INTRODUZIONE
Bertold Brecht diceva "il libro è un’ arma".
E aveva ragione. Un’arma estremamente efficace, soprattutto
se utilizzata contro chi non ha scudi per difendersi. Nelle
scuole italiane quest’arma è stata usata per oltre
cinquant’anni, e ha sortito l’effetto desiderato,
cioè quello di indottrinare generazioni attraverso
l’omissione di intere pagine della nostra storia e la
mistificazione di altre. Per anni Azione Studentesca, e prima
ancora Fare Fronte, si sono battuti contro la faziosità
con la quale vengono scritti molti dei testi adottati negli
istituti superiori, testi che trattano in particolare la storia,
la letteratura, la filosofia e l’arte. Abbiamo denunciato
il silenzio colpevole, quando non la connivenza, degli storici,
dei docenti, della stampa e del Ministero della Pubblica Istruzione.
Nulla. La situazione è addirittura peggiorata con l’entrata
in vigore del Decreto sul ‘900, che impone, durante l’ultimo
anno delle superiori, lo studio del XX secolo fino ai giorni
nostri. Scorgendo alcuni dei testi che vengono adottati nelle
scuole superiori, non si ha difficoltà a incontrare
mistificazioni, commenti faziosi, veri e propri falsi storici,
fino ad arrivare a una evidente campagna elettorale.
In questo dossier vengono riportati alcuni esempi che dimostrano
come sia facile fare propaganda ideologica, politica e partitica
utilizzando la scuola pubblica. Così, come qualcuno
ha detto, "la storia è stata sottomessa alla corsa
al potere dell’ex PCI".
Questo Dossier non rappresenta il tentativo di scagionare
alcuni personaggi o fatti storici e di condannarne altri,
perché non faremmo niente di diverso da quello che
è stato fatto fin’ora. La nostra unica volontà
è quella di dimostrare come anche una certa cultura
imposta nelle scuole abbia contribuito ad alimentare una guerra
civile, spesso latente, che in Italia dura da cinquant’anni,
e che ha causato lo scontro, spesso durissimo, tra intere
generazioni, divise in nome di ideali e appartenenze anacronistici.
Le case editrici, gli autori, i docenti e il Ministero della
Pubblica Istruzione che permettono la stampa di alcuni libri
di testo, devono assumersi la responsabilità di voler
alimentare questo scontro, e di impedire che il popolo italiano
possa ricostruirsi una sua identità comune, che può
nascere solo da una lettura obbiettiva e serena della sua
storia. Non si tratta di scrivere libri "di sinistra"
o di "destra" (alla denuncia di Azione Studentesca
l’ineffabile Ministro Berlinguer ha risposto suggerendo
di scrivere libri di destra per contrastare quelli di sinistra
– COMPLIMENTI!), chiediamo solo la verità.
Un esempio: nella maggior parte dei libri di storia non c’è
una parola sulle migliaia di nostri connazionali uccisi nelle
foibe dai comunisti di Tito per la sola colpa di essere italiani.
Noi non chiediamo che se ne parli per riportare il numero
esatto delle vittime del comunismo nel mondo sui libri di
storia. Non ci sogniamo una edizione scolastica del "libro
nero del Comunismo", non ci interessa. Noi chiediamo
che se ne parli perché è vergognoso che una
Nazione degna di questo nome sia disposta a dimenticare i
suoi martiri in nome di un interesse di parte. Né si
può dare credito a quanti sostengono che determinate
pagine di storia siano state omesse per permettere proprio
la costruzione di una nuova identità nazionale sul
mito – debole - della Resistenza, perché, se anche
questa teoria fosse credibile (e non lo è), non sarebbe
più valida dopo cinquantacinque anni dalla fine della
seconda guerra mondiale. Nulla giustifica la faziosità
con la quale spesso si parla di determinati fatti e personaggi
dei giorni nostri.
Se è vero che la storia la scrivono i vincitori, è
vero anche che costoro hanno vinto più di cinquant’anni
fa. Ora basta. E’ tempo che le nuove generazioni abbiano
la possibilità di confrontarsi per ricucire una ferita
che ha sanguinato troppo a lungo.
C’ERA UNA VOLTA…
Qui di seguito riportiamo alcuni degli esempi più
significativi (riportarli tutti avrebbe voluto dire scrivere
centinaia di pagine!) di mistificazione dei principali testi
di storia adottati nelle ultime classi delle scuole superiori.
"ELEMENTI DI STORIA – XX secolo" di Augusto
Camera e Renato Fabietti
IV Edizione per ZANICHELLI.
