Non aver una rima e un ritmo

o averli un po’ si e un po’ no

ovvero

Il canto dell’imperfezione

 

Proseguo nella mia imperfezione

con allegra incoscienza e fantasia

come se fosse cosa mia

non aver una rima e un ritmo

o averli un po’ si e un po’ no,

poiché è la mia forza

questa mia imperfezione

che mi porto come pegno

dei giorni che verranno,

quando il ballo della vita mia sarà cessato

e tutto come un mare liberato

correrà verso il suo fine

e la Sua volontà.

Allora una schiera di amici

saranno i miei parenti

e attueranno quel bene

che io che non ho discendenti,

ho dato loro

attraverso le mie poesie

senza ritmo e senza rima

o che l’hanno un po’ si e un po’ no.

Se io fossi una poetessa matura

sarebbe un gran danno

perché la perfezione

non avrebbe paragoni,

e non ci sarebbe chi

potrebbe evolverla

verso diverse soluzioni.

Vorrei essere un Cimabue

e non un Michelangelo,

se mi è consentito

il paragone azzardato

e assai presuntuoso,

questo per dire

che se si vogliono discepoli

bisogna mostrar una strada

ma non concluderla,

e poiché la mia strada

è quella di mostrarla

come luce di bene più

che come luce di poesia,

non mi cruccio

di essere imperfetta

anzi ne godo

come di un’armonia,

che mi fu data

dalla stessa Vergine Maria,

io che mai avrei pensato

di scriver qualcosa

come in effetti ho fatto

in epoca e tempo ritardato.

 

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