Coro: Forza venite gente
che in piazza si va
un grande spettacolo c'è.
Francesco al padre la roba ridà.
Padre: Rendimi tutti i soldi che
hai!
Francesco: Eccoli, i tuoi soldi tieni padre sono tuoi
eccoti la giubba di velluto se la vuoi.
Non mi serve nulla, con un saio me ne andrò.
Eccoti le scarpe, solo i piedi mi terrò.
Butto via il passato, il nome che mi hai dato tu.
Nudo come un verme non ti devo niente più.
Chiara: Non avrà più casa, più famiglia
non avrà.
Francesco: Ora avrò soltanto un padre che si chiama Dio.
Coro: Forza venite gente
che in piazza si va
un grande spettacolo c'è.
Francesco al padre la roba ridà.
Padre: Figlio degenerato che sei!
Chiara: Non avrai più casa, più famiglia
non avrai.
Non sai più chi eri, ma sai quello che sarai.
Francesco: Figlio della strada, vagabondo sono io.
Col destino in tasca ora il mondo è tutto mio.
Ora sono un uomo perché libero sarò,
ora sono ricco perché niente più vorrò.
Chiara: Nella sua bisaccia pane e fame
e poesia.
Francesco: Fiori di speranza segneranno la mia via.
Coro: Forza venite gente
che in piazza si va
un grande spettacolo c'è.
Chiara: Francesco ha scelto la sua libertà.
Padre: Figlio degenerato che sei!
Coro: Figlio degenerato che
sei!
Chiara: Ora sarà diverso da noi!...
Francesco: Io Francesco coi miei compagni
Fra' Masseo e Frate Maggio.
Piedi scalzi
sempre in viaggio
sulla strada polverosa.
Coro: Poco pane
poco pane
per mangiare tanta terra
tanta terra.
Per dormire.
Francesco: Rondinelle del Signore
è uno zingaro il vostro cuore.
Coro: E sulla strada
Francesco: la strada stretta
Coro: polverosa
Francesco: che porta in cielo
Coro: d'ogni cosa saremmo
senza.
Providenza: ...se Sorella Provvidenza
non venisse incontro a noi.
Perché siete di quelli
che non hanno paura,
perché siete di quelli
che non vogliono niente, niente, niente.
E non comprate e non vendete
e non prestate e non riavete.
Perché voi soli siete certi ch'io ci sia
e seminate la speranza per la via:
un grappolo d'uva e una fonte chiara
non mancherà.
Alberi: Vai Francesco coi tuoi
compagni
centomila piedi scalzi
tasche vuote e cuore in festa.
Providenza: Dal tuo seme una foresta.
Amico 1: Stanotte ragazzi che malinconia!
Un vecchio compagno se n'è andato via.
Qualcosa luccica negli occhi tuoi
da quando Francesco non è più con noi.
Il vino stanotte non ha più sapore.
L'amore stanotte non è più l'amore.
Noi siamo stanchi come stanchi eroi
da quando Francesco non è più con noi.
Amico 2: È vuota la città
è morta l'allegria
la vita è senza fantasia
e non c'è più felicità.
È vuota la città
è morta l'allegria
la vita è senza fantasia
e non c'è più felicità.
Amico 1: Stanotte ci manca quel suo viso strano
quegli occhi che guardavano lontano
quel suo sorriso pieno di bontà
per questo stanotte è vuota la città.
Amico 2: È vuota la città
è morta l'allegria
la vita è senza fantasia
e non c'è più felicità.
È vuota la città
. . . . . . . . .
Amico 1: Stanotte il vino non ha più sapore.
L'amore stanotte non è più l'amore.
Un vecchio amico se n'è andato via
e qui rimane la malinconia.
Amico 2: Addio Frate.
Chiara: I miei capelli taglierò
lascerò le vesti e gli ori
e i miei pensieri.
I miei pensieri lascerò,
la mia cara gioventù
le speranze mie di ieri.
