Dall’umide brume,
che la terra emana
all’apparir del sole,
da questi luoghi
umili e solitari,
che i tuoi santi
ebbero in potere,
s’alza un canto
di monaci e di chiostri,
di processioni all’alba,
di notturni risvegli,
di lodi mattutine,
di preghiera e di pace.
Di là dal Sasso Spicco
foreste d’abeti secolari
e faggete antiche
s’alternano a prati
e paesi e valli,
e il Campo di Maldolo
come terrazza verde
su un monte boscoso
chiama i pellegrini
e raccoglie i poeti.
Più in là i benedettini,
immersi
nei loro boschi
freschi e immensi
e dalla neve sommersi,
cantan le lodi
e attendono in preghiera
che la primavera
riscaldi le pareti
dell’antico convento,
come bastimento
in un mare di piante.
Lassù al “Paradisino”
il freddo è più intenso
e se vi fi perduto
per Milton il giardino,
forse perché lassù
scoprì il vento e l’aria
di un tempo tremendino.
La neve si scioglie
e lenta giunge
la buona stagione,
con le gite e il caldo
e la gente e l’amore.
Fra gli antichi chiostri
i vecchi frati
diventan più loquaci,
quasi a sfruttare
una breve stagione
di poter parlare,
come gente comune.
Poi ritornan le piogge
e il vento e la tempesta
e l’autunno sovviene,
con l’oro delle piante
e l’incanto dei boschi
e tutto è pace;
come un canto lieve
torna la neve.