Dal libro sapientemente presentato da Giovanni
Battista Elia, palenese e critico letterario, ecco la prefazione:
La lettura del secondo, struggente,
libro di Romeo e Mario Como dovrebbe cominciare da quella sorta
di poemetto civile in prosa, collocato in fondo al volume, che
porta il titolo di Profondo Sud. Si suddivide in quattro tempi-partiture
che costituiscono la migliore presentazione per questo
nuovo memoriale.
Il riferimento al linguaggio musicale mi è suggerito dall'orchestrazione
armonica di accenti che vanno dalla narrazione alla rivendicazione
politica e sociale, dalla sinfonia della natura alla considerazione
sociologica, dalla divagazione filosofica e psicologica al dialogo
- con un passante, contadino di leopardiana memoria o sciamano
la cui memoria si è invece persa.
Neppure il tessuto plurilinguistico vi risulta disomogeneo, anzi,
è necessario per noi conterranei che stiamo rischiando
di perdere il nostro patrimonio
sentimentale e antropologico.
Di tale patrimonio il frasario dialettale è il custode
morente e, tuttavia, forse per questo, capace ancora di accendere
nostalgie e moti interiori che ci rimettono in contiguità
con le origini del nostro sentire.
Si leggano a tal proposito gli ultimi quattro capoversi del poemetto
con quella chiusura esclamata e secca: come in una commossa dissolvenza
cinematografica, il paese compare - agli esecutori di un romantico
pellegrinaggio giunto alla fine - e lo lascia rimanere sospeso,
per un tempo non misurabile, nell'animo del lettore, dopo che
ha chiuso il libro.
I
libri dei Como costituiscono una documentazione unica del nostro
dialetto, poiché non tanto il vocabolario quanto la lingua
in situazione, colta nel vivo, vi è salvaguardata. Si vedano
a tal proposito la freschezza delle pagine dedicate ad Antonio
Chiaverini.
La lingua mostra le sue migliori potenzialità in situazioni
di maggiore tensione
emotiva e i tralci di parlato non ci vengono forniti per concessione
al sorriso o ad una convivialità ammiccante, bensì
per onorare il vero e l'umanità di uomini e donne che conosciamo.
Vi sono dei brani di interviste o di lettere che dalla realtà
approdano direttamente alla letteratura, senza mediazioni.
Documenti come questi sono destinati ad acquisire sempre più
valore man mano che si radicalizza il processo di globalizzazione
del reale. L'omologazione culturale avrà sempre più
bisogno della differenza, della salvaguardia e rivitalizzazione
di ciò che di originale e inaudito l'uomo sappia produrre.
L'Italia in questo senso possiede una ricchezza enorme di manifestazioni
particolari della cultura e delle lingue e i lettori di questo
libro non saremo solo noi compaesani.
Ne verranno altri.
A
margine della presentazione del libro presentato una originale
iniziativa che consiste nella pubblicazione degli "atti"
del libro precedente (cronistoria, immagini, scritti ecc) che
hanno contraddistinto la creazione dell'opera.
BASTOGI Editore
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