E me ne andrò
via da tutto e via da me
per la strada dove lui
scalzo e povero già va...
Qui le lunghe sere
tra i muri bianchi
le mie preghiere
pensieri puri
tra i bianchi muri
di veste bianca mi vestirò...
Monache: I tuoi pensieri lascerai
la tua cara gioventù
le speranze tue di ieri.
Chiara: E me ne andrò
via da tutto e via da me
per la strada dove lui
scalzo e povero già va...
Qui le lunghe sere
tra i muri bianchi
le mie preghiere
Monache: pensieri puri
tra i bianchi muri
di veste bianca ti vestirai...
. . . . . . . .
pensieri puri
tra i bianchi muri
Chiara: di veste bianca mi vestirò!
Andiamo, andiamo
ventiquattro piedi siamo.
Andiamo, andiamo
con un solo cuore andiamo.
Andiamo, andiamo
da Messer lo Papa andiamo.
Chiediamo la mano
di Madonna Povertà.
Regola uno noi chiediamo il permesso
di possedere mai nessun possesso.
Regola due noi chiediamo licenza
di far l'amore con Sora Pasienza.
Regola tre considerare fratelli
i fiori, i lupi, gli usignoli e gli agnelli.
Per nostro tetto noi vogliamo le stalle,
per nostro pane, strade e libertà.
Andiamo, andiamo
figli delle strada siamo.
Andiamo, andiamo
come cani sciolti andiamo.
Andiamo, andiamo
con le scarpe degli indiani.
Chiediamo la mano
di Madonna Povertà.
Regola uno noi chiediamo il permesso
di possedere mai nessun possesso.
Regola due noi chiediamo licenza
di far l'amore con Sora Pasienza.
Regola tre portare un cuore giocondo
fino ai confini dei confini del mondo.
Acqua sorgente per i nostri pensieri
per nostro pane, strade e libertà.
Andiamo, andiamo
ventiquattro piedi siamo.
Andiamo, andiamo
per la nostra strada andiamo.
. . . . . . . .
Andiamo, andiamo
ventiquattro piedi siamo.
Andiamo, andiamo
per la nostra strada andiamo.
Andiamo, andiamo
ventiquattro piedi siamo.
Andiamo, andiamo
per la nostra strada andiamo.
Alberi: E il sole uscì color
cinese
e il suo ventaglio al cielo aprì.
E in quel fantastico paese,
Francesco dentro un quadro naif.
Francesco: E tutto il cielo è sceso in terra
e uccelli a frotte ai piedi miei.
Buongiorno piccoli fratelli
felicità della tribù di Dio.
Coro: E volare volare
volare volare.
Francesco: Noi siamo l'allegria
Coro: E volare volare volare
volare.
Francesco: Leggero il cuore sia
Coro: E volare volare volare
volare.
Francesco: Chi ha piume volerà.
Animali: Na na naneu nané nanà
na na naneu nané nanà.
Alberi: E come a tanti fraticelli
a gufi e passeri parlò.
Francesco: Attraversate monti e valli
e dite al mondo quello che dirò.
Coro: E volare volare
volare volare.
Francesco: Noi siamo l'allegria
Coro: E volare volare volare
volare.
Francesco: Leggero il cuore sia
Coro: E volare volare volare
volare.
Francesco: Chi ha piume volerà.
Coro: E volare volare
volare volare.
Francesco: Insieme in allegria
Coro: E volare volare volare
volare.
Francesco: Leggero il cuore sia
Coro: E volare volare volare
volare.
Francesco: Chi ha piume volerà.
Na na naneu nané nanà
na na naneu nané nanà.
Coro: E volare volare volare volare.
E volare volare volare volare.
E volare volare volare volare.
Tutti: Chi ha piume volerà.
Chiara: Posso dire amore a tutti
posso dire amore a Dio
ma non posso più
dire «amore mio»,
a te.
