RETE PEACEWAVES
Che cosa significa essere nella rete PeaceWaves
La
rete PeaceWaves connette scuole, associazioni, università, agenzie di
formazioni, enti locali, persone che credono che un altro mondo non solo è
possibile ma è necessario. Un altro mondo che sia sostenibile e sia capace
di futuro. PeaceWaves crede che la conoscenza possa cambiare in meglio il mondo
e crede nell'intelligenza collettiva e nella possibilità che questa ha
di condurre processi di cambiamento.
Crede nella non-violenza e nella sua attuazione come modalità di trasformazione
della società.
La nostra rete è un laboratorio continuo di processi di democratizzazione,
di cittadinanza universale, di progetti piccoli e grandi di cooperazione locale
e internazionale, di scambi intergenerazionali, di long life learning applicata
alla realtà quotidiana.
La nostra ambizione e realizzare ambasciatori di pace e trasformare in ambasciate
di pace le agenzie educative e formative nel mondo. La nostra rete può
rendersi protagonista di processi di azioni preventive early action, di peace
confidance e di peace building e di azioni di multi track diplomacy "soft
diplomacy", conflict resoluction and conflict mitigation.
La nostra rete lavora principalmente, per definizione, nella early action (fase
preventiva), nella twilight zone (periodo di transizione tra un conflitto e
i processi veri e propri di "costruzione di pace".
Alcuni principi guida ci orientano:
I principi di una strategia del tutto particolare di conduzione e soluzione dei conflitti: la forza della verità, la forza dell'amore, la forza della pazienza, la forza della comprensione, la forza della sofferenza: disobbedienza o resistenza civile, civile perché non è criminale. Non bisogna confondere questa strategia (satyagraha) con la resistenza passiva, né confondere la forza con la violenza. Quest'ultima appartiene ai deboli, noi vogliamo essere forti e coltivando l'idea della forza noi diventeremo ogni giorno più forti e le nostre azioni diverranno più efficaci.
La rete metafore, significati e strumenti
Quando
si parla di reti ci si riferisce, in ultima istanza, a sistemi, per alcuni loro
aspetti, descrivibili tramite un grafo inteso come insieme di elementi puntuali
detti nodi tra loro collegati da elementi lineari (segmenti) che indicano l'esistenza
di una relazione. I grafi sono strutture astratte che permettono di descrivere
indifferentemente reti stradali e sistemi di relazioni sociali. Una rete di
scuole può essere allora vista come un grafo i cui nodi rappresentano
istituti, risorse o attività condivise, e gli archi la relazione di condivisione.
Come si vedrà, le tipologie delle relazioni di condivisione sono molteplici
e rispondono, in ultima analisi, alla realizzazione di strategie di adeguamento,
se non di superamento, della dicotomia competizione-collaborazione, che contraddistingue
il tessuto dell'istruzione sul territorio in tutti i suoi aspetti del formale,
dell'informale e del non formale.
Vero è che la rete può legare e catturare come nella sua più
insidiosa accezione di tela di ragno o può sostenere come nella sua rassicurante
funzione di tela del trapezista: anche nel mondo della scuola, come nel world
wide web, essa offre opportunità e contraddizioni.
Perciò è necessario mettere in relazione tanto la sua capacità
di incarnare le globalità, le peculiarità del macro, le visioni
olistiche, quanto la sua propensione a rispecchiare e talora enfatizzare i localismi,
le visioni intersoggettive, le singolarità.
La rete come modello di organizzazione del lavoro
Il
concetto di rete, diffusosi nella normativa e nella pratica scolastica nel corso
degli anni novanta, è un'applicazione delle teorie dell'organizzazione
dell'impresa-rete.
Al fondo di tale teoria sta la coscienza del superamento dei modelli organizzativi
centrati su una distinzione verticale dei ruoli e la spinta alla costruzione
di un sistema appunto reticolare, caratterizzato, cioè, da distribuzione,
autorganizzazione, decentramento, condivisione di funzioni, compiti e competenze,
in risposta alle sfide continue del cambiamento e alle esigenze di qualità,
innovazione, flessibilità indotte dall'evolversi del sistema sociale
e dal mercato. Per parafrasare il titolo di un volume di F. Butera, si tratta
di passare dal castello - la struttura piramidale di tipo gerarchico-funzionale
- alla rete: da un modello in cui è la "regola" a determinare
il "sistema" a uno nel quale è il "sistema" che governa
e detta la "regola", definita con sempre minor rigidità e con
più frequente riferimento a criteri che non a normative strette di dettaglio.