Pag. 1575
"Quanto alla pretesa di una parità etico-politica
delle due parti in lotta [Combattenti della Repubblica Sociale
e Partigiani – ndr], si vorrà riconoscere (e i
più avveduti militanti di provenienza fascista hanno
effettivamente riconosciuto) che da una parte si combatteva
per la libertà, dall’altra per il totalitarismo
e per la schiavitù. Né si dica che se da una
parte ci si schierava per i Lager dall’altra ci si batteva
per i Gulag, perché, in primo luogo, i Lager erano
solo la conseguenza estrema, ma logica e necessaria, di un
regime che si fondava sulla disuguaglianza degli uomini, sulla
sopraffazione e l’eliminazione delle "razze inferiori",
sull’asservimento degli Untermenschen, mentre in linea
di principio il comunismo esprimeva l’esigenza di uguaglianza
come premessa di libertà (e l’ignominia dei Gulag
non è dipesa da questo sacrosanto ideale, ma dal tentativo
utopico di tradurlo immediatamente in atto o peggio dalla
"conversione di Stalin al tradizionale imperialismo);
in secondo luogo, i militanti comunisti italiani certamente
non si battevano per importare anche in Italia i Gulag ma
per eliminare ingiustizie e privilegi."
Ecco quello che non temiamo di definire un bieco tentativo
di giustificare l’ingiustificabile.
Facciamo rispondere per noi ad Aleksandr Solzenicyn, premio
Nobel per la letteratura nel 1970, privato della cittadinanza
sovietica ed espulso nel 1974.
Scrive Solzenicyn, affrontando un aspro parallelismo tra
i servi della gleba dell’epoca zarista e i detenuti nei
Gulag dell’epoca "dell’ illuminato impero sovietico":
"[…]Non gli è permesso il più piccolo
temperino, non gli è permesso avere una scodella, di
animali domestici è autorizzato a tenere solo i pidocchi.
Il servo della gleba poteva di tanto in tanto buttare le reti,
pescare qualcosa. Il detenuto pesca solo con il cucchiaio,
nella sbobba. Il servo della gleba aveva la sua mucca, o una
capra, polli. Il detenuto non si unge neppure le labbra con
il latte, mai, non vede un uovo per decenni, potrebbe addirittura
non riconoscerlo se lo vedesse."
Pagg. 1564-1566
"L’8 settembre 1943, nel vuoto di potere determinato
dallo sfacelo dello Stato Italiano, furono uccise, soprattutto
in Istria 500/700 persone. Per quanto gravi, quei fatti non
corrispondevano però a un disegno politico preordinato:
essi furono piuttosto la conseguenza di uno sfogo dell’ira
popolare sloveno-croata contro gli italo-fascisti, paragonabile
alla strage di fascisti perpetrata nel Nord Italia dopo il
25 aprile, nella quale certo non intervennero motivazioni
etniche di nessun genere." […]
Eccoci davanti a un vero falso storico. Tutti ormai sanno
che la triste pagina delle Foibe venne scritta dai soldati
di Tito tesi ad una vera e propria pulizia etnica.
Le vittime italiane non erano fascisti, ma gente comune,
contadini ed abitanti del luogo; donne e bambini.
"[…] Noi non abbozzeremo un bilancio degli "infoibati"
e dei soppressi in vario modo e in varie circostanze, in primo
luogo e soprattutto perché le cifre fornite dalle varie
fonti sono disparate e malcerte; in secondo luogo perché
l’abitudine invalsa di usare come argomento politico
il cumulo dei cadaveri gravante sulla coscienza di questo
o quel partito ci sembra disgustosa."
Bravi! Finalmente un po’ di onestà intellettuale…
peccato solo che il disgusto che gli autori del libro provano
in questa specifica circostanza non sia sorto spontaneo in
tutte le altre circostanze in cui, a commettere crimini contro
l’umanità sono stati esponenti della parte politica
a loro avversa.
"[…] Altrettanto inammissibile ci sembra il fatto
che osino chieder conto della ferita sofferta dall’Italia
nelle sue regioni nord-orientali coloro che di tale ferita
sono stati i primi responsabili o coloro che di tali primi
responsabili si dichiarano eredi e continuatori."
Vergogna! Non ci sarebbe bisogno di nessun commento, se non
fosse che gli autori, non paghi, accanto all’immagine
della lapide commemorativa eretta sulla Foiba di Basovizza
pubblicata sul loro volume, hanno scritto:
"[…] Dopo la prima guerra mondiale fu usata come
discarica [la Foiba di Basovizza ndr], anche di materiale
bellico; ed ebbe una sua triste fama come meta di suicidi.
E’ stata dichiarata come monumento nazionale nel 1992."
