La leggenda della principessa incantata

(Montagna, 30 giugno 1999)

 

La principessa incantata

era sul limitare

di una via

che diramava in due

e non sapeva che fare,

quando s’addormentò

di colpo

su una pietra

là messa come scoglio

sede di pellegrini

e viandanti di un giorno.

S’addormentò

di un sonno strano

di magica essenza

e vide una sorella

che aveva la sua presenza

dirle:

“Cara amica mia

a te sarà dato

pace, prosperità

e salvezza (salute)

se rinunci ora

a quello che agli umani

da piacere ed ebrezza,

dolore e travaglio

e delusione e pianto

e che si trasformerebbe

tosto in amaro rimpianto,

prendi amica cara

la strada più sassosa,

lascia quella piana

e troverai una rosa,

contane tutti i petali

e disperdili al vento,

non temere le spine

che non saranno tormento,

poi presa la rosa

così tutta sfogliata

prosegui questa via

che pare travagliata

e finalmente sarai

dove Dio conduce

in un gran piazzale

pieno di luce.”

Si svegliò di colpo

da tale strano sogno

Come se fosse un momento,

un ora o forse un giorno.

Restata lì supina

col capo appoggiato

alla pietra d’inciampo

posta là sul selciato

ebbe un po’ di tristezza

a entrar nel viuzzo

pieno di siepi, polvere

e contorto,

quando l’altra strada

che lasciava d’accosto

era un bel viale

alberato e (ben) disposto,

ma la voce amica

era così forte

e convincente

che prese tal partito

con coraggio immantinente.

Si armò di speranza,

fede e carità,

e con tali sostegni

procedette senza difficoltà

se non per il suo cuore

che sembrava fatto a fette

come una macedonia

di frutta macerata,

ma con tutto ciò

seguì la sua antenata

e proseguì, andò

senza mai fermarsi

indietro.

Trovò la rosa,

la spampanò nel sole

e poi di nuovo

verso quel lucore

che era promesso,

finché un che di viole,

di gelsomino e aranci,

profumi intensi

e amanti

le giunsero ad

accoglierla

nel luogo più bello

ed ospitale e allegro

che descrizione mai

potremo far di ciò,

che squallido e orripilante

pareva lo stradone dritto

che fu lasciato

un dì per il viuzzo

che la principessa ardì

di percorrere tutto,

con coraggio e pazienza

finché ebbe la sua ricompensa

e questa fu più grande

e gioiosa e felice

di quanto mai lei

avesse mai potuto arguire

dalle parole amiche

della fanciulla apparsale

quel dì su quella riva.