Perché mio non è più niente
e un amore mio non c'è
e non posso più
dirti «amore mio».
Perché? Perché?
Francesco: Chiara, Chiara, no
se ti avessi sarei ricco più di un re.
E tu lo sai
la ricchezza non è fatta più per me.
Chiara: Con le mani accarezzare
di un lebbroso posso il viso
ma non posso più
carezzare il tuo.
Perché?
La tua sposa, la Rinuncia,
forse è bella più di me.
Tu dai tutto a lei
a me nulla dai.
Perché, perché?
Francesco: Chiara, Chiara no
se ti avessi sarei ricco più di un re.
E tu lo sai
la ricchezza non è fatta per me.
Monache: Quell'amore non è più per noi.
Lupo: Il lupo a Gubbio
sono solo io
agnelli e vacche è tutto quanto mio.
Se la foresta il cibo non mi dà
io mangio carne d'uomo di città.
Io mi travesto come meglio posso
per ingannare Cappuccetto Rosso.
Al mondo tutti sanno che non c'è
un figlio di puttana come me, come, come me.
Francesco: Ed eccolo qua l'agnellino di Dio.
Lupo: Agnellino a me? Beeeh!
Francesco: Il lupo cattivo che mangia la gente
e che rimorso non sente mai
per tutto il male che fa
ma che da adesso in poi
più mansueto di un agnello sarà.
Coro: Dai Francesco dai
fa' vedere chi sei
diglielo anche tu
non uccidere più.
La la la la la
la la la la la.
Dai Francesco dai
fai vedere chi sei.
Lupo: Certo colpa non
ha se sono al mondo anch'io.
Cosa mangio se qui niente è mio?
Francesco: Se tu la pace fai con la città,
vedrai che da mangiare ci sarà.
Lupo: Si, però, però, però...
però per via di questa brutta faccia
la gente sempre mi darà la caccia.
Francesco: Ma se nel mondo più fiducia avrai
perfino bello tu diventerai.
Coro: E a braccetto...
Francesco: Frate Lupo.
Coro: Zampa a mano
Lupo: Frate Frate.
Coro: Frate e Lupo piano
piano
han lasciato la foresta
verso Gubbio tutta in festa.
Se suor campana suona
dan din don din don dan
il lupo si perdona
dan din don dan
se suor campana canta
dan din don din don dan
il lupo non spaventa
dan din don dan.
Se suor campana chiama
dan din don din don dan
la gente il lupo sfama
dan din don dan
se suor campana squilla
dan din don din don dan
il cielo il sole brilla
dan din don dan.
Angelo: L'angelo biondo
che ha lui nella mente
la voce che sente
parlargli di Dio
sono io.
L'angelo d'oro
che canta nel sonno
che splende nel buio
che tutto fa chiaro
per lui sono io.
Io fatto d'aria
e di luce celeste
lo so, non esisto,
non sono di queste contrade
ma so che c'è un posto
nel cuore di un uomo
e che vivo nel sogno
per lui.
(Rit. a bocca chiusa)
Angelo: Io fatto d'aria
Francesco: Tu fatto d'aria
di luce e di niente
di luce e di niente
la voce che sente
la voce che sento
parlargli di Dio
parlarmi di Dio
sono io.
sei tu.
Solo mi vede
Solo ti vedo
lui solo mi crede
io solo ti credo
per lui sono sceso
per me tu sei sceso
tra queste contrade
tra queste contrade
soltanto per lui.
soltanto per me.
Angelo: Favola d'oro
bisogno di cielo
mi vesto di velo
mi copro di piume
gli facci da lume
nel buio profondo
io l'angelo biondo
che parla con lui. Francesco: che
parla con me.
(Rit. a bocca chiusa)
Venite cavalieri, saltimbanchi e vagabondi.
Venite zoppi e dritti, miserabili e giocondi
la fiamma della fede purifica ogni pecca.
Cacciamo l'infedele, rimandiamolo alla Mecca.