Sul massacro di Basovizza il giornale Libera Stampa in data
1.8.1945 pubblicava un articolo dal titolo: "Il massacro
di Basovizza confermato dal CLN Giuliano". Piena luce
sia fatta in nome della civiltà. Una dettagliata documentazione
trasmessa alle autorità alleate della zona e al Governo
Italiano." L’articolo riportava un documento sottoscritto
da tutti i componenti del CLN che denunciava i crimini accaduti
a Trieste tra il 2 e il 5 maggio 1945:
"Centinaia di cittadini vennero trasportati nel cosiddetto
Pozzo della Miniera in località prossima a Basovizza
e fatti precipitare nell’abisso profondo 240 metri. Su
quei disgraziati vennero in seguito lanciate le salme di circa
120 soldati tedeschi uccisi nei combattimenti dei giorni precedenti
e le carogne putrefatte di alcuni cavalli".
Pag. 1569
"[…] I partigiani esercitarono le rappresaglie
sempre e soltanto sui nemici nazisti e fascisti fatti prigionieri,
non mai sulla popolazione civile, neppure quando questa si
dimostrava attesista e opportunista."
Altro falso storico, stavolta addirittura clamoroso. Tanto
per citare solo uno dei fatti, il 7 febbraio 1945 un gruppo
di partigiani italiani della brigata comunista Garibaldi compiva
il triste eccidio di Malga-Porzus a danno di 19 partigiani
della brigata cattolica Osoppo, che ostacolavano l’attuazione
del progetto jugoslavo, teso all’annessione di territori
italiani alla Jugoslavia comunista di Tito.
"[…] è anzi importante rilevare come i combattenti
anti-fascisti si preoccupassero di non compromettere invano
la popolazione civile"
E la favola - o la farsa - continua. Se è vero che
i combattenti anti-fascisti si preoccupavano di non compromettere
la popolazione civile, come è possibile che abbiano
piazzato una bomba in Via Rasella uccidendo, oltre a 32 militari
tedeschi, anche civili italiani compreso un bambino? E come
è possibile che non avvertirono il dovere morale di
costituirsi quando appresero della rappresaglia che sarebbe
scattata a danno di 335 civili innocenti?
Anche i "combattenti per la libertà" dovrebbero
sapere che non è ammissibile far pagare alla popolazione
inerte le scelte che si fanno in guerra.
Pag. 1663
"[…] Al terrorismo nero si salda presto il terrorismo
che si dichiara rosso e proletario, ma che in realtà
matura in ambienti universitari e piccolo borghesi e consegue,
oggettivamente, gli stessi risultati del terrorismo nero,
cioè genera tensione e disordini, dai quali può
nascere solo un’involuzione reazionaria di ispirazione
fascistoide."
Siamo al delirio! Al di là dei nonsensi contenuti
in questa frase (non si capisce perché in ambienti
universitari e della piccola borghesia non si possa essere
comunisti!), la "capriola" mentale degli autori
non può che far ridere come un buon numero di cabaret:
il terrorismo rosso non esiste. Anche quello che si proclama
tale, a ben vedere, è fascista. Bah!
Pag. 1674
"[…] La volontà di cambiamento e la protesta
contro la partitocrazia e contro il consociativismo si espressero
anche nei consensi relativamente numerosi ottenuti dal Movimento
Sociale Italiano (5%) […] Notevole fu invece il successo
ottenuto da Rifondazione Comunista (6%), da interpretare però
non come protesta contro il sistema dei partiti, ma come rifiuto
della società esistente e come espressione di fedeltà
ai vecchi ideali della lotta proletaria." Veramente degna
di due storici questa lucida analisi.
"[…] Il tracollo del comunismo in URSS e nei paesi
satelliti contribuì certo a ridimensionare il vecchio
PCI e, almeno in un primo tempo, il nuovo PDS (i cui militanti
venivano spesso detti tendenziosamente "ex-comunisti"
anziché democratici di sinistra)."
Non riconoscere le "mutazioni" storiche dei partiti
e dei suoi militanti è pratica molto diffusa in Italia.
Allo scopo segnaliamo nello stesso libro il passo che segue.
Pag. 1680
Accanto all’immagine dell’etichetta comparsa su
alcune bottiglie di vino prodotte a Predappio nei tardi anni
‘80, gli autori scrivono questa didascalia:
"Sino agli inizi degli anni novanta, il Movimento Sociale
Italiano si richiamò esplicitamente ai contenuti e
allo stile del Fascismo Repubblicano. L’etichetta qui
riportata, per esempio, se anche non fu esplicita iniziativa
dell’MSI, certo si ispirò alla sua linea politica[…]"
Per dovere di cronaca, vi riportiamo quanto scritto sulla
citata etichetta :
Nero di Predappio – bevo e me ne frego – dona giovinezza.
Vino del camerata.
