Coccarde azzurre sugli alberi d’olivo(4 gennaio ’72)

 

Coccarde azzurre sugli alberi d’olivo,

un premio, un grido di felicità.

 

Ritorni a questa pace abbandonata,

alle dolcezze di un sole invernale, senza raggi

pieno di sorrisi.

 

Lunghi i miei passi si accostano al suolo,

pieno di acqua della pioggia passata.

Voglio tornare verso ciò che ho perduto,

non cerco più la tua mano bruciata.

 

Il mare è il più lontano dei ricordi:

le barche vanno in stereotipe file

lontane, assenti in un corteo di Knosso,

mentre il toro, furente, impaurito

lesto scavalca il cavalier che ha indosso.

 

Tutto dimenticato della medusa bianca

che si avvolge sulla morbida brocca.

Passa la strada su un paesaggio

che non ricorda nulla di te.

 

Terra di Toscana, cerco una vita mia

nuova, vera e vitale.

Tutti i tuoi morti vivono ancora

In una eterna parasceve.

 

Lunghi passi di bimba, corti passi di vecchia,

due passi diversi che si contendono la strada,

si raggiungono e poi lo stesso suono in uno.

 

Non ho paura della vita,

voglio affrontarla in pieno

mentre gli olivi faticosamente

vedono nascere le loro foglie

aspre e sottili come i miei pensieri

dai rami doloranti del tronco.

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