Venite cani e gatti, schiavi, nobili e mercanti.
Venite coi somari, coi ronzini e i ronzinanti.
Vogliamo la gloria sui campi di battaglia.
Evviva la crociata che fa santa la canaglia.
Prenotiamoci con zelo
un biglietto per il cielo.
Prenotiamoci con zelo
un biglietto per il cielo.
Venite sognatori, venturieri e farabutti.
Laggiù c'è pane e morte, gloria e femmine per tutti.
Il giorno del riscatto già bussa ai nostri cuori.
Ingrossa come un fiume la Crociata contro i Mori.
Gerusalemme chiama, noi dobbiamo farla nostra.
avanti lancia in resta per la bella santa giostra
a morte l'infedele, rompiamogli le corna.
Siccome Dio lo vuole tutto quadra e il conto torna.
Prenotiamoci con zelo
un biglietto per il cielo.
Prenotiamoci con zelo
un biglietto per il cielo.
Dice che coi pezzenti suoi
per la Crociata si imbarcò
con quei poveri diavoli
in Terrasanta arrivò,
e così quell'illuso lì,
Ierusalemme conquistò,
e di gloria lui si coprì
solo perché nemici non ne trovò;
solo perché nemici non ne trovò.
Tu Francesco in Terrasanta scalzo te ne vai
tu Francesco la tua guerra come vincerai?
Senza spada né corazza ma che crociato sei?
Con un saio e un crocifisso come finirai? Mah!
In Terrasanta te ne vai.
Dice che non fu il primo lui
che dal Sultano si fermò.
Ma dei Cristiani fu il primo che
la testa a casa riportò.
E così quell'ingenuo lì
anche l'impossibile sfidò,
e col cordone del saio suo
quel gran Sultano accalappiò
quel gran Sultano accalappiò.
Tu Francesco in Terrasanta scalzo te ne vai
tu Francesco la tua guerra come vincerai?
Senza spada né corazza ma che crociato sei?
Con un saio e un crocifisso come finirai? Mah!
In Terrasanta te ne vai.
Francesco: Luna luna là
che solitaria in cielo stai,
che tutto vedi e nulla sai...
Arabo: Luna luna là
che sui confini nostri vai
e fronti e limiti non hai
e tutti noi
uguali fai...
Francesco: Tu che risplendi
sui nostri visi bianchi o neri
tu che ispiri
e diffondi
uguali brividi e pensieri
fra tutti noi quaggiù...
Arabo: Luna luna là
mantello bianco di pietà
presenza muta di ogni Dio
del suo del mio
del Dio che sa.
Francesco: Tu che fai luce
all'uomo errante in ogni via
dacci pace, la tua pace,
la bianca pace e così sia,
per questa umanità.
Coro: Bianca luna, bianca
luna...
Bianca luna, bianca luna...
Bianca luna, bianca luna...
Bianca luna, bianca luna...
Francesco: Ecco la stalla di Greccio
con l'asino e il bove
e i pastori di coccio
che accorrono già.
Monti di sughero
prati di muschio
col gesso per neve
lo specchio per fosso
la stella che va.
Ecco la greppia
Giuseppe e Maria
lassù c'è già l'Angelo
di cartapesta
che insegna la via
che annuncia la festa
che il mondo lo sappia
e che canti così:
Coro: È Natale.
È Natale.
È Natale
anche qui.
Francesco: Ecco la stalla di Greccio
con l'asino e il bove
e i pastori di coccio
che accorrono già.
Monti di sughero
prati di muschio
col gesso per neve
lo specchio per fosso
la stella che va.
Carta da Zucchero
fiocchi di lana
le stelle e la luna
stagnola d'argento
la vecchia che fila
l'agnello che bruca
la gente che dica
e che canti così:
Coro: È Natale.
È Natale.
È Natale
anche qui.
