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Nella sua naturale conformazione l'uomo, come essere
dotato di coscienza e responsabilità ad elevato grado di intelligenza
, ha saputo da sempre dominare le leggi del mondo fisico e sottrarsi parzialmente
al determinismo del mondo naturale, sviluppando straordinariamente le sue
grandi capacità di abilità manuale e comunicazione.
L'arte si è da sempre proposta come espressione diretta e a
tutti comprensibile della vita umana e dell'evoluzione dell'uomo stesso come
"animale sociale"(Aristotele): il tempo è il regolatore indiscusso
di tal successione di eventi(la Storia), lo spazio il luogo di lavoro dove
egli opera la sua "crescita". La città è una parte di questo
spazio, creata a sua immagine e somiglianza, nutrita dal flusso di grandi
arterie urbane riversato nelle capillarità di edifici, fatte di rampe
e gallerie: un imprevedibile scorrere in varie direzioni, un grande "luogo
di flusso"(Nan Ellin).
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Il
liquido nutriente è fatto di informazioni( di architettura, cultura,
affari, potere, leggi del mercato), che irrorano gli organi vitali di un
sistema "biochimico" creato su emulazione della natura umana, ovvero di una
complessità fisica e mentale. Giungere ad una perfetta simbiosi umano-naturale
significa operare una "crescita intelligente", basata su una profonda conoscenza
soggettiva: in una tanto agognata tranquillità interiore accettiamo
la nostra imperfezione, il nostro disordine, la nostra sporcizia."...le viste
dalla rampa..." della vita "...nelle gallerie..." dei nostri anfratti emotivi
"...sono imprevedibili..."(Zaha Hadid,Center of contemporary art):
"il zig-zag è la strada per il successo, una linea retta porta al
fallimento"(provebio masai).
Consapevoli di ciò, i nostri occhi impareranno giorno dopo giorno
a carpire l'essenza dei bisogni inconsci. Le nostre conoscenze scientifico-tecnologiche
ci sapranno allora guidare nell'apprendere l'uso della tecnologia informatica,
lo strumento che ci aiuterà a plasmare il nostro sostrato (contesto
fisico-sito,contesto sociale-etnografia) secondo un'immagine già nitida
nella nostra mente: non una forma ideale della geometria euclidea, ma una
forma "inesatta",naturale.
La nostra autorealizzazione sarà costruita con una disciplina e una
"pianificazione gentile, reattiva, giocosa, flessibile"(Nan Ellin), che permetterà
di conoscere e di liberare in noi i flussi naturali del desiderio, di esistere
in nuo spazio dove, differenti gli uni dagli altri, abbiamo la possibilità
di vivere la nostra individualità pur interagendo in una grande complessità:
quella di una moderna città la cui forza vitale scaturisce dalla discoperta
di un "chi", il nostro essere. In una così frenetica e dinamica ricerca
ci spostiamo continuamente scavando in una cultura di massa (produzione di
massa, suburbanizzazione, TV), che prolifica in luoghi "catalizzatori","brani
d'intensità,soglie d'integrazione di diverse famiglie nucleari dove
abbiamo apprezzato la "bellezza dell'essere bambino"(Nan Ellin).
Per le persone così come per le città non esiste più
un centro dove trovare tali informazioni: vagano tra i frammenti di tale
centro, dissolto o imploso, in questi confini "separatori",ma anche raccoglitori
delle pagine strappate e disperse nell'immenso spazio urbano di una realtà
oggetto di un imprevedibile-continuo divenire. Attratte dalla sete di lettura
di queste pagine, si nutrono delle informazioni delle informazioni in esse
contenute, affollando questi luoghi di incontro e di scambio, soglie permeabili
di integrazione di diversità (biologiche, culturali, sociali, artistiche,
commerciali).
"Stiamo diventando fluidi e sfaccettati"(sociologo Jay Lifton) e abbiamo
bisogno di vivere e "crescere" in un costante "cambiamento in cui spazio
e tempo sono continuamente riconfigurati in via digitale": non gestiamo questo
contemporaneo flusso permanente attraverso i "modelli lineari, gerarchici
e statici della logica binaria (metafora dell'albero),ma grazie ai modelli
olistici, multicentrici, non gerarchici e dinamici della ragnatela-rete";ci
descriviamo nelle forme "inesatte" come esseri simili ma non identici, imperfetti,
naturali, vivi in "geometrie fluido-topologiche(Zaha Hadid), "frattali".
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Il
collegamento elettronico è causa di una "fusione spazio-temporale
continua" e del "sorgere di culture locali ed espressioni del luogo" in queste
barre, slash, soglie permeabili(Steven Holl).
Luoghi del dualismo e dell'interdipendenza, dell'ordine-disordine, della
mente-corpo, della ragione-emozione, del "chi", queste barre divengono il
contesto in cui sorge la nuova architettura: fusione dei "mondi di flusso
e della differenza attraverso l'ibridazione, conseguenza generale della ricerca
di una nuova unità di elementi dissociati".
Si potrà così vedere "l'universo in un granello di sabbia"(William
Blake).
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