Anno 3 n° 2- 13 Maggio 2000 |
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Indice: Sul Palio scende la Uazza |
Centro Storico: quarta disfatta consecutiva “Lu lebbr’ sta dov’ n’t’l’aspiett!”, e così Piano Selva
si aggiudica per la seconda volta il Palio delle Contrade, dopo che i
bookmakers, alla vigilia, davano per favoritissima Caselle. La scarsa
concentrazione del cavaliere arancione, (che peraltro, nella terza tornata,
ha dimostrato per intero il suo valore stracciando gli avversari, ma ahimé
troppo tardi!) e lo scarsissimo apporto di tifo (al seguito c’era uno
sparuto e spaurito gruppetto di sostenitori malgrado Caselle sia la contrada
demograficamente più consistente) hanno fatto sì che i fucsia della “Uazza”
vincessero, con tre tornate impeccabili, il loro secondo su quattro Palii
disputati. Ottima prestazione dei campioni uscenti del Borghetto, in lizza
per la vittoria, sfumata poi per un anello, fino alla tornata decisiva,
nonostante l’ironia della vigilia rivolta al cavallo Farfallina. Detto
del sorprendente (in negativo) terzo posto di Caselle, veniamo alle dolenti
note delle altre contrade. Se per la Contrada Sacconi solo la terza e
decisiva tornata è stata negativa, in quanto fino ad allora poteva tranquillamente
piazzarsi sul podio, per la Certosa e soprattutto per il Centro Storico
è stata davvero una giornata storta. Ma mentre la Certosa ha affrontato
questo Palio senza fare particolari proclami, il Centro Storico, malgrado
le pompose dichiarazioni della vigilia, ha dovuto subire l’ennesima batosta.
E, a nostro avviso, farebbero bene alcuni contradaioli ad accantonare
il proprio atteggiamento altezzoso e denigratorio nei confronti delle
altre contrade (definite “tristi”, “insignificanti” e “satelliti”) ed
a rimboccarsi le maniche per non diventare la contrada zimbello del Palio
(altro che “Caput Mundi”!). Secondo noi porta iella il colore verde: è
vero che verde è speranza, ma è pur vero che “chi vive di speranza, more
cach......”. Riguardo la coreografia, tranne Caselle che non sembra molto
interessata a questa manifestazione, tutte le Contrade sono state all’altezza,
pur se alla vigilia alcune di esse sono state accusate di imbrattamenti
stradali, di aver disegnato i passaggi pedonali, di aver usato condotti
idraulici come porta bandiere, di aver messo bandierine tipo corsa ciclistica
e via discorrendo. Dobbiamo fare un plauso a tutti i tifosi per il contegno
esemplare tenuto, anche se ci sentiamo in dovere di fare un appunto alla
tifoseria della contrada vincitrice: tifare significa sostenere i propri
colori e non diffamare gli avversari (di tre striscioni esposti nessuno
che sostenesse i propri colori ma tutti offensivi nei confronti della
Certosa). Per chiudere, un sincero bentornato a Lino, che grazie al rinvio
per pioggia di domenica scorsa, ha potuto partecipare e tifare per i suoi
colori ed è stato salutato da un calorosissimo ed unanime applauso.
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