Francesco: Ecco il Presepio giocondo
che va per il mondo
per sempre portando
la buona novella
seguendo la stella
che splende nel cielo
e che annuncia così:
Coro: È Natale.
È Natale.
È Natale
anche qui.
È Natale.
È Natale.
È Natale
anche qui.
Chiara: La sposa di Gesù
starà con Lui lassù
accanto Gli starà
e amore Gli darà.
Amore Gli darò
darò soltanto a Lui
l'amore che non ho
a un uomo dato mai
dato mai.
Ma se quel giorno là
Gesù non mi vorrà
a chi darò più io
l'immenso amore mio?
Nel grande cielo blu
sospeso resterà
l'amore che non ho
a un uomo dato mai
dato mai.
A me! Ammazziamoli! Dài!
A me! Ammazziamoli! Dài!
A me! Ammazziamoli! Dài!
A me! Ammazziamoli! Dài!
Eccoli sono presi in trappola.
Non mi avrete mai
Ti uccideremo noi!
Vi uccideremo noi!
Il capo spetta a me
Eccomi, le mie mani non tremano;
il vigliacco sei tu!
No, tu!
Uomini: Sgozzalo!
Dagli ferro da mordere!
Dagli! buttalo giù!
Vedrai!
Vedrai!
Pentiti!
Raccomanda l'anima!
La tua morte è qui,
su questa lama...
No!
La lama buona è mia;
sei tu che morirai.
Donne: Fermali.
Accorrete, si ammazzano!
No, fermatevi no!
Donne, via di qui!
Via di qui donne voi!
La violenza siamo noi... la violenza... la forza,
la guerra siamo noi.
A te!
A te!
A te!
Condannato: Sì morire sì,
morire sì ma non così...
Sapere che da un grido in là...
Sì, morire sì,
morire sì ma non così.
Pensare: il mondo crollerà
e nulla poi
più ci sarà.
Qui, sopra il vuoto
guardare l'attimo che avanza
la certezza
dell'ignoto
che copre l'ultima speranza
e tutto finirà.
Morire sì, punirmi sì, ma non così.
Tu, boia, tu destino mio
tu non sei Dio, tu non sei Dio.
Tu che mi uccidi
ma non per odio o per follia.
Tu l'offendi
tu lo sfidi
tu togli a Dio la vita mia,
tu uomo come me.
Francesco: Frate Leone, agnello del Signore
per quanto possa un frate
sull'acqua camminare
sanare gli ammalati
o vincere ogni male;
e far vedere i ciechi
e i morti camminare...
Frate Leone, pecorella del Signore,
per quanto possa un santo frate
parlare ai pesci e agli animali
o possa ammansire i lupi
e farli amici come i cani;
per quanto possa lui svelare
che cosa ci darà il domani...
Tu scrivi che questa non è:
Coro + F: Perfetta Letizia, Perfetta Letizia,
Perfetta Letizia.
Francesco: Frate Leone, agnello del Signore
per quanto possa un frate
parlare tanto bene
da far capire i sordi
e convertire i ladri
per quanto anche all'inferno
lui possa far cristiani...
Tu scrivi che questa non è:
Coro + F: Perfetta Letizia, Perfetta Letizia,
Perfetta Letizia.
Francesco: E in mezzo a frate inverno
tra neve, freddo e vento,
stasera arriveremo a casa
e busseremo giù al portone
bagnati, stanchi ed affamati.
Ci scambieranno per due ladri,
ci scacceranno come cani,
ci prenderanno a bastonate
e al freddo toccherà aspettare
con Sora Notte e Sora Fame.
E se sapremo pazientare
bagnati, stanchi e bastonati
pensando che così Dio vuole
e il Male trasformarlo in Bene...
Tu scrivi che questa è:
Coro + F: Perfetta Letizia, Perfetta Letizia,
Perfetta Letizia.
Francesco: Frate Leone questa è...
Frate Leone questa è...
Frate Leone questa è...
Frate Leone questa è...
