Il Risorgimento
Influenza delle riforme sulle condizioni economiche dell'Italia.
Editoriale di Camillo Benso conte di Cavour sul primo numero de
Il Risorgimento
Risorgimento politico e risorgimento economico.
" La nuova vita pubblica che si va rapidamente dilatando
in tutte le parti dell'Italia non puo' non esercitare un'influenza
grandissima sulle sue condizioni materiali, Il risorgimento
politico di una nazione non va mai disgiunto dal suo risorgimento
economico
Le condizioni dei due progressi sono identiche. Le virtu'
cittadine, le provvide leggi che tutelano del pari ogni diritto,
i buoni ordinamenti politici, indispensabili al miglioramento
delle condizioni morali di una nazione, sono pure le cause
precipue de' suoi progressi economici.
La' dove non c'e vita pubblica, dove il sentimento nazionale e'
fiacco, non sara' mai industriapotente. Una nazione tenuta
bambina d'intelletto, cui ogni azione politica e' vietata, ogni
novita' e' fatta sospetta e ciecamente contrastata, non puo'
giungere ad alto segno di ricchezza e di potenza, quand'anche le
sue leggi fossero buone, paternamente regolata la sua
amministrazione [ ... ].
Dalla storia delle altre nazioni civili si potrebbero desumere
nuovi argomenti al nostro assunto: restringendoci tuttavia all'Italia,
faremo notare, che se fra i vari stati che la compongono, il
Piemonte andra' quasi sempre distinto per i suoi progressi
economici, questo si debbe massimamente al savio e mite governo
de'suoi principi, i quali, secondando lo spirito dei tempi,
seppero introdurre nello Stato opportuni cambiamenti; si debbe
all'aver avuto nel decimottavo secolo, come nel decimonono, due
principi entrambi riformatori; si fu perche' il gran re Carlo III
apparecchio' le vie nell'opera riformatrice al magnanimo Carlo
Alberto.
Le condizioni economiche di un popolo sono favorevoli quant'e'
possibile, sempreche' il moto progressivo si operi in modo
ordinato. Tuttavia l'industria per isvolgersi e prosperare
abbisogna a segno tale di liberta', che non dubitiamo affermare,
essere i suoi progressi piu' universali e piu' rapidi in uno
Stato inquieto si', ma dotato di soda liberta', che in uno
tranquillo, ma vivente sotto il peso di un sistema di
compressione e di regresso [ ... ].
Pienamente convinti di queste verita', proclamiamo con franchezza,
essere il risorgimento politico italiano, che si celebra con
fratellevole entusiasmo in Romagna, in Toscana ed in Piemonte,
segno indubitabile di un'era novella per l'industria ed il
commercio della nostra patria. Noi abbiamo fede intera nelle
sorti future dell'industria italiana; non tanto per le benefiche
riforme operate dai principi nostri, non tanto per quella massima
della lega doganale, per le condizioni interne ed esterne dell'Italia
avviantesi a rapidi miglioramenti; ma principalmente perche'
confidiamo veder ridestarsi nei nostri concittadini, animati da
generoso e concorde spirito, chiamati a nuova vita politica,
quell'ingegno, quell'operosita', quell'energia che fecero i loro
maggiori illustri, potenti e ricchi nei tempi di mezzo, quando le
fabbriche fiorentine, e lombarde, quando i navigli di Genova e
Venezia non avevano rivali in Europa. Si, abbiamo fede nell'ingegno,
nell'energia, nell'operosita' italiana; piu' atti a far
progredire il commercio e l'industria che non le protezioni
eccessive e gl'ingiusti privilegi"
Un giornale per lo sviluppo economico.
" Questo giornale s'adoprera' con ogni suo potere a
spingere e propagare questo moto di risorgimento economico.
Ricerchera' i fatti che possono essere utili al commercio ed all'industria
agricola e fabbrile. S'applichera' a diffondere le buone dottrine
economiche, combattendo le false, figlie d'antichi pregiudizi, o
pretesto a particolari interessi. Avra' cura di svolgere ogni
questione che direttamente o indirettamente si riferisca alla
produzione ed alla distribuzione delle ricchezze.
