terreno anche dal terzo posto. Infortunio per Hysaj.
Primo tempo con netta prevalenza della squadra di Ancelotti, ma il tridente non punge come ci si aspetterebbe. I granata chiudono senza soffrire. Il Toro guarda negli occhi il Napoli e conquista un punto legittimato da un primo tempo votato all'attenzione e da una ripresa di personalita'. Gli azzurri sono un'orchestra stonata, lontana parente della squadra brillante che ha steso il Liverpool in Champions. La squadra di Ancelotti rallenta e frena ancora, per Mazzarri invece e' uno zero a zero tutto a colori. Ed e' la prima volta dall'inizio del campionato che il suo Toro non subisce gol.
LA GABBIA DI MAZZARRI - Il racconto della prima parte della gara non include ne' lo spettacolo ne' il bel gioco. Il merito, probabilmente, e' soprattutto della capacita' del Toro di far uscire continuamente il Napoli dalla partita. Nel primo tempo, funziona la gabbia costruita da Mazzarri per spegnere le fonti di gioco di Ancelotti: Walter imposta un Toro trasformista, che difende con il 4-4-1-1, con Laxalt nella posizione di terzino sinistro, Ansaldi alto a destra, Verdi dirottato sulla sinistra e Lukic piu' avanzato, praticamente incollato ad Allan. Quando invece il Toro deve costruire si rimodella in un 3-5-2, con Verdi che riconquista la posizione di campo alle spalle di Belotti. Manca all'appello De Silvestri, che non e' nemmeno in panchina nonostante fosse convocato: l'esterno destro e' stato fermato nella notte da un picco di febbre. Il Napoli parte con il 4-3-3, affidandosi al tridente tutto fantasia (Lozano-Mertens-Insigne), almeno sulla carta, che pero' si accende poco e non riesce ad incidere. La coppia centrale difensiva e' composta da Luperto-Manolas, a sinistra gira Hysaj, si fa male subito e al suo posto subentra Ghoulam.
INCIDENTI - Il Toro gioca 45' di applicazione e di attesa, provando a colpire in contropiede; il canovaccio del Napoli e' all'insegna del vorrei ma non posso. La squadra di Ancelotti non alza quasi mai il ritmo, Zielinski graffia poco (si evidenzia giusto per un tiro dalla distanza, al 23', controllato da Sirigu), Fabian Ruiz prova a infondere la marcia in piu' ma non trova il conforto ne' di Lozano ne' di Allan e finisce per sbattere spesso contro la diga granata a centrocampo. Il primo squillo della gara, al decimo, lo firma proprio Ruiz, con una conclusione dalla distanza deviata in angolo da Sirigu. Poi, al quarto d'ora, Izzo sbaglia l'anticipo a centrocampo permettendo ad Insigne di scappare via ma Lyanco alla disperata riesce a smorzare il gesto tecnico a giro di Lorenzo. Sessanta secondi dopo, Zielinski scivola innescando Rincon che serve Verdi, ma il diagonale dell'ex non va a bersaglio. Intorno al 25' sale la tensione tra i tifosi del Napoli e quelli del Toro presenti nella curva Primavera: un numeroso gruppo di tifosi azzurri scavalcano il divisorio tra il settore ospiti e la Primavera, facendo salire la tensione. Dentro lo stadio, comunque, al di la' di una diffusa preoccupazione non si verifica nessun contatto, mentre e' fuori dallo stadio che per un quarto d'ora circa vengono segnalati incidenti tra opposte tifoserie lungo via Filadelfia, con la polizia impegnata a sedare gli animi. Alla fine del primo tempo gli ultras rientrano dentro lo stadio nei rispettivi settori e torna la calma.
MERTENS ED ANSALDI - In un primo tempo che non decolla, sono due le principali occasioni. La prima del Napoli, al minuto numero ventotto, quando Mertens prova un pallonetto che da' l'illusione del gol (palla fuori). La seconda piove al secondo e ultimo minuto di recupero, poco prima dell'intervallo, quando dagli sviluppi di un calcio di punizione Ansaldi lancia un siluro che esalta le qualita' di Meret. Parata dall'alto indice di difficolta'.
CALLEJON PIU' LLORENTE - Nel primo quarto d'ora del secondo tempo non cambia di molto la filosofia generale della partita. Certo, il Toro e' piu' combattivo e un po' alla volta prova guadagnare campo, ma e' sempre il Napoli ad avere il pallino senza pero' riuscire a sfondare la doppia linea, di difensori e centrocampisti, eretta da Mazzarri. All'undicesimo un contatto nell'area del Napoli tra Izzo e Ghoulam chiama in causa l'arbitro Doveri, che lascia correre. Scollinata l'ora di gioco, Ancelotti piazza la mossa Callejon, richiamando in panchina uno spento Lozano, e sei minuti dopo lancia nella mischa Llorente al posto di Insigne, ancora una volta incapace di lasciare il segno sulla serata. L'occasione piu' importante del Napoli cade proprio sulla testa di Llorente, centoventi secondi dopo essere entrato: cross di Di Lorenzo, Lyanco si perde lo spagnolo il cui colpo di testa a pochi passi da Sirigu e' alto.
IL RITORNO DI FALQUE - La risposta dalla panchina di Mazzarri sono i muscoli di Meite' per uno stremato Baselli (partita la sua di grande corsa). Alla mezzora, anche il Toro ha la sua chance, affidata a una botta secca di Ansaldi, deviata da Luperto con una spalla in angolo. A dieci minuti dalla fine, l'arbitro Doveri conferma il suo metodo di condotta di gara facendo correre su un contatto, stavolta nell'area del Toro, ancora tra Ghoulam e Izzo che meritava un probabile rigore per il Napoli. Llorente ha almeno un paio di cross buoni per battere di testa, ma ci arriva sempre senza mordente. Nel finale Mazzarri fa appello alla freschezza di Aina e, soprattutto, al talento di Iago Falque (per Verdi, al 44') che ritorna in campo dopo l'infortunio del 25 luglio contro il Debrecen. La voglia c'e', e si vede: Iago impiega venti secondi per arrivare alla conclusione. Non accade piu' nulla. (www.gazzetta.it) |
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