Perfetta Letizia, Perfetta Letizia,
Perfetta Letizia.
Quando quel giorno Francesco verrà
io voglio dirgli così:
dimmi se sono la tua Povertà,
io che son povera qui.
A Francesco quel giorno dirò:
tu lo sai che ricchezza non ho.
Pane e cielo io mangio con te,
ma il mio cuore leggero non è.
E lui Francesco mandato da Dio
sul cuore mio piangerà.
Che povertà - gli dirò - sono io?
E lui Francesco dirà:
Povertà, Povertà non è Dio
se sarà come qui schiavitù.
Pane e cielo sapore non ha
se il tuo pane non è libertà.
Quando quel giorno Francesco verrà
ali di rondine avrò
e su nel libero cielo con lui
io Povertà volerò.
Coro: Semplicità sorella
mia
un pane tondo un morso e via
Semplicità a a
semplici semplicità.
Coro + F: Semplicità sorella mia
un canestrello di fantasia
semplicità a a
semplici semplicità.
Coro: Pensieri leggeri piccini.
Francesco: Un cuore di grandi bambini.
Coro: E cieli turchini
negli occhi
tuoi pieni di semplicità.
Francesco: Semplicità
Coro + F: sorella mia.
Semplicità
semplicità
Coro: che nulla vuoi
che nulla prendi e tutto dai
Coro + F: semplici, semplici, semplicità.
Semplicità a a.
Diavolo: Belle stoffe
ricche gemme
oro argento e zaffiri
fratello Diavalo vi dà.
Io regalo
tutto quanto:
basta darmi l'anima
e avrete la felicità.
Coro: Nessuno nessuno
ti sente
noi siamo felici di niente
perché semplicissimamente cantiamo la
semplicità.
Francesco: Sorella mia
semplicità.
Diavolo: Il potere è con me,
l'abbondanza con me,
voluttà dolcissime con me.
Coro: Semplicità
...
un pane tondo un morso e via
semplicità a a
semplici semplicità a a.
Francesco: Semplicità
Coro: semplicità
Francesco: che nulla chiede e tutto dà
Coro: semplici semplici semplicità
semplicità a a.
Semplicità a a
semplici semplici semplicità.
Diavolo: Un povero diavolo
cornuto come me
che cosa mai può fare
per tentare te.
Ti sento inafferrabile
illogico diverso
cercare di tentarti
è tutto tempo perso.
Così... così
Così... così
Dovrei pregare ma non so come si fa.
Così... così
Così... così
Dovrei saper pregare per pregarti di aver pietà.
Coro: Ma Lucifero è dannato
e pregare non sa più.
Povero vecchio diavolo
povero Belzebù.
Povero vecchio diavolo
povero Belzebù.
Diavolo: I diavoli mi sfottono e ridono di me.
Ah ah ah!
Perché con te mi scorno
rispondimi perché?
Le mie più porche femmine
con te diventan sante
dell'oro e del potere
a te non frega niente.
Così... così
Così... così
Dovrei pregare ma non so come si fa.
Così... così
Così... così
Dovrei saper pregare per pregarti di aver pietà.
Coro: Ma l'Arcangelo Lucifero
pregare non sa più.
Povero vecchio diavolo... diavolo
povero Belzebù... Belzebù.
Povero vecchio diavolo... diavolo
povero Belzebù.... Belzebù.
Povero vecchio diavolo... diavolo
povero Belzebù.... Belzebù.
Povero vecchio diavolo... diavolo
povero povero povero...
Diavolo: Povero tu!
Donne: Arriva la morte che taglia
le teste
arriva la notte per l'uomo che muore
arriva la pena per l'uomo che resta
arriva la mano che sparge dolore.
Arriva la falce che lacera i gridi,
arriva la morte che suscita i pianti
arriva la mano che strazia le madri.
Arriva la morte che tutti livella
arriva la falce che mai si riposa
arriva la mano che spazza e flagella
arriva la morte la finta pietosa.