Ci sorge un dubbio: gli autori avevano forse assaggiato,
e magari abusato, di questo vino quando hanno scritto la loro
didascalia? Non paghi, comunque, continuano:
"Il sillogismo implicito, insomma, assumeva nella conoscenza
di molti una formulazione di questo tipo: "la Prima Repubblica
è stata una vergogna; la Prima Repubblica è
nata dalla Resistenza; la Resistenza è una vergogna;
rivalutiamo il fascismo". A questo "revisionismo"
inconsapevole della gente si saldava da tempo sia il revisionismo
critico messo in cantiere da alcuni storici di professione,
come il citato Renzo de Felice[…]"
Se de Felice fu chiaramente storico di professione, proprio
non ci riesce di capire quale sia la professione di Camera
e Fabietti.
Inizia la campagna elettorale… "a proposito di
Berlusconi"
Pag. 1682 – scheda 51.3 - Pag. 1683/1684/1690
"[…] L’articolo 1 della nostra Costituzione
dichiara: "L’Italia è una Repubblica democratica
fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo,
che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione."
Nelle parole di Berlusconi e dei suoi portavoce la fondamentale
riserva da noi corrivata venne sistematicamente omessa, e
non si trattò certo di un’omissione casuale e
irrilevante: così mutilato, infatti, l’art. 1
non garantisce più che la sovranità popolare
sia esercitata nel rispetto delle regole previste a tutela
delle minoranze, e il "popolo" si trasforma nella
"gente", la cui opinione è accertata giorno
per giorno mediante i cosiddetti sondaggi."
"[…] L’uso sistematicamente aggressivo dei
media, i ripetuti attacchi alla magistratura, alla direzione
generale anti-mafia, alla Banca d’Italia, alla Corte
Costituzionale e soprattutto al Presidente della Repubblica
[Scalfaro ndr] , condotti da Berlusconi o dai suoi portavoce,
esasperarono le tensioni politiche nel Paese, sommandosi alle
tensioni sociali determinate dalla disoccupazione crescente
(che contraddiceva clamorosamente le promesse elettorali di
Forza Italia) e dai tagli proposti dal Governo alle pensioni,
alla sanità e in genere alle spese statali per la previdenza
sociale[…]"
"[…] Tali pronunciamenti [di Berlusconi ndr] ,
rafforzati da altre dichiarazioni simili di Fini e dei Cristiani
Democratici, miravano esplicitamente a ridurre o a vanificare
la libertà di scelta del Presidente della Repubblica
[…]"
"[…] Di là di tutte le argomentazioni, del
resto, Berlusconi aveva urgente bisogno di recuperare il potere
e di varare quella riforma della giustizia ch’egli riteneva
necessaria e che pensava l’avrebbe messo al riparo dagli
avvisi di garanzia e da eventuali condanne."
"[…] Da destra e da sinistra si ripeteva giustamente
che le regole generali della vita politica dovevano essere
concordate tra tutti i partiti, ma, dopo che la Commissione
ebbe concluso i lavori ed ebbe approvato quasi all’unanimità
un documento unico in cui si prospettavano le riforme da varare,
d’un tratto Berlusconi e i suoi alleati mutarono atteggiamento,
cosicché l’esito concreto della Bicamerale fu
del tutto deludente."
Senza commento.
Pag. 1688 – 1884 (didascalia fig. 56.33) …continua
la campagna elettorale…
"[…] A meno che – grazie a un’intesa
internazionale – non si diminuiscano le ore settimanali
di lavoro (come è stato fatto in alcuni paesi e proposto
anche in Italia)[…]"
Il richiamo alla proposta di Rifondazione Comunista circa
le 35 ore lavorative settimanali, è fin troppo evidente.
Ce li immaginiamo Camera e Fabietti sotto il palco di Bertinotti
a spellarsi le mani con gli applausi ogni volta che il leader
di Rifondazione Comunista prende la parola.
"[…] Nella Cina uscita dalle riforme varate da
Den Xiao Ping nel 1978, le vecchie copie cartacee del Libretto
Rosso sono merce da bancarella di souvenir, così come
i grandi ritratti di Mao, Lenin, Stalin, Engels, Marx ingialliscono
nei magazzini delle librerie di stato. E’ invece possibile
la lettura in CD grazie l’edizione multimediale delle
opere complete di Mao realizzata nel 1998."
Ci piange il cuore per le opere cartacee di siffatti statisti,
ma ci consoliamo tutti con l’opera multimediale di Mao.