Lavorare in rete significa saper progettare, gestire, controllare e valutare
una serie non necessariamente sequenziale di funzioni, compiti, risultati sempre
più governati da variabili indipendenti o esterne al sistema; significa
saper instaurare rapporti con soggetti singoli o plurimi; significa saper lavorare
in team condividendo responsabilità e risorse ed essendo in grado di
gestire sapientemente spinte collaborative e spinte competitive.
Il processo di realizzazione dell'autonomia ha praticamente enfatizzato e sostenuto
l'organizzazione networking, tanto all'interno del POF quanto nei rapporti fra
le istituzioni scolastiche - nell'obiettivo del dimensionamento e della razionalizzazione
delle risorse, al contrario, in quello del loro potenziamento - nonché
nell'integrazione fra queste ultime e il territorio.
Negli
anni novanta la costituzione di reti di scuole è nata come fenomeno spontaneo
per rispondere a due esigenze solo apparentemente antinomiche: quella di soddisfare
una domanda di istruzione sempre più complessa in termini di composizione
(studenti, famiglie, sistema produttivo locale ecc.), di partecipazione ai processi
propositivi e decisionali della vita scolastica, di specializzazione e qualità
del servizio (orari, attività extracurricolare, mense ecc.) e quella
di far fronte alla crisi del sistema scolastico - aggravata in talune aree del
paese dal decremento demografico -, che si manifesta con il crescente diffondersi
di atteggiamenti di demotivazione nei confronti della scuola, di caduta del
ruolo sociale dell'istituzione e dei suoi operatori, con conseguente diminuzione
del numero delle iscrizioni e aumento dei tassi di insuccesso, dispersione e
abbandono.
La tendenza a lavorare in rete per ottimizzare le risorse e aumentare la qualità
e la quantità dei servizi, è stata sostenuta in sede centrale
con diverse circolari e ordinanze: lo stesso contratto collettivo nazionale
del 4 agosto '95 prevede la realizzazione di reti di scuole per la formazione
degli insegnanti. Ma la disposizione fondamentale è il Regolamento dell'Autonomia
emanato con DPR n. 275/99, che all'art.7 prende espressamente in considerazione
le reti di scuole, prevedendo che le istituzioni scolastiche possano collegarsi
mediante un accordo di rete anche con strutture di formazione professionale
per il raggiungimento di finalità condivise.
L'accordo può riguardare attività:
L'accordo, che individua la durata, le competenze e i poteri dell'organo responsabile della gestione delle risorse e del raggiungimento delle finalità del progetto, nonché le risorse professionali e finanziarie messe a disposizione della rete dalle singole istituzioni, può prevedere:
La
costituzione di reti di scuole rende possibile inoltre la definizione degli
organici funzionali di istituto in modo da consentire l'affidamento a personale
ad hoc di compiti organizzativi, di raccordo interistituzionale e di gestione
dei laboratori.
Le scuole, singolarmente o collegate in rete, possono:
Strumenti per la realizzazione delle reti
Alla
base di tutte le tipologie di integrazione si colloca l'Accordo per il lavoro
del 24 settembre 1996, che indica come obiettivo prioritario l'integrazione
tra istituzione, formazione e lavoro.
La successiva L. 662 del dicembre 1996 in tema di misure di razionalizzazione
della finanza pubblica, all'art. 203 e ss., definisce gli interventi che coinvolgono
una molteplicità di soggetti pubblici e privati ed implicano decisioni
istituzionali e risorse finanziarie a carico delle amministrazioni statali,
regionali e delle province autonome, nonché degli Enti Locali. Tali interventi
fanno capo alla programmazione negoziata, all'intesa istituzionale di programma,
all'accordo di programma quadro, al patto territoriale, al contratto di programma,
al contratto d'area.