Eppure Francesco la immagina bella
eppure Francesco la chiama sua sposa
eppure Francesco la chiama sorella.
Francesco: Sorella morte dolorosa e bellissima.
Sorella morte che dal male ci liberi.
Donne: Sorella morte che ci bagni di
lacrime.
Francesco: Sorella morte che di cielo ci illumini.
Donne: Sorella morte che ci vesti da
vedove.
Francesco: Sorella morte che ci porti fra gli angeli.
Donne: Sorella morte che deponi le lapidi.
Francesco: Sorella morte che spalanchi l'eternità.
Sorella morte che prepari le semine
che uccidi i giorni per far vivere i secoli.
Donne: Sorella morte che ci bagni di
lacrime.
Francesco: Uccidi l'uomo per far vivere gli uomini.
Donne: Sorella morte che ci vesti da
vedove.
Francesco: Sorella morte che rinnovi l'umanità.
Donne: Sorella morte che deponi le lapidi.
Francesco: Sorella morte che spalanchi l'eternità.
Angelo: Frate Francesco è vivo tra noi
e c'è nel cielo più luce che mai.
Tra i Cherubini gelosi di lui,
dell'Angelo bellissimo.
Alberi: E tra le foglie un vento
passò
al suo respiro che andava lassù
e la sua terra la terra restò
deserta senza lui.
Coro: E piansero bianche
nel chiostro
le monache date a Gesù.
Giovanni chiamato Francesco
non c'era più.
Alberi: Non c'era più.
Coro: Non era più
con noi.
Angelo: Solo amore, amore, amore,
tutto amore, amore, amore fu.
Infinito amore, amore,
fosti solo amore, amore tu.
Alberi: E piansero i lupi nel
bosco
le rondini, i cigni e le gru.
Coro: Giovanni chiamato Francesco
non c'era più.
Alberi: Non c'era più.
Coro: Non era più
tra noi.
Diavolo: Tu bastarda
che m'hai fatto?
M'hai rubato un'anima
la più gagliarda
che incontrai.
Dimmi
con chi lotto
chi combatto
se non c'è quel santo frate maledetto,
il più perfetto tra i nemici miei?
Angelo: Sorella dagli occhi di teschio
quell'attimo hai pianto anche tu.
Un gelido bacio e Francesco
non c'era più.
Alberi: Non c'era più.
Coro: Non era più
tra noi.
Francesco: Laudato sii mi Signore
con tutte le tue creature
specialemente Frate Sole
che dà la luce al giorno e che ci illumina
per tua volontà
raggiante e bello con grande splendore
di Te è l'immagine
altissimo, altissimo Signore.
Laudato sii mi Signore
per Sora Luna e le stelle luminose e belle.
Coro: Alleluia, alleluia.
Alleluia, alleluia, alleluia.
Francesco: Laudato sii mi Signore
per Sora Luna e le stelle luminose e belle
Laudato sii mi Signore
per Sora Acqua tanto umile e preziosa.
Laudato sii mi Signore
per Frate Foco che ci illumina la notte.
Ed esso è bello robusto e forte,
Laudato sii, laudato sii mi Signore
per Frate Vento e per Sora Aria
per le nuvole e il sereno
per la pioggia e per il cielo.
Per Sora nostra Madre Terra
che ci nutre e ci governa
o altissimo Signore.
Coro: Alleluia, alleluia.
Alleluia, alleluia, alleluia.
Francesco: Laudato sii mi Signore
anche per Sora nostra Morte corporale.
Laudato sii mi Signore
per quelli che perdonano per il tuo amore.
E per l'anima.
Per Sora nostra Madre Terra
che ci nutre e ci governa
o altissimo Signore.
Coro: Alleluia, alleluia.
Alleluia, alleluia.
Alleluia, alleluia.
Alleluia, alleluia.
Alleluia, alleluia, alleluia.