Il giornale non dubitera' di dichiararsi apertamente per la
liberta' dei cambi; ma cerchera' di muovere prudente nella via di
Liberta'; adoprandosi affinche' la transizione si effettui
gradatamente e senza gravi perturbazioni. Eppero' le dara' quanto
puo' efficace cooperazione, affinchè tolta ogni dogana interna
italiana, costituiscasi l'unità economica della penisola;
consiglierà dall'altro lato un procedere continuo, ma
energicamente moderato nelle riforme dei dazi che gravano i
prodotti esteri. Prevedendo che a poco a poco l'adito dei nostri
mercati dovrà farsi libero alla concorrenza forestiera, sarà
debito del giornale il ricercare i mezzi più acconci per
combatterla e vincerla. Ond'è che si farà a promuovere le
istituzioni di credito, le scuole professionali, le onorificenze
industriali; mezzi, che adoperati accortamente, daranno un rapido
sviluppo ai vari rami d'industria che mirabilmente si confanno
alle condizioni dell'Italia, che fra breve forse l'innalzeranno a
prender posto fra le prime potenze economiche del mondo."
Lo sviluppo civile e la diffusione del benessere.
"Ma l'aumento dei prodotti nazionali non sarà il solo
scopo economico che il giornale prenderà di mira: esso metterà
eguale o maggior cura nella ricerca delle cause che influiscono
sul benessere di quella parte della società, che più
direttamente contribuisce a creare la pubblica ricchezza, la
classe degli operai. Gli è perciò che tutti coloro che
intrapresero volonterosi la pubblicazione di questo foglio,
unanimamente dichiarano che non avrebbero per buono, per
veramente utile al paese alcuno aumento di ricchezze, se ai
benefici di esso non partecipassero coloro che vi ebbero parte,
la massima parte, gli operai. L'edificio industriale che per ogni
dove s'innalza, è giunto e giungerà ancora a tale altezza da
minacciare rovine e spaventose catastrofi, se non se ne afforzano
le fondamenta, se non si collega più strettamente colle altre
parti di esso, la base principale su cui poggia la classe
operante, col renderla più morale, religiosa; col procacciarle
istruzione più larga, vivere più agiato. Pronti a combattere
tutto ciò che potrebbe sconvolgere l'ordine sociale, dichiariamo
però considerare come stretto dovere della società, il
consacrare parte delle ricchezze che si vanno accumulando col
progredire del tempo al miglioramento delle condizioni materiali
e morali delle classi inferiori. L'Inghilterra, quel paese dei
grand'insegnamenti, troppo a lungo trascurò questo sacro dovere.
Gli effetti di questa colpevole trascuranza, quantunque
funestissimi , rimasero lungo tempo inosservati. Ma quando furono
fatti palesi dai crescenti disordini popolari, e dai moti
minacciosi delle associazioni cartiste, il Parlamento ed il
pubblico furono costretti d'indagarne le cause e di appurare lo
stato degli operai nei gran centri industriali e commerciali.
Uno spaventevole spettacolo risultò da queste investigazioni. L'Inghilterra
s'accorse con terrore, che se in cima dell'edifizio sociale
splendeva una classe illuminata, energica, doviziosa, nelle basse
regioni, i più giacevano privi di lumi, di cognizioni morali,
orbi d'ogni sentimento religioso, ed alcuni in sì abbietto stato,
da ignorare persino il nome di Dio, quello del divin Redentore! [
... ]. Ma l'esempio dell'Inghilterra ci stia di continuo avanti
agli occhi. Impari da esso l'Italia, ora che sta accingendosi a
percorrere le vie industriali, ad avere in gran pregio le sorti
delle classi popolari, ad adoprarsi con sollecite cure ed
incessanti al loro miglioramento. Per andare esenti dai mali che
travagliano la Gran Bretagna, procuriamo di svolgere quegl'istinti
benefici, i quali onorano la storia nostra passata e presente,
sottoponendoli tuttavia a quelle regole scientifiche, l'osservanza
delle quali è indispensabile a rendere efficaci, e veramente
fruttiferi i provvedimenti diretti al sollievo delle umane
miserie. Facciamo sì che tutti i nostri concittadini ricchi e
poveri, i poveri più dei ricchi, partecipino ai benefici della
progredita civiltà, delle crescenti ricchezze, ed avremo
risoluto pacificamente, cristianamente il gran problema sociale
ch'altri pretenderebbe sciogliere con sovversioni tremende e
rovine spaventose."
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