GIUSEPPE MAZZINI

Nato il 22 giugno, 1805, Genova (Italia) morto il marzo 10, 1872, Pisa (Italia).Propagandista genovese e rivoluzionario, fondatore della società segreta rivoluzionaria Giovane Italia (1832), ed il campione del movimento per l’unità d’Itali nota come il Risorgimento. Un repubblicano intransigente, ha rifiutato di partecipare al governo parlamentare stabilito sotto la monarchia della Casa di Savoia quando Italia è divenuta una nazione unita ed indipendente (1861).  

  Giuseppe Mazzini era il figlio di un dottore; la sua patria, precedentemente una repubblica, è stata annessa al Regno di Piemonte nel 1814. Da bambino, fornì prove d’abilità intellettuale; entrò all'Università di Genova nel 14. Due anni più tardi, fu fortemente influenzato dal vedere fuggire un patriota da Italia dopo un'insurrezione senza successo: cominciò a pensare "che noi italiani potevamo e perciò avremmo dovuto lottare per la libertà del nostro paese". Si laureò in legge nel 1827, scrisse articoli per una rassegna progressiva, e sperava di divenire un drammaturgo o romanziere storico. Ma la sua vita già lo aveva plasmato differentemente. Il suo amore di libertà lo condusse a congiungersi con i Carbonari, una società segreta impegnata a rovesciare le regole in Italia. Nel 1830 fu tradito alla polizia, arrestato, e internato a Savona, dove per tre mesi fece una rassegna delle sue credenze politiche e concepì i contorni di un nuovo movimento patriottico che sostituì i Carbonari. Quando fu rilasciato nel 1831, gli fu ordinato di lasciare il Piemonte o vivere in una piccola città . Scelse l'esilio e andò a Marsiglia, dove diventò presto famigliare agli altri esuli italiani, che lo accettarono come il loro comandante. Il suo primo gesto pubblico fu una "lettera aperta" per Carlo Alberto, il re di Piemonte, dove lo spingeva a dare un governo di tipo costituzionale, condurre un movimento nazionale per espellere gli austriaci dal territorio Lombardo-Veneto e dalle loro altre fortezze in Italia. La lettera circolò in Italia, ma l’unica reazione di Carlo Alberto fu quella di minacciare Mazzini con l’arresto se fosse ritornato in Piemonte.    

  A Marsiglia Mazzini spese due dei suoi anni . Fondò il suo movimento patriottico per uomini giovani e lo chiamò Giovine Italia . Era stata disegnata come un'associazione nazionale per liberare gli stati separati italiani dal giogo straniero e unirla in una repubblica libera ed indipendente. I suoi metodi erano istruzione ed insurrezione, ed aveva una base morale dedotta dalla credenza propria di Mazzini in Dio (sebbene non fosse un Cristiano) ed in leggi permanenti di progresso, dovere, e sacrificio. Mazzini credeva che solo un'iniziativa popolare potesse liberare lì Italia."Solo Dio e la gente aprirà la via del futuro a noi". Il nuovo movimento catturò l'immaginazione della gioventù italiana. Sono stati formati rami segretamente in Genova ed in altre città; nel 1833 c'erano 60.000 membri. Mazzini ha compilato il diario propagandistico della Giovine Italia. La Giovine Italia tentò varie insurrezioni che però fallirono. Un progetto sorgente in Piemonte in 1833 fu scoperto prima che prendesse atto; 12 cospiratori furono eseguiti, uno si suicidò, e Mazzini fu dichiarato colpevole e condannato a morte. Disse che le "Idee maturano rapidamente quando sono nutrite dal sangue di martiri". Alcuni mesi più tardi, quando si rifugiò in Svizzera per scappare dalla polizia francese, provò a riunire 1.000 volontari per invadere il Regno di Savoia (allora parte del regno di Piemonte). Solo 200 però furono raccolte, e la sommossa fu soffocata.Questi fallimenti hanno distrutto la Giovine Italia come organizzazione, sebbene il suo spirito continuò a vivere. Mazzini ha girato a piani rivoluzionari più larghi, basato sulla sua fede nella fratellanza dell’uomo e la speranza in una federazione repubblicana. Ha fondato Europa Giovane e ha aiutato stabilire Germania Giovane, Svizzera Giovane, e Polonia Giovane, ma suoi tre anni in Svizzera erano infelici e frustrati. Giuditta Sidoli era ritornato in Italia riunire i suoi bambini; ha sofferto una crisi emotiva per dubbi e disillusione. Nel 1837 andò con alcuni amici italiani vivere in Londra. 