Un solo rimprovero agli autori: già che c’erano,
potevano dirci dove trovarle per un "acquisto democratico
e proletario"…
Quasi a voler rispondere a questo nostro opuscolo, gli autori
Camera e Fabietti, nel triste tentativo di difendersi dalla
loro stessa incapacità a scrivere un testo di storia
con quell’obiettività che si richiede ad uno storico
serio, scrivono:
Pag. 1563
"Perché dunque la Repubblica potesse essere proposta
come patria comune di tutti gli italiani, è stato necessario,
per un verso, alterare la prospettiva storica trasformando
la maggioranza afascista in maggioranza antifascista, che
avrebbe opposto all’occupazione tedesca almeno una resistenza
passiva, e per l’altro verso, si è dovuta negare
la qualifica d’italianità ai combattenti della
Repubblica Sociale Italiana di Mussolini, degradandoli a semplici
mercenari al servizio degli invasori nazisti. Ed è
stato altresì necessario ignorare quanto è accaduto
sul nostro confine giuliano, dimenticare le stragi perpetrate
da Tito , e dai suoi partigiani, dimenticare l’ignominia
delle foibe, perché l’attenzione rivolta verso
questi eventi e verso questi problemi avrebbe costretto a
prendere atto delle lacerazioni interne alla Resistenza e
a rompere ogni rapporto di collaborazione, sia pure polemica,
con Togliatti e col suo partito, che a proposito della Venezia
Giulia avevano assunto (o erano stati costretti ad assumere,
dati i loro rapporti di sudditanza nei confronti dell’URSS)
posizioni non conciliabili con gli interessi della nazione
italiana. Ma la rottura con i comunisti, che nella Resistenza
avevano svolto una parte di primo piano, avrebbe tolto uno
dei supporti fondamentali all’inevitabile "mito"
della Resistenza come fondamento unitario – comunista,
"azionista", socialista, cattolico e liberal-democratico
– della patria repubblicana."
Ipocriti!
"MANUALE DI STORIA 3 L’Età contemporanea"
A. Giardina, G. Sabbatucci, V. Vidotto per Editori Laterza,
nuova edizione aggiornata.
Pag. 866
"[…]Il tratto distintivo del terrorismo di destra
fu il ricorso ad attentati dinamitardi in luoghi pubblici,
che provocavano stragi indiscriminate, col probabile scopo
di diffondere il panico nel paese e di favorire una svolta
autoritaria. Dopo la strage di P.zza Fontana, vi furono le
bombe in P.zza della Loggia a Brescia, nel maggio ’74,
e quelle sul treno Italicus nell’agosto dello stesso
anno, l’attentato alla stazione di Bologna (con oltre
80 morti) nell’agosto ’80. La ragionevole convinzione
di larga parte dell’opinione pubblica che attribuisce
le stragi ad esponenti della destra eversiva sostenuti dai
servizi segreti, pur confortata da molti riscontri investigativi,
non ha trovato ancora (salvo che per Bologna) una conferma
nella magistratura giudicante[…]."
Vorremmo ricordare agli autori che la "ragionevole convinzione
di larga parte dell’opinione pubblica" non è
storia.
Pag. 943 Anche qui siamo in campagna elettorale…
"[…]Le ragioni della vittoria di Berlusconi, una
vittoria confermata e anzi accresciuta nelle elezioni europee
di giugno, furono attribuite non solo al sostegno delle sue
televisioni, ma soprattutto alla capacità di proporsi
– con efficaci messaggi al tempo stesso popolari e populistici
– come l’unico in grado di sostituire il ceto di
governo spazzato via dagli scandali di tangentopoli[…]".
Pag. 945
"[…]I referendum erano intesi a ridimensionare
il potere televisivo di Berlusconi e la sconfitta dei proponenti
fu interpretata come un successo anche politico dell’imprenditore
milanese e della sua capacità di influenzare il grande
pubblico. […]"
Pag. 946
"[…] Rimaneva invece aperto un contenzioso spesso
assai aspro fra settori dell’ ordine giudiziario e settori
della classe politica, che criticavano il ruolo protagonistico
assunto dopo Tangentopoli dalla magistratura inquirente: il
contrasto era ulteriormente alimentato dal coinvolgimento
in alcune inchieste del leader dell’opposizione, Silvio
Berlusconi. […]"
Pag. 947
"[…]Proprio una maggiore capacità di aggregazione
e una maggiore credibilità dei candidati aveva consentito
allo schieramento di centro-sinistra di riconquistare nelle
elezioni amministrative della primavera-autunno 1997 la guida
di molti altri centri come Torino, Roma […]"
"L’ETA’ CONTEMPORANEA – il novecento
e il mondo attuale" P. Ortoleva, M. Revelli
Nuova periodizzazione per Edizioni Scolastiche Bruno Mondatori
Pag. 310
"[…]Nell’esaltazione della figura di Stalin
che raggiunse aspetti di un vero e proprio "culto della
personalità" (come sarebbe stato definito questo
fenomeno negli anni cinquanta), non si trovava, infatti, solo
il rapporto capo-seguaci tipico di tutti gli stati autoritari
di quegli anni ( e pure di stati meno autoritari, come gli
USA), ma anche la risposta a un profondo bisogno di stabilità
e di certezza: in quel clima di continui e violenti mutamenti,
la figura di Stalin appariva rassicurante nella sua immensa
autorità e nella sua salda permanenza al potere. Il
timore da essa ispirato poteva quasi essere sentito positivamente,
come il rispetto dovuto a un’autorità dura ma
giusta. Il ritmo continuo delle trasformazioni sociali e politiche,
che continuavano ad abbattere senza sosta ceti, come i kulàki,
e figure fino a poco prima onnipotenti come i leader man mano
liquidati da Stalin, poteva anche essere interpretato come
la prova di una grande volontà di eguaglianza, pronta
a colpire il privilegio ovunque si formasse: Stalin diveniva,
in tal senso, l’incarnazione di una rivoluzione giusta
e livellatrice. […]" Il passo si commenta da solo,
quindi non ci dilunghiamo più di tanto. Ci preme però
ricordare che i kulàki uccisi dal regime stalinista
furono cinque milioni. Cinque milioni di esseri umani sterminati
di cui nessuno parla e che nessuno ricorda né commemora.
