E' opinione comune che gli architetti abbiano una
predilezione per la filosofia e viceversa .....
La lettura dell'articolo "Affioramenti" ha
risvegliato un'immagine e dei concetti che da
molto tempo dormivano nella mia memoria. Così riaprendo alcuni libri ho
(ri)trovato gli elementi di riflessione che propongo.
"... Giustapponiamo i nostri stati
di coscienza in modo da percepirli simultaneamente, non più l'uno
nell'altro, ma l'uno accanto all'altro; in breve, proiettiamo il tempo
nello spazio, esprimiamo la durata in estensione, e la successione
prende per noi la forma di una linea continua [ ... in realtà], la pura
durata potrebbe benissimo essere niente altro che una successione di
cambiamenti qualitativi che si fondono, si compenetrano, senza contorni
precisi, senza nessuna tendenza ad esteriorizzarsi gli uni nei confronti
degli altri."
Henri Bergson, Saggio sui dati
immediati della coscienza.
L'immagine che è tornata in superficie è una
metafora che viene proposta per spiegare la teoria della vita e
dell'attività psichica dell'uomo elaborata dal filosofo francese Henri Bergson (1859 - 1941).
Non saprei dire se questa metafora è stata ideata dallo stesso Bergson,
in ogni caso mi è parsa appropriata a descrivere fenomeni che ci
interessano.
Possiamo immaginare l'individuo nel mondo
sottoforma di CONO: il vertice del cono è il luogo della percezione, una
specie di sensore dell'ambiente circostante, mentre la base è il luogo
della memoria, intesa come "pura durata spirituale" per usare le parole
del filosofo. Sul fondo del cono sono depositati tutti i ricordi delle
nostre esperienze passate in un processo di incessante rimescolamento
degli "strati", che non sono semplicemente sovrapposti gli uni agli
altri, ma sono tra loro dinamicamente interagenti. I ricordi non devono
essere visti come "copie sbiadite o percezioni attenuate"*, sono invece "il
deposito inconscio di tutte le esperienze passate conservate nella loro
forma originaria"*. Le percezioni del mondo sensibile scendono giù
per il cono (per cosi dire) fino a raggiungerne la base, attivando lo strato profondo e
rendendo possibile la realizzazione - attualizzazione di quanto giace
nella memoria. Infatti la
vita profonda - spirituale dell'individuo "risale alla superficie, si
materializza, si fa azione nel mondo"* in un processo di interazione tra
le percezioni del mondo esterno e gli strati profondi della coscienza.
Possiamo, quindi, considerare l'azione degli individui come risultato di una
serie continua di "immersioni" ed "affioramenti" ... Bergson
definisce un nuovo rapporto tra profondo e superficie, tra materia e
spirito, tra uomo e realtà esterna. "In ogni istante della nostra vita,
tramite la memoria, confluisce l'intero nostro passato ..."°.
Se ho capito bene, le nostre azioni concrete sono determinate sia dagli
stimoli che riceviamo dall'esterno, sia dal processo di elaborazione che
ha luogo alla base del cono dove le percezioni vengono interiorizzate
filtrando attraverso gli strati profondi e "rimbalzano" all'esterno
sottoforma di comportamenti e di sensazioni. E' per questa ragione che
il nostro comportamento è, anche, attualizzazione della memoria.
Ancora più interessanti mi pare siano le
descrizioni delle qualità
di questi strati profondi proposte da Bergson. In polemica con il
pensiero positivistico (per quanto riguarda i fatti della coscienza),
Bergson rifiuta il determinismo (a certi antecedenti seguono
necessariamente certi conseguenti) e soprattutto si
oppone alla tendenza alla spazializzazione del tempo
necessaria al tentativo di razionalizzare i fatti della coscienza.
"Nella vita psichica dell'uomo non è possibile, per Bergson, individuare
(e quindi spazializzare) singoli atti o momenti psicofisici"*, un'altra
dimensione temporale è propria degli strati profondi: la
"durata". In questa
diversa dimensione, "la vita dell'uomo è mutamento costante, dinamica
inarrestabile, regno di qualità, di TEMPI e STATI che non possono essere
visti separatamente e tanto meno linearizzabili secondo la logica del
prima e del dopo"*. Alla base del CONO la vita interiore, "l'esperienza
esistenziale, permane ed insieme si trasforma, trascorre ed insieme
ricorda, compenetra il passato ed il presente, scompigliando così tutte
le categorie tradizionali (deterministiche - scientifiche) usate per
ordinare - spazializzare la temporalità"*.
Il "luogo" della
coscienza è fatto a strati, a layer, che non sono semplicemente
sovrapposti in maniera meccanica, ma interagiscono tra loro
incessantemente ed in modo non deterministico, collaborando a formare i
nostri comportamenti. Ancora: le categorie temporali del prima - dopo
sono inadatte a descrivere quanto accade negli strati profondi della
coscienza perché ciò che facciamo coinvolge interamente la nostra
memoria e non solo alcune parti di essa. Potremmo forse dire che il
"luogo" della coscienza individuale ha delle caratteristiche spaziali e
temporali del tutto particolari e diverse da quelle che l'intelligenza
utilizza per analizzare le cose del mondo.
Una considerazione per concludere:
Se pensiamo alla
progettazione, intesa come comportamento umano, alla luce delle
considerazioni appena svolte, è possibile trarre qualche osservazione
che rientra nei temi che più ci interessano. Se sposiamo le tesi di
Bergson, è improbabile considerare il progettare come risultato
deterministico di un processo di analisi pseudo - scientifica. Un
processo di questo tipo è forse solo una "partenza" possibile, uno
stimolo esterno. Il comportamento - progettazione coinvolge proprio i
nostri strati più profondi, la nostra coscienza, la nostra memoria ...
Viene, dunque, naturale immaginare che il frutto della progettazione
abbia una "struttura" stratiforme non dissimile da quella della
coscienza che la elabora e che con essa si materializza, affiora alla
superficie ...
* S. Moravia, Pensiero
e civiltà.
° F. Adorno, T. Gregory, V.
Verra, Storia della filosofia.