  L’Inghilterra era ora la sua vera casa. Ha vissuto in alloggi modesti Londinesi, circondato da libri, carte, e gli uccelli domestici nei quali si è dilettato ad allevare; ha studiato al Museo britannico e ha scritto per periodici inglesi. Sebbene aveva pochi soldi, ha cominciato una scuola per ragazzi italiani in Londra ed un giornale, Apostolato del popolo, nel quale ha pubblicato parte della sua composizione "Sui Doveri d’Uomo." Nel 1840, con l'aiuto di Giuseppe Lamberti in Parigi, ha rianimato l'Italia Giovane, primariamente come un mezzi d’edificio su una consapevolezza nazionale fra italiani dappertutto. Ha scritto lettere innumerabili ai suoi agenti nuovi in Europa e Nord ed America Meridionale; .Nel 1844 fu in contatto con i fratelli Bandiera tentando un cenno di rivolta in Calabria. Nel 1847 scrisse una"lettera aperta" al nuovo papa, Pio IX, che aveva introdotto riforme liberali negli Stati Papali. Spinse il papa ad unificare l’Italia, ma papa Pio non lo considerò. Mazzini è ritornato in Italia dopo alcuni anni passati in Inghilterra per il “primo tempo” dell'anno rivoluzionario del 1848, quando i Milanesi hanno cacciato i loro padroni austriaci e lo stato Piemontese ha intrapreso una guerra per espellere gli austriaci dall’Italia. Milano lo ha accolto cordialmente, ma era troppo presto ed ancora impopolare; perché voleva che la Lombardia diventasse una repubblica e pensò per questo una unione col regno di Piemonte. 

Mazzini tornò in Italia nel 1849, prima in Toscana ed successivamente a Roma, dove una rivoluzione cacciò il papa e fu proclamata una repubblica. . Era acclamato come un grande patriota, è stato eletto una triumviro della repubblica, ed è divenuto la testa effettiva del governo, dimostrò talento amministrativo in riforme ecclesiastiche e sociali. .A Londra, fondò una associazione “Amici d’Italia” nel 1851 ed è stato coinvolto presto in nuove attività rivoluzionarie. Nel 1853 ha appoggiato i lavoratori Milanesi nella loro insurrezione contro gli austriaci. Nel 1853-54 ha spedito Felice Orsini su due missioni improduttive a Carrara. Nel 1856 è andato segretamente a Genova a progettare una quantità d’insurrezioni simultanee. Il solo tentativo realizzato seriamente fu lo sbarco disastroso di Carlo Pisacane in Calabria nel 1857. Pari l'apparentemente cospirazioni futili di questo periodo avevano l'effetto utile, comunque, di custodia problemi italiani davanti i governi d’Europa. Per queste trame Mazzini è stato ingiuriato in Piemonte, dove la festa nuova moderata lavorava per avanzata ordinata senza rivoluzione. Conti Cavour, il ministro primario, lo ha chiamato "capo degli assassini," ma questa carica era ingiusta; Le trame di Mazzini erano per insurrezione, non assassinio, ed espressamente ha rinunciato al diritto sul "teoria del pugnale".Non ha partecipato con i Franco-Piemontesi nella guerra contro l’Austria nel 1859, da quale Cavour con l'aiuto di Napoleone III ha cercato liberare l’Italia dalle Alpi all'Adriatico; né partecipò alla "festa d’azione," quale ha patrocinato la spedizione di Giuseppe Garibaldi in Sicilia nel 1860. Ancora questa spedizione è stata chiamata "il dono di Mazzini alla festa d’azione”. La vita di Mazzini finì in delusione nonostante si era giunti a ciò che lui aspirò per anni, l’unificazione dell’Italia, ma non era una repubblica come lui desiderava,ma una monarchia.


