Oggi canto per farmi coraggio
che il mio cuore io vo' consolare
troppo dolce
è già il mese di maggio
che dal duolo potrei delirare
ohimé dal paese selvaggio
il mio signore non può tornare
ma già sento il mio cuore più saggio
quando di
lui io posso parlare.
Quando grideranno: Resa!
Dio, aiuta i pellegrini
perché io da timore son
presa
che felloni sono i Saracini.
Passerà questo mese di maggio
e anche gli anni potranno passare
da gran tempo
egli è in pellegrinaggio
voglia il cielo che possa tornare
non mi curo del mio
lignaggio
e nessun modo voglio trovare
si concluder altro maritaggio
folle chi
me n'oserà parlare.
Oggi l'animo mio è desolato
che il mio uomo non sia in questo porto
bel signore che ho sempre amato
oggi non ho più gioia e conforto
son graziosa e lui è garbato
Dio, perché ci hai fatto torto?
Crudelmente ci hai separato
il nostro amore non era ancor morto.
Io saprò a lungo perseverare
ché l'omaggio egli un dì mi ha donato
e la brezza che sento spirare
vien di là, dal paese assediato
verso lui che non cesso d'amare
volgo il viso mio accorato
e mi sembra poterlo toccare
col mio corpo grigio ammantato.
Ahimé, triste, che fui desolata
quando non potei accompagnare
mi lasciò la sua veste crociata
perché io la potessi baciare
sul mio petto la tengo abbracciata
quando amor mi fa penare
stretta sulla mia pelle infuocata
gli gli affanni miei possa calmare.