WALTER SCOTT

Di antica e nobile famiglia, compì studi di giurisprudenza a Edimburgo e si dedicò alla carriera di avvocato, avviando contemporaneamente l'attività letteraria. Esordì traducendo le ballate del poeta tedesco Bürger, quindi si affermò con componimenti poetici ispirati alla tradizione popolare medievale (Canti giullareschi della frontiera scozzese, 1802-03). Il successo ottenuto con il poemetto Il lamento dell'ultimo menestrello (1805) gli permise di farsi socio dei suoi editori, e di ritirarsi nella sua grande proprietà di Abbotsford (1812). Qui portò a termine un romanzo iniziato da tempo, Waverley (1814), primo di una serie di romanzi storici d'ambiente scozzese che gli diede fama, consacrandolo padre del nuovo genere letterario. Tuttavia, il fallimento della casa editrice - e il coinvolgimento nella conseguente bancarotta (1826) - costrinse Scott a uno sfibrante lavoro letterario per pagare i creditori. Morì ad Abbotsford, di ritorno da un viaggio sul continente, stroncato da un attacco di cuore. Tra i poemi epico-lirici: Marmion (1808), La donna del lago (1810), L'intrepido Aroldo (1817); tra i romanzi: Rob Roy (1817), La sposa di Lammermoor (1819), Ivanhoe (1820), L'abate (1820), Kenilworth (1821), Il talismano (1825).


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