Pag. 315
"La politica staliniana in tema di nazionalità
comunque non fu solo di carattere repressivo. Bisogna tener
conto che, nella lista dei popoli perseguitati dal regime,
compaiono solo etnie nettamente minoritarie, spesso isolate
nella loro zona di insediamento."Ah, bè, allora
massacriamoli, sono minoritari!!!
Pag. 657
"[…]E’ stato ormai accertato che le stragi,
spesso affidate a una "manovalanza neofascista",
trovarono forti complicità all’interno dei servizi
segreti e in alcune aree dell’apparato istituzionale
e militare dello Stato.[…]" No, signori "storici"…
non è stato ancora accertato. E finché ci sarà
chi continua a darlo per scontato, di accertarlo davvero non
interesserà a nessuno… o quasi.
Pag. 662
"[…]All’emergenza fecero appello le forze
di governo e il PCI per approvare una legislazione d’eccezione,
che venne molto discussa e criticata; essa si rivelò
del tutto inefficace nei confronti del terrorismo di destra
e della "strategia della tensione", ma ebbe l’indubbio
effetto di portare alla sconfitta del terrorismo di sinistra.
[…]"
Un libro molto interessante, arrivato alla sua settima od
ottava edizione, L’eskimo in redazione, di Michele Brambilla
ed. Oscar Saggi Mondadori, affronta molto bene il tema di
chi, negli "anni di piombo" tentò di mettere
su due piani il terrorismo di destra e il terrorismo di sinistra,
arrivando quasi a giustificare quest’ultimo, o almeno
a camuffarlo come un’inevitabile sbocco della ribellione
giovanile. Questi "pietosi" intellettuali non sapevano
che guasti gravissimi un simile atteggiamento avrebbe causato.
Qualcuno non lo sa ancora, e continua così… Centinaia
di giovani vite spezzate, sentitamente, ringraziano.
"POPOLI E CIVILTA’ 3" Antonio Brancati
Nuova Edizione per La Nuova Italia
Pag. 210
"L’avvento di una dittatura in Germania non costituiva
per l’Europa una novità assoluta, visto che analoghi
movimenti totalitari o dittatoriali si erano venuti nel frattempo
insediando e consolidando anche in altri Paesi come in Italia
con Mussolini, in Spagna con Primo de Rivera, in Portogallo
con Antonio Salazar, in Grecia con Joannis Metaxas, in Austria
con Engelbert Dollfuss, in Romania con Jon Antonescu e in
Turchia con Mustafà Kemal Atatürk, fondatore della
repubblica turca da lui retta con poteri dittatoriali sino
alla morte.[…]" Per caso abbiamo dimenticato che
nel 1924 andò al potere un certo Iosif Dzuga_vili,
meglio noto come Stalin?
Pag. 565
"La strategia della tensione o del terrore, inaugurata
a P.zza Fontana, sarebbe rimasta purtroppo per molti anni
una costante nella cronaca politica del nostro Paese. Una
lunga serie di attentati, di stragi e di violenze compiute
dai terroristi delle organizzazioni neofasciste e neonaziste
(Avanguardia Nazionale, Ordine Nuovo, Ordine Nero) avrebbe
insanguinato le città italiane, intrecciandosi a manovre
preparatorie golpiste. Nel corso degli anni settanta l’attacco
allo Stato fu però sferrato anche da un estremismo
di segno opposto. Al terrorismo nero, già operante,
si aggiunse il terrorismo praticato da organizzazioni clandestine
che si proclamavano "comuniste" (Nuclei Armati Proletari,
Prima Linea e soprattutto, Le Brigate Rosse)". Ovviamente
"si proclamavano"! Che lo fossero anche? Leggendo
la frase sopra riportata, chissà come dovranno sentirsi
stupidi tutti i giovani di sinistra, finiti per scelta o per
caso nelle spire del terrorismo, e che hanno pagato le loro
idee comuniste e le loro scelte estreme con la prigione e
a volte la vita.