L'integrazione tra scuole e fra queste ultime e il territorio è esplicitamente
richiamata dal'art. 9 del DPR 275/99, che afferma:"le istituzioni scolastiche,
singolarmente, colegate in rete o tra loro consorziate, realizzano ampliamenti
dell'offerta formativa(
) a favore dei propri alunni, della popolazione
giovanile e degli adulti", arricchendo i loro curricoli e definendo percorsi
formativi integrati mediante promozione o adesione a convenzioni o accordi stipulati
a livello nazionale, regionale o locale per lo svolgimento di progetti specifici.
In particolare, gli strumenti più in uso per la realizzazione di reti
tra scuole sono:
La
formula aggregativa più frequente è l'accordo di rete, stipulato
dalle istituzioni scolastiche per collegarsi tra loro. L'accordo, che viene
depositato presso le segreterie delle scuole interessate, individua le finalità
del progetto, nonché le competenze e i poteri dell'organo responsabile
della gestione. Esso può prevedere altresì intese con enti esterni
operanti sul territorio, mediante uso degli strumenti indicati sopra.
L'accordo può dar luogo alla costituzione di consorzi, realizzata individuando
l'istituto che si fa carico della gestione amministrative e finanziaria dell'iniziativa
e dando origine a un'associazione in cui le singole scuole condividono l'organizzazione
e lo svolgimento di attività o l'acquisizione di beni e/o servizi per
uno scopo comune (corsi di formazione per gli insegnanti, realizzazione di laboratori,
costituzione del servizio mensa, realizzazione di servizi e reti telematiche
ecc.).
Finalità e tipologia delle reti
L'analisi delle esperienze in atto evidenza diverse finalità che stanno alla base degli accordi di rete:
Il
raggiungimento di una o più di queste finalità dà origine
a diversi accordi di rete, noi vi proponiamo la costituzione di una rete di
scuole-laboratorio intergenerazionali che esalti le opportunità che l'autonomia
offre. La nostra rete è volta: alla formazione, alla ricerca ed allo
sviluppo dei processi e delle azioni di pace, di cittadinanza universale, di
democratizzazione, di sviluppo sostenibile, di interculturalità, di cooperazione
internazionale, di gestione e risoluzione dei conflitti. L'obiettivo è
realizzare "ambasciate di pace" nel territorio e promuovere la formazione
dei giovani "ambasciatori di pace".
Questi laboratori hanno la caratteristica di coinvolgere l'intera comunità,
di sviluppare processi di long life learning e soprattutto di avere un concreto
impatto sul territorio.
Ogni scuola dovrà costituire un gruppo di coordinamento interno che preveda
tute le componenti: docenti, studenti, ATA, famiglie, dirigenti; inoltre ogni
scuola avrà un Tutor di progetto che si relazionerà con il territorio
e con le altre componenti della rete. Ogni territorio avrà una scuola
polo che fungerà anche da laboratorio.
La progettazione integrata e partecipata
Alla
base del lavoro in rete sta l'acquisizione di competenze e capacità gestionali
nell'ambito della progettazione integrata., intesa come metodo di lavoro per
definire le modalità operative atte ad agire in modo intenzionale sulla
complessità dei fattori che determinano la qualità dei processi
di insegnamento-apprendimento, assicurando previsione, gestione programmata,
valutazione dell'insieme delle variabili del processo educativo e formativo
in rete.
La progettazione integrata fra una pluralità di soggetti pubblici e privati
fa ricorso alla concertazione e viene realizzata quando:
Il risultato è la definizione di obiettivi condivisi per:
La progettazione integrata di rete si articola in più livelli, che possono essere visualizzati come una piramide, i cui "gradini" scandiscono i diversi ambiti di integrazione all'interno della singola scuola, nell'ambito del sistema scolastico-formativo e sul territorio:
PROGETTAZIONE
INTEGRATA
In partnerariato Con Enti
Locali, Regioni ecc. per azioni Con altre
agenzie formative formali, informali, In verticale e in continuità fra diversi ordini di scuola All'interno della singola scuola (organi collegiali, dirigenti, personale docente e non docente, ATA, alunni, famiglie, soggetti del territorio) |