Le scale,le scale, le scale, le scale,
scendo di corsa le scale
e’ sera , grilli , cicale e’ sera d’estate,
le case di luce e tintinnio di posate
le chiavi del box ,la cler che sto alzando
che cigola e sbatte, il cavalletto che batte la scocca
fa un tonfo, giro il rubinetto
poi tiro un po’ l’ aria e la pedivella
la vespa e’ gia’ accesa
che sbuffa che romba,
rimbomba ,percuote
l’estate,il quartiere la via, Pavia
che mi scorre a fianco in palazzi e case borghesi
che scorre e fruscia innesto una terza
sul viale alberato la quarta che segue
a novanta arrivato,decido si gira,
terza,seconda,si accelera a destra,i ciotoli antichi
vibracchia unpo’ tutto riscuote le ruote
scricchiola la scocca vibrando s’e’ rotta
poi tregua m’ e data dal liscio catrame del lungoticino
sonnecchia l’ odore fluviale ,le foglie son code
serpenti a sonagli e il vento a suona
fra rami e spiragli
concedo andatura tranquilla alla vespa sorniona
riposa la pace
l’ orizzonte rosa c’e’ solo una cosa
un sibilo un flauto un giro perfetto
e’ il motore compagno di questo balletto
ringrazio me stesso che l’ ho preparato ,
con cura e rispetto ogni parte pulito,
poi calmo e paziente ogni cosa a suo posto
un tocco di mano come una carezza
la voce sussurra ai carter di marmo
su bravi lasciate che a posto vi metta
e torna in un attimo l’ attenzione alla strada
noi siamo fantini di questa contrada
la quarta
l’ho tolta,
innesto una terza,
riaccelero,
apro in salita scomposta,
la vespa un po’ a destra ,
raddrizzo lo sterzo,
poi tutto s’aggiusta
son preso e ripreso
dal traffico in coda di un auto che suona,
mi da precedenza,
poi spinge di dietro
riprende la fretta
la fila la coda
l’ odore una tromba , lo smog
la foresta di lamiera d’auto e’ finito
ho imboccato la via del paese
si sente lontano e’ gia’ dietro la siepe
e’ una quirete novella quella che pervade
il mio animo e il viale
di case ritorno contento
ombreggian le sagome
avvolte nel nero ed il minimo torna
a cantar nella vespa ,un tonfo ritonfo
la chiave la toppa
e il botton della massa
che schiaccio
e un baleno
la vespa che dorme
e la seguo sereno