INCITAMENTO DI MAZZINI ALL'ITALIA

E' necessario che il popolo d'Italia serbi intatta la sua dignità, costringa l'Europa ad ammirarlo, convinca tutti col suo contegno che noi possiamo subire, perchè cercato da un Governo italiano, l'aiuto della tirannide, ma non l'abbiamo chiamato, non rinneghiamo per esso la nostra fede di libertà ed alleanza dei popoli, non dimentichiamo Roma, il 2 dicembre, le offese recate in questi ultimi dieci anni ai nostri fratelli di credenza. Il grido di viva la Francia! può uscire senza colpa da labbra italiane, il grido di viva l'Imperatore! nol può; alla immoralità di quel grido si aggiunge oggi per noi il sospetto di codardia: esecravano ieri, dirà l'Europa, in nome degli eterni princìpi: plaudono in oggi a chi li violava, perch'ei li salva co' suoi aiuti dall'obbligo di combattere. Insegni ai popoli il nostro silenzio verso liti, insegni il virile contegno col re piemontese, che noi sorgiamo a libertà, non a mutamento di tirannide, che vogliamo essere grati, non ciechi e stupidi adulatori, e che fidiamo vegliando. La servilità - dovremmo saperlo d'antico schiude la via al tradimento. Se volete che chi vi guida non si disvii dal proprio dovere, fate ch'ei debba rispettarvi e temervi. E' necessario che l'Italia si levi, si levi da un capo all'altro, e costituisca la propria forza,. tanto che i centomila stranieri scesi in aiuto paiano legione alleata dei ventisei milioni d'italiani, anzichè esercito liberatore. L'insurrezione dovrebbe essere per ogni dove al Nord, per conquistarsi, non ricevere libertà, al Sud per ordinare la riserva dell'esercito nazionale. Sorgendo, sorgendo unite, ordinando, una potestà provvisoria, armandosi, scegliendo un punto strategico centrale dal quale possa recarsi aiuto ove occorre e chiamando a concentrarvisi quanti elementi non hanno nemici da combattere immediatamente, Napoli e la Sicilia potrebbero assicurare salute alla Causa d'Italia e costituirne la potenza, rappresentata da un Campo Nazionale. Mercè quel Campo e i volontari dei Nord, l'Italia, sul finir della guerra, sarebbe arbitra suprema dei propri destini.

GIUSEPPE MAZZINI

 


Giuramento alla Giovine Italia

 

Nel nome di Dio e dell'Italia. Nel nome di tutti i martiri della santa causa italiana, caduti sotto i colpi della tirannide, straniera e domestica.

 

Pei doveri che mi legano alla terra ove Dio m'ha posto e ai fratelli che Dio m'ha dati per l'amore, innato in ogni uomo, ai luoghi ove nacque mia madre e dove vivranno i miei figli -per l'odio innato in ogni uomo, al male, all'ingiustizia, all'usurpazione, all'arbitrio - pel rossore ch'io sento in faccia ai cittadini dell'altre nazioni ' del non aver nome né diritti di cittadino, né bandiera di nazione, né patria - pel fremito dell'anima mia creata alla libertà, impotente ad esercitarla, creata all'attività nel bene e impotente a farlo nel silenzio e nell’isolamento della servitù - per la memoria dell'antica potenza - per la coscienza della presente abbiezione -per le lagrime delle madri italiane - pei figli morti sul palco, nelle prigioni, in esilio - per la miseria dei milioni.

 

Io N.N.

 

Credente nella missione commessa da Dio all'Italia, e nel dovere che ogni uomo nato Italiano ha di contribuire al sue adempimento,

Convinto che dove Dio ha voluto che fosse nazione, esistono le forze necessarie a crearla - che il Popolo è depositario di quelle forze; - che nel dirigerle pel Popolo e col Po. polo sta il segreto della vittoria;

 

Convinto che la Virtù sta nell'azione e nel sacrificio - che la potenza sta nell'unione e nella coscienza della volontà;

Do il mio nome alla Giovi. ne Italia, associazione d'uomini credenti nella stessa fede, e giuro:

Di consacrarmi tutto e per sempre a costituire con essi l'Italia in Nazione, Una, Indipendente, Libera, Repubblicana;

Di promuovere con tutti i mezzi, di parola, di scritto, d'azione, l'educazione de' miei fratelli all'intento della Giovine Italia, all'associazione che solo può rendere la conquista durevole;

Di non appartenere da questo giorno in poi ad altre associazioni;

Di uniformarmi alle istruzioni che mi verranno trasmesse, nello spirito della Giovine Italia, da chi rappresenta con me l'unione de' miei fratelli, e di conservarne, anche a prezzo della vita, inviolati ì segreti;

Di soccorrere coll'opera e col consiglio a' miei fratelli nell'associazione.

ORA E SEMPRE.

Così giuro, invocando sulla mia testa l'ira di Dio, l'abbominio degli uomini e l'infamia dello spergiuro, s'io tradissi in tutto o in parte il mio giuramento.

GIUSEPPE MAZZINI


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