Con la buona stagione
e la casa nuova
e la primavera che avanza,
fra strattoni
di brutto e bel tempo,
c’è un guardaroba
già pronto che mi aspetta.
No, non vorrò più vestirmi
come una suffragetta
in congedo del color tortora
e del bruno del camino.
Saranno miei
i colori dell’aria,
dell’acqua e del sole,
dei prati e dei boschi,
dei fiori rigogliosi,
che sorgono qui,
da steli superbi e
consci della loro bellezza,
in questa terra dove
la cupola del Brunelleschi
si erge come fiore
da sbocciare sui tetti
terrosi delle case,
come fiore solenne
della Divinità nascosta
che si fa mura e
mattone e pietra,
nello sforzo degli uomini
oranti nel lavoro.