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una serie di
infiniti incroci tra le parti che costituivano lo scheltro del progetto,
una serie di punti nello spazio che i vari esperti di informatica studiavano
tridimensionalmente, per poterli trasformare in nodi fondamentali su cui
la struttura andava materialmente a reggersi, per poter essere quindi
realizzata.
la digitalizzazione
del progetto divenne così il tramite per avvicinare alla realtà
un'idea spesso astratta, che verteva su aspetti estetici e di forma sbalorditivi
ma che sembrava quasi non pensare alla reale fattiblità e a tutti
i problemi che poteva comportare a livello statico, strutturale e di assemblaggio.
l'astrazione
grafica, più era contorta, e più non riusciva ad avere una
corrispondenza con il mondo reale; lo stesso gehry, pure se ha fatica,
si rese conto che il suo modo di concepire architettura richiedeva il passagio
cruciale, il salto nella digitalizzazione dei suoi pensieri con lo scopo
di renderli fisicamente esistenti.
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il pesce nel
villaggio olimpico di barcellona è la prova dell'efficacia di un
mezzo volto a definire superfici con l'aiuto di equazioni matematiche,
con l'unico scopo di arrivare ad un progetto che partendo da un'idea apparentemente
imperfetta perchè irrealizzabile, risultasse realizzabile perchè
perfetto... o ai limiti della perfezione ("su migliaia di connessioni due
erano sbagliate di tre millimetri" , questo il commento di jim glymph).
la digitalizzazione
dell'architettura forniva notevoli risultati , anche se rimaneva per certi
versi un qualcosa accessibile soprattutto a coloro che di architettura
si occupavano o quantomeno si interessavano, ed è questo uno dei
motivi per cui gehry ha sempre preferito utilizzare i modelli, costruiti
in serie nel suo studio, dal momento che offrivano una maggior comprensione
del progetto da parte del cliente, oltre che un imprescendibile mezzo con
cui valutare fattori come la resistenza dei materiali, o l'impatto delle
forme progettuli nella realtà.
un modo di pensare
che ha avuto un riscontro evidente in molti dei suoi lavori, primo fra
tutti il guggenheim di bilbao; un'infinita produzione, quasi maniacale,
di plastici, corredata da tavole realizzate a mano, quelle presentate al
concorso vinto,proprio nel periodo di transizione dai metodi tradizionali
alla digitalizzazione.
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digitalizzazione
a cui gehry è stato costretto ad arrendersi perchè schiavo
della sua stessa architettura, di un modo di concepire le forme architettoniche
tale da trovare la sua completezza nel mezzo tecnologica. alcuni progetti
di gehry non sarebbero stati possibili, e comunque non si sarebbero potuti
presentare così come appaiono, senza l'aiuto dei vari programmi
grafici che sono riusciti a valorizzare, rendendole realizzabili in pieno,
le idee dell'architetto.