Nonno mio caro

 

Nonno mio caro

io ti chiamo a me e forse prego

come tutti i mortali

l’anima tua, come lontana e vera,

io cerco nella notte di un domani.

Forse tu puoi , nel giacer dell’eterno

vedere quello che io non posso ancora,

guida la mia mano sul sentiero

della giustizia e della mia storia.

Ormai non son più bimba

e so lottare contro il dolore

e le sofferenze acute,

ma, sotto i piedi sento una paura

della vita e delle avversità.

Noi uomini falsi e un po’ accecati

non sappiamo nulla di noi e degli altri,

 vogliamo un albero, un frutto a cui aggrapparci

e già la morte ci ha travolti in tanti.

Perché? Perché?

Dimmi una parola

che nell’incanto non mi lasci più,

cerco la strada, la mia strada sola

dove andare, e guidami tu.

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