Pag. 599
"[…] dopo avere avuto un ruolo di grande rilievo
nella Resistenza (il PCI n.d.r.), nella stesura della Carta
Costituzionale e nella storia della Repubblica con particolare
riguardo agli anni in cui aveva dato un contributo fondamentale
alla lotta contro il terrorismo[…]" Beh… "contributo
fondamentale" ci sembra appena appena un’esagerazione…
"STORIA E STORIOGRAFIA 3" di A. Desideri e M. Themelly
nuovissima e dizione per C. Editrice D’Anna
Pag. 1355
"[…]Alla fine di quel "terribile 1977"
E. Berlinguer chiese l’ingresso a pieno titolo dei comunisti
al governo; intendeva dare un indirizzo nuovo – non di
mero restauro – alla politica della maggioranza[…]"
Qui la campagna elettorale è un po’ retroattiva,
ma chissà che non funzioni ugualmente…
Pag. 1370
"[…]Già prima dell’esplosione del terrorismo
"rosso" aveva fatto la sua comparsa in Italia il
terrorismo "nero", ispirato a gruppi estremisti
di destra viventi all’ombra del MSI e già operanti
nella Repubblica di Salò.[…]" E questi sarebbero
"storici"??? Ma per favore, un po’ di serietà!
Qualcuno ricorda per caso che quel MSI "ombreggiante"
richiese la pena di morte per i terroristi di destra?
Pag. 1377
"[…]Nel primo Ordine Nuovo, infatti, venivano privilegiati
gli aspetti più propriamente ideologici della lotta
politica, con la proclamata adesione al pensiero di autori
di forte impronta reazionaria (soprattutto Giulio Evola, ma
anche esponenti di un pensiero genericamente spiritualista,
nei quali "si mescolavano insieme la cultura occulta,
la divinazione, i fenomeni medianici, la magia nera, lo yoga,
le società segrete, la cabala, l’esoterismo").
[…]" Evola come il mago Otelma? Un concetto interessante,
più "medianico" che storico, pero’…
PILLOLE
Nel manuale "DIRITTO COSTITUZIONALE SIMEONE" (XIV
Edizione) a proposito delle elezioni politiche del 1994 a
pagina 315 si legge:
"Le elezioni, svoltesi con il nuovo sistema imperfettamente
maggioritario, hanno portato alla vittoria una composita coalizione
in cui precariamente si armonizzavano istanze secessioniste,
destra neofascista e partito azienda. Il Presidente della
Repubblica ha assunto immediatamente il ruolo di difensore
dei valori costituzionali della solidarietà, della
democrazia parlamentare e dell’unità nazionale,
esercitando una sorta di tutela presidenziale sul Governo
Berlusconi"
Aberrante è dire poco.
Alla voce "foiba" del "VOCABOLARIO DELLA LINGUA
PARLATA IN ITALIA" di Carlo Salinari si legge:
"Dolina con sottosuolo cavernoso e indica particolarmente
le fosse del Carso nelle quali, durante la guerra 40-45, furono
gettati i corpi delle vittime della rappresaglia nazista"
Qui addirittura siamo al "ribaltone". Salinari avrebbe
qualcosa da insegnare a qualcuno?
E magari il vocabolario bisogna anche pagarlo…
Dal testo "LA STORIA: RETE E NODI – Manuale per
una didattica modulare" di A. Brancati e T. Pagliarani
"Per il coraggio, la fermezza e la coerenza dimostrati
in tante occasioni, Prodi ha saputo guadagnare la stima di
altri Governi e partner internazionali" "Con l’affermazione
in Gran Bretagna del laburista Tony Blair e in Francia del
socialista Lionel Jospin si sono addirittura aperte le prospettive
per un dialogo della sinistra moderata europea, al quale si
è dimostrato interessato anche Bill Clinton" Che
bello! Siamo tutti contenti se viene anche Chelsea.
Dalla postfazione al "DIZIONARIO GIURIDICO ITALIANO
– INGLESE" di Francesco de Franchis, editrice Giuffré
Pag. 159
"E si arriva al colmo: nell’agosto 1994 –
fatto mai accaduto in nessun paese democratico dell’Occidente
(in corsivo nel testo n.d.r.) e misura dell’assoluta
impresentabilità di una coalizione che deve, all’evidenza,
cercare i propri modelli nei regimi sudamericani – il
governo Berlusconi invia un "esposto" al Presidente
della Repubblica in cui si denuncia un attentato al funzionamento
degli ‘organi costituzionali perpetrato dalla procura
di Milano con le sue indagini sulla criminalità organizzata:
qui va rilevata, oltre alla grossolanità degli uomini,
la sfacciata ribellione alla legge (in corsivo nel testo n.d.r.)
da parte delle forze di governo e l’ostilità verso
una sia pur piccola pattuglia di magistrati indipendenti.
