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Perché partire da Terragni?

Premessa: maestro di Eisenman negli anni ’60 è un inglese, Colin Rowe, critico d’architettura.

Il suo studio parte da coordinate nuove: riporta l’oggetto architettonico alle sue leggi formative, cioè lo svincola dalle componenti storico-stilistiche.

Conseguenza è la possibilità di mettere a paragone oggetti architettonici tra loro molto distanti (es. Palladio e Le Corbusier).

Eisenman si forma quindi sulla scia di questo metodo anche la conoscenza dell’Italia e della sua architettura di conseguenza non è storiografica ma a-temporale.

Carriera: 1ª laurea – master – apprendistato nella scuola di Gropius – Colin Rohe – conoscenza dell’Italia: nasce il mito di Terragni

Italia anni 50/60: Terragni non era molto studiato, era ancora invischiato nella polemica architettura fascista/ non fascista.

Tesi di dottorato nel ’63: The formal basis for Modern architecture.

L’architettura è indagata con una serie di schemi sintattici formali.

I suoi studi si concentrano soprattutto su due opere di Terragni, su cui effettivamente scriverà:

  1. la casa del fascio (erosione: movimento dall’esterno verso l’interno,stratificazione spaziale).Tale architettura è analizzata da Eisemann attraverso categorie formali.
  2. l’ultima opera, la Giuliani-Frigerio (progettata sul principio d’esplosione, neoplasticismo). Movimenti di disassemblaggio neoplasticista.

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Come mai si occupa di questi due principi apparentemente così contradditori?

A metà degli anni ’60 comincia ad avere incarichi per fare case (x artisti, case-laboratori).

65/66 HOUSE II - sintesi di queste due forze opposte: erosione-esplosione.

Concetto d’implosione (esplosione trattenuta).E’un esplosione in uno spazio definito entro il quale posso controllarne gli esiti.

Proporzioni simili alla casa del fascio.

Fine anni 60 - casa tipica del processo successivo: ricerca di sovrapposizione con altre attività o discipline, soprattutto con la sfera artistica-filosofica.

Teorizzazione di un approccio all’architettura che ha negli anni ’70 il suo massimo splendore: la tesi del linguaggio

Scollamento tra architettura e il contorno, scollamento dell’architettura da ogni semantica: l’architettura non sa rispondere alle nuove problematiche.

Architettura che diventa TESTO; tutto ciò che è intorno all’architettura è pre-testo.

L’architettura si fa CRITICA, consapevole dei suoi meccanismi ideativi.

Eisenman è definito da Tafuri il "terrorista della forma".

HOUSE III: siamo all’interno del "gratuito", due cubi ruotati

Anni 74/75 HOUSE VI: concetto di volume

"congelando la dimensione semantica, la dimensione sintattica ha un grande peso" …

Anni 77, HOUSE X: ritorna ad un doppio ragionamento.

Modello quadripartito (uno dei modelli wrightiani, schema del Danteum); rende autonomi i quattro quadranti, ciascuno al suo interno ha un proprio sistema di distribuzione.

Questa distribuzione si rifà anche al sito.

Entra in gioco anche il materiale (reti, tile)

Va in analisi.

Lavora su movimenti della trivellazione.

Inizio anni 80 FIN D’OU T HOU S, da questo momento la svolta: inizia un nuovo ciclo, quello che sta ancora vivendo.

Quadro generale: alla fine degli anni ’70 alla parola chiave linguaggio si sostituisce sostanzialmente la parola contesto.

È il periodo del movimento post-moderno, di cui consideriamo tre caratteristiche:

  1. Si sposta l’attenzione, non potendo continuare l’espansione della città-macchina si decide di lavorare all’interno della maglia già esistente.
  2. La prima componente si sposa abbastanza naturalmente con la riscoperta dei sistemi tradizionali di fare architettura, si parla di memoria dell’architettura e di storicismo (Michael Graves, Paolo Portoghesi).
  3. Gli architetti postmodernisti sostengono che non è vero che l’architettura debba essere astratta ma anzi che deve comunicare dei valori condivisi, attraverso elementi dell’architettura tradizionale

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il 1980 è l’acme di questo movimento, in Italia è l’anno della mostra "La memoria del passato" alla Biennale

Questo modo di ragionare spiazza completamente l’atteggiamento di Eisenman verso l’architettura.

La sua risposta a questa crisi: indagare il contestoà palinsesto (pergamene medioevali su cui si scriveva, si cancellava e si riscriveva, rimanevano tracce degli scritti precedenti…).

Il contesto rientra in gioco come oggetto critico.

Anno ’78: per la biennale di Venezia fa un progetto a metà tra il concettuale e lo scientifico.

Si tratta dell’ampliamento di una galleria esistente, in California.

Le giaciture del progetto nascono dalle analisi delle mappe storiche.

Il costruito propriamente detto e il resto fanno parte di un progetto unico, all’interno della logica delle tracce dis-velate.

Questo lo tira fuori dal tunnel.

La sua è una doppia operazione:

usa la parola chiave del momento (contesto) lo fa con armi nuove

’85 Iba a Berlino: minerale emerso

Eisenman capisce abbastanza presto come fare interagire due sfere:

quella di natura concettuale e quella scientifica che lui assume come modello dell’architettura.

Per far ciò non ricorre ancora ad un approccio digitale ma alla Geometria booleana.

Nella sua architettura vi è in questo periodo la presenza di alcuni schemi tipologici che vengono poi soggetti a forti urti trasformazionali.

lCa’88: mostra dell’architettura decostruttivista

In-between: modalità interstiziale. Per la sua progettazione non sceglie arre libere ma zone fortemente contestualizzate.

Progetto per un campus universitario, invece di estendersi nel sito, situa il progetto tra gli edifici esistenti. Galleria interna a vari piani. (Bastioni: unico segno post-modernista presente nei suoi progetti)

Altra arma: la tecnica dell’oscillazione o vibrazione della forma [analogia con il Futurismo italiano (scultura di Balla).]

’88: Casa Guardiola Lo schema tipologico è quello della "L" che è "oscillata".
 


Dalle vibrazioni scaturiscono le conformazioni.

Aranoff Center (scuola d’architettura); nasce dall’oscillazione di due corpi uno a zig-zag (esistente) e un altro ondulato.

Chiesa per il 2000 a Roma, qui intraprende altri discorsi: edificio come movimento di zolle di paesaggio.