Questo libro è un insieme
di informazioni, rimandi , suggestioni e possibili percorsi.
Si studia il passato mentre si
guarda al futuro per comprendere lo spazio presente ''immaginato''-''modellato''e
gestito dall'informatica. Sembrerebbe
una nuova grammatica dei
tempi moderni.Questo è rappresentato anche dall'impaginazione ,circa
ottanta brevi capitoli, riassunti da una breve- puntuale citazione ad ogni
inizio capitolo.
Derrick de Kerckhove compie una
vera e propria revisione di quelle che sono le categorie kantiane -spazio
tempo-
arrivando ad un assunto fondamentale
la comunicazione non è più fondata sul concetto di
tempo, ma su quello di spazio.
Tre sono i nodi fondamentali :
-La ''spazializzazione'' del tempo
-L'architettura della rete
-L'interazione mente schermo.
Lavorando in rete il concetto di
tempo viene dilatato per non dire dissolto, quello che è veramente
importante è lo spazio-il movimento nella sua triplice spazialità
fisica, mentale e virtuale.
Parlando di spazio non si può
non parlare di architettura, dunque la domanda viene da sè in che
modo la nuova architettura della rete può creare una nuova idea
di spazio e perciò un nuovo concetto di fare architettura?
L'autore sembra darci una
risposta, attribuendo alla ''nuova architettura'' tre caratteristiche fondamentali
ossia quella di essere un'architettura mista,
insieme di reale e virtuale, d'interfaccia,
ovvero un continuo rimando di input e output, ed infine di essere
un'architettura d'interconnessione cioè
un sistema spaziale il cui scopo è quello di funzionare come struttura
di interscambio individuale e colletivo.
Interscambio che avviene attraverso
l'interazione fra la profondità della mente e la superficie dello
schermo ,ma in che modo ?
Ancora una volta è
lo spazio che avvolge lo spettatore, a differenza di una rigida prospettiva,
grande conquista del mondo rinascimentale ma che tende ad allontanare
chi l'osserva.