In un crescendo di vendetta macbethiana si colloca la vicenda
di Antonio di Pietro, inquisito, oggetto di una lunga e implacabile
persecuzione da parte della forza legale "
E hanno avuto il coraggio di scomodare anche Shakespeare!
Pag. 173
"Resta il fatto che – a prescindere dall’individuo
– il caso Berlusconi appare, sul piano politico, come
il primo e il più grave nella storia di tutte le democrazie
occidentali di un imprenditore che assume funzioni di governo.
Si è opportunamente osservato che :’Il nuovo Governo
Berlusconi si presenta come una compagine all’altezza
dei propositi; dal decreto salvaladri al condono edilizio
al vecchio regime dei lavori pubblici alla virtuale abolizione
del Secit: un free for all degno dei fratelli Somoza’
"(l’autore non indica la fonte della citazione)
…e un pensierino degno di Gianni e Pinotto!
Dal libro FARE STORIA di A. Brancati, ed. Nuova Italia
"Gli Ebrei, popolo ormai emarginato e separato, divennero
nel Basso Medio Evo anche coloro che profanavano di nascosto
i misteri cristiani (rubando e disprezzando le ostie consacrate)
e che compivano omicidi rituali di bambini per poter fare
con il loro sangue il pane azzimo, fatto cioè senza
lievito e da essi usato nei giorni pasquali" L’autore
del libro si è giustificato dicendo che nello scritto
incriminato, stava riferendo solamente le calunnie che venivano
rovesciate addosso al popolo ebraico. Va bene, ma è
difficile che questo venga compreso da uno studente della
media inferiore.
Dal libro LEGGERE EUROPA di Sambugar-E., ed. Nuova Italia
Parlando del futurismo e di Martinetti:
"Affermazioni paradossali che non indicano assolutamente
realistici programmi, per questo diedero cita a sfortunati
e inevitabili fanatismi, esaltando ideologie violente come
quella fascista. Un rinnovamento artistico che sfocia spesso
nel suono un po’ vuoto di slanci verbali, e che non esita
a cadere nel decisamente brutto. Il movimento futurista mancava
comunque di profondi contenuti spirituali." Non molto
obiettivo come commento nei confronti di quella che è
stata un’avanguardia artistica dal valore universalmente
riconosciuto.
Dal libro VERSO IL 2000 di D. Materazzi, ed. Thema.
A proposito del Movimento Sociale Italiano
"Suo segretario politico nazionale è Giorgio
Fini, mentre l’ala intransigente e nostalgica del nazional-socialismo
che fa capo a Pino Rauti, è relegata al ruolo di opposizione
interna" A parte la divertente miscela che l’autore
ha creato tra i nomi di due diversi segretari dell’MSI,
e cioè Giorgio Almirante e Gianfranco Fini, è
da notare che nemmeno i più feroci detrattori del MSI
sono mai arrivati ad accostare gli iscritti del partito a
dei nazisti militanti.
Dal libro STORIA E STORIOGRAFIA di A. Desideri, ed. D’Anna
Nel capitolo dedicato alla Rivoluzione Francese "[…]e
ciò nel momento stesso in cui la Vandea insorgeva contro
la leva di 300.000 uomini, ordinata dalla convenzione. Nell’insurrezione
dei contadini vandeani si possono cogliere molteplici spinte:
oscuri fermenti di lotta di classe paradossalmente combattuta
sotto le insegne della reazione, sobillazione nobiliare, appoggi
inglesi ed europei alla causa degli insorti."
Interessante notare la capacità di sintesi dell’autore
che liquida una lunga e sanguinosa guerra civile in meno di
tre righe nel testo.
A. Desideri, da studente, avrà sicuramente vinto una
medaglietta nella gara di riassunto.
Dal libro SPRINT FINALE di Attalienti, ed Ferraro
A proposito di D’Annunzio "Per quanto riguarda
poi la poesia del D’Annunzio, se qua e là possiamo
restare ammirati di fronte a tanta dovizia di parole e tanta
abilità stilistica, raramente essa ci commuove, perché
la sua perfezione estetica, come disse il Serra, è
una perfezione che suona falso (al maschile sul testo)."
C. Attalienti usa con una certa superficialità un
plurale majestatis che sfugge alla nostra comprensione. "Raramente
ci commuove…" Attalienti , invece, ci fa piangere.
E tanto!
|