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RIFLESSIONI SU "L'esperienza delle nicchie"

Email:paolo.diociaiuti@inwind.it

 

l'informatica trasforma il modo di pensare il progetto e il modo di leggere criticamente le opere di architettura

la lettura dell'articolo "L'esperienza delle nicchie" di Antonino SAGGIO, che ho compiuto al termine del corso di Progettazione architettonica assistita 2002 tenuto dal prof. SAGGIO, mi porta a fare dei ragionamenti d'assieme attorno ad alcuni dei concetti che abbiamo trattato durante le varie lezioni.

I concetti di struttura gerarchica e di processo interattivo di progettazione basato su strutture gerarchiche, illustrati nell'articolo, sono lo spunto per una riflessione sull'impatto profondo dell'informatica sulla progettazione e sulla critica architettonica.

_ modelli VIVI e NATURE MORTE

Al di la dei vantaggi più noti e più "materiali" dell'informatica in campo architettonico, si cela una MUTAZIONE profonda del "fare" progettazione e lettura critica dell'architettura. Questa mutazione è da considerare il risultato più rilevante nel campo architettonico dell'avvento del cosiddetto paradigma dell'Informazione. L'Informazione, come termine ampio che comprende anche informatica, sta penetrando nella natura del progettare, ne sta modificando alcuni meccanismi sostanziali. L'Informazione "informa" il risultato della progettazione. Il mezzo che adoperiamo influisce sul modo di pensare o di leggere un progetto. Mi pare che esista una distanza notevole tra un impiego "superficiale" dei mezzi informatici e un loro impiego "sostanziale". Bisogna prendere coscienza di questa distanza. L'uso epidermico del mezzo non cambia la sostanza del fare. Molti modelli 3D e molte simulazioni sono una sorta di NATURE MORTE di alta tecnologia. In questi casi i modelli sono statici, meri strumenti di rappresentazione più o meno raffinata di prodotti  che non sono necessariamente portatori di una vera innovazione. All'opposta estremità stanno delle forme di modello VIVO, che consentono una progettazione interattiva e dinamica, nella quale l'informatica non interviene solo in funzione rappresentativa, ma compositiva. Un "ambiente di modellazione per oggetti organizzato gerarchicamente" ° è un esempio di modello VIVO. E' un ambiente nel quale si stabiliscono le relazioni che Antonino SAGGIO definisce "di ritorno" per il fare progettuale. La possibilità di manipolare continuamente gli elementi componenti il progetto e di verificare istantaneamente (o quasi) il risultato delle modifiche introdotte, modifica il modo stesso di pensare al progetto.

Anche nella lettura critica dell'architettura, la costruzione di modelli virtuali VIVI offre potenzialità che vanno molto oltre il risultato "superficiale" di poter elaborare immagini di architetture non realizzate, distrutte o compromesse (un risultato già molto utile!). In particolare la costruzione di modelli virtuali secondo la logica delle strutture gerarchiche, costringe ad un lavoro di analisi, scomposizione dell'oggetto architettonico nelle sue componenti elementari e nelle varie possibilità di aggregazione secondo livelli di complessità crescenti. Questo processo porta a sondare le logiche progettuali: è un risultato che attiene alla sostanza dell'architettura che viene indagata.

 

_ un parallelo con la questione dell'IMMAGINE

la distanza che esiste tra modelli virtuali VIVI e quelli che ho chiamato NATURE MORTE è simile a quella tra un impiego della PROFONDITA' dell'IMMAGINE e un impiego dell'IMMAGINE fine a se stessa. Il dibattito sul rapporto tra IMMAGINE e CONTENUTO nell'architettura contemporanea è molto acceso e registra posizioni differenti.  Come per i modelli, anche dell'IMMAGINE si possono fare usi diversi. Una possibilità, concettualmente vicina ai modelli VIVI, sfrutta la profondità dell'immagine determinata dal nuovo paradigma. In questo caso l'immagine consente una connessione tra spazio reale e spazio virtuale, aprendo moltissime possibilità all'architettura nell'era dell'Informazione.  L'architettura diventa, oltre i suoi contenuti "tradizionali", anche uno SCHERMO. Come schermo, l'architettura è punto di intersezione dello spazio reale, mentale e virtuale. L'IMMAGINE che prende forma sull'architettura - schermo, è il terminale di mondi vasti e profondi come sono il mentale ed il "Cyberspazio" *. In questo senso, e con Derrick de Kerckhove ', parlo di profondità dell'IMMAGINE. L'immagine diventa un contenuto essenziale per un'architettura capace di risolvere in nuovi valori la crisi che oggi erode le certezze dell'architettura industriale e postmoderna. Al polo opposto, vicino ai modelli NATURE MORTE, c'è un uso solo spettacolare e superficiale (in senso riduttivo) dell'immagine, sostenuto spesso da tecnologie altamente sofisticate. Questo modo d'uso non incide nella sostanza dell'architettura, piuttosto sposta il problema su un piano puramente estetico e, a mio parere, segna un passo indietro sotto molti punti di vista. 

 

HERZOG & DE MEURON: Fabbrica RICOLA II Europa (Francia)

UNA 'SCATOLA SERIGRAFATA' (come la definisce A. CAPUANO in Spazi e maschere, a cura di U. CAO e S. CATUCCI) CHE PROPONE UNA IMMAGINE CANGIANTE PER UN EDIFICIO CONTENITORE. L'IMMAGINE MOLTIPLICA LA IDENTITA' DELL'EDIFICIO, MA NON HA LA PROFONDITA' DEL CYBERSPAZIO. 

FOTO TRATTA DAL SITO ...

 

 

 

 

 

 

 

Gianni RANAULO: progetto di MEDIABUILDING

L'IMMAGINE COMPLESSIVA DELL'EDIFICIO RISULTA DALLA COMBINAZIONE DI SPAZIO REALE E VIRTUALE. LE IMMAGINI VIRTUALI CONFERISCONO LA PROFONDITA' DEL CYBERSPAZIO ALL'ARCHITETTURA.

FOTO TRATTA DAL SITO ...

 

 

Come i modelli, anche la questione dell'immagine ci mostra come, spesso, gli stessi mezzi si possano usare in maniera diametralmente opposta .

 

_ carta e matita: insostituibilità del reale con il virtuale

una opinione comune da sfatare vede come un pericolo imminente la sostituzione dello mondo virtuale a quello reale: una virtualizzazione della vita. Il segno a matita su carta continua ad essere un momento essenziale ed insostituibile in alcune fasi del processo di progettazione, mentre l'impiego dei mezzi informatici va visto come una possibilità aggiuntiva che potenzia le nostre capacità di analisi e di immaginazione. Più in generale, il virtuale aumenta e raddoppia il reale, come spiega Derrick de Kerckhove nel suo "L'architettura dell'intelligenza". La virtualizzazione aumenta il desiderio del reale.

E' da un rapporto di collaborazione, e non di sostituzione, tra elementi reali e virtuali che possono nascere le nuove sostanze e i nuovi valori dell'era dell'Informazione.

 

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