L’Alba si annuncia chiara

 (Alba del 6 novembre 1998)

 

L’alba si annuncia chiara

e la luna splende

in questa casa

come occhi

sul mondo circostante.

La mia tepida stanza

antica e moderna

col morbido tappeto

dove la gatta

fa i suoi ritrovi

fra il colore azzurro

è salone d’incontro

coi miei pensieri

e ciò che giunge

a me quasi furtivo

nel festivo messaggio

giornaliero.

Cinguettio oppressivo

di uccelli indaffarati

in canor battagliare

di richiami come

madre sollecita

che stia per fare

ramanzina ai suoi

piccoli sbadati.

Caffè col miele

preso in allegria

come rito solingo

e misterioso

di gratificante piacer

che non è ascoso

a chi come me

ama il sapere.

Miei battiti del cuore

candidi e rumorosi

e risuonanti e vivi

come ruscello che

batte alla mia porta

come il fosso dei frati

che getta sua scorta

d’acqua nativa

dall’alto di pendice

in questo rivo.

Più calmi e riposati

gli uccellini

cinguettan ora

con gentil linguaggio privo

di alcuna asprezza

come sottovoce.

Il giorno è già venuto

ma la luna chiara

esiste ancor nel ciel

rosea e sovrana

come pizza giuliva

di splendente chiarore

fra nuvolette  pur loro

chiare e rosate

come di trina.

San Martino si sveglia

dal sonnolento sonno

del mattino e tutto

prende suo aspetto

abituale dalle gialle

case là dal fosso,

all’orto a cavoli verzuti,

ai tetti rossi e muschiosi,

al fiume che scorre

regolare.

Già qualche rumore

s’intende

d’umana presenza

e di sollecita vita

di chi non vuol poltrire

nel suo letto

e già batte i suoi colpi

col mazzuolo,

ma il suono è

intramezzato da

lunghi silenzi

come se il pensier

della notte non fosse

ancor fugato

e la placida aria

che si respira

di sospensiva

attesa attendesse

ancor dormiente

l’ora del giorno

in pigro dormiveglia.