Il sangue mi ribolle nelle vene
e se questa è una
parola usata
questa è la verità,
con tutta la sua schiera di pensieri,
di realtà, è vero, è vero.
La lotta che vive nel mio cuore
da un anno all’altro senza darmi pace
e pare già sul punto di morire,
ma la sua fiamma già arde vivace.
La forza della vita vince, e spesso,
distrugge e fa germogliare ancora,
ma l’albero di pesco si rinnova
sull’alba di un bel rosa già azzurrino.
Il candido cuscino si tormenta
Fra il chiaro lume del sole mattutino,
si apre una finestra alle inferriate,
già penetra un’aria tersa e nitida.
La luna di lassù manda i messaggi
Che nessuno raccoglie perché troppo lontani,
mentre sul mare veglia una sirena
che canta le sue nenie serotine,
ecco la stella già spenge, è mattina.
Se amare fosse un inutil fardello
io nacqui per l’eterna scontentezza del destino.
Il giallo oro del mattino mi percuote
l’animo e il sangue e cerca una risposta.
Perché il mio esser qui in questo incanto
senza che il voler dei miei pensieri
possa cambiare il tempo e la sua sorte?
Già un fiore di morte, già s’appare
e nelle risposte di una notte, senza domani
vedo rispecchiata l’immagine dell’uomo,
della sua storia e del suo amare.
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