“…il molteplice, il diverso, l’altro è la nostra sola ricchezza…”
Ognuno di noi ha la soggettiva facoltà di carpire la reale essenza
degli infiniti messaggi che la nostra epoca ci invia. Come? Con
glistrumenti che essa ci mette a disposizione (computer, “informazioni”).
Quando? Sempre, ogni giorno, ogni attimo della nostra esistenza.
Dove? Fra la gente, nella società: “l’ uomo è per sua natura un
animale sociale”,avrebbe oggi ribadito Aristotele, ed è nel confronto
con gli altri che comprende la sua vera identità ed il valore del
differente. Ma diverso da che?Da tutto ciò che già esiste o “che è
costruito”: esistono degli elementi base che costituiscono la realtà
al pari dei colori per bit di un computer.
La complessità si raggiunge per infinita “interconnessione e
sovrapposizione” della semplicità.
La realtà è come un puzzle: ad ognuno di noi ne è stato donato un
pezzo, diverso da tutti gli altri. Il tempo per “interconnetterlo”?
la propria esistenza e forse anche oltre.
In ogni cosa è contenuto il suo contrario: tante semplicità fanno una
complessità, nell’oggettività (razza umana) ci sono infinite
soggettività (uomini in quanto persone dotate di un’anima),nel
convenzionale c’è l’originale.
Perché il nostro pezzo sia ben incastrato nell’immenso puzzle della
realtà e della storia, bisogna trovare il suo giusto ed unico posto nel
momento dovuto: per scovarlo basterà essere disposti ad imparare come
si fa dai nostri antenati che l’hanno già fatto, dai nostri vicini
senza accontentarci di copiare passivamente i loro gesti.
Ciò che per Socrate era l’elisir della sapienza lo è ancora oggi per
noi: l’Emulazione.
“L’emulazione è la forza, l’invidia è la debolezza”(De
Sanctis)
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Si può essere o bisogna essere?
Spesso la società ci costringe a
pascolare in determinati spazi
recinti: l'importante è
saper saltare...!
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