Il barone rampante di Italo Calvino

 

Cosimo guardava il mondo dall'albero: ogni cosa, vista da lassù, era diversa.

 

- Io non scendo nel tuo giardino, e nemmeno nel mio. Per me è tutto territorio nemico ugualmente. Tu verrai su con me, e verranno i tuoi amici che rubano la frutta, forse anche mio fratello Biagio, sebbene sia un po' vigliacco, e faremo un esercito tutto sugli alberi e ridurremo alla ragione la terra e i suoi abitanti -

 

Era, io credo, proprio perché lei gli aveva detto di conoscere tutti ladri di frutta dei dintorni, che lui s'era messo subito in cerca della banda (...) avrebbe voluto (...) far bravure che indirettamente le giungessero all'orecchio.

 

I monelli sono bambini che la sera le madri non gridano per farli tornare, ma gridano perché sono tornati, perché vengono a cena a casa, invece d'andare a cercarsi da mangiare altrove.

 

- Un gentiluomo (...) è tale stando in terra come stando in cima agli alberi (...) se si comporta rettamente (...) per essere pochi metri più su credete che non sarò raggiunto dai buoni insegnamenti? - (...) adesso mio fratello avrebbe potuto dare qualche altra nobile risposta, magari una massima latina (...) invece s'era annoiato di star lì a fare il solenne; cacciò fuori la lingua e gridò: - Ma io dagli alberi piscio più lontano! - frase senza molto senso, ma che troncava netto la questione.

 

Imparò l'arte di potare gli alberi (...) l'amore per questo suo elemento arboreo seppe farlo diventare, com'è di tutti gli amori veri, anche spietato e doloroso, che ferisce e recide per far crescere e dar forma.

 

Cosimo non conosceva ancora l'amore, ogni esperienza, senza quella, che è? Che vale aver rischiato la vita, quando ancora della vita non conosci il sapore?

 

Così cominciò l'amore, il ragazzo felice e sbalordito, lei felice e non sorpresa affatto (alle ragazze nulla accade a caso).

 

- Perché mi fai soffrire?

- Perché ti amo.

Ora era lui ad arrabbiarsi: - No, non mi ami! Chi ama vuole la felicità, non il dolore.

- Chi ama vuole solo l'amore, anche a costo del dolore

- Mi fai soffrire apposta allora?

- Sì, per vedere se mi ami.

La filosofia del barone si rifiutava di andare oltre: - Il dolore è uno stato negativo dell'anima.

- L'amore è tutto.

- Il dolore va sempre combattuto.

- L'amore non si rifiuta a nulla.

- Certe cose non le ammetterò mai.

- Sì che le ammetti, perché mi ami e soffri.

 

In tutto questo rovello, non c'era più risentimento contro Viola, ma soltanto rimorso per averla perduta, per non aver saputo tenerla legata a sé, per averla ferita con un ingiusto e sciocco orgoglio. Perché, ora lo capiva (...) tutte le sue insoddisfazioni e bizze non erano che la smania insaziabile di far crescere il loro innamoramento non ammettendo che toccasse un culmine, e lui lui lui non aveva capito nulla di questo e l'aveva inasprita fino a perderla.

 

Ricordo quando s'ammalò (...) - Cosimo - principiai a dirgli - Hai 65 anni passati, come puoi continuare a star lì in cima? Ormai quello che volevi dire l'hai detto, abbiamo capito, è stata una gran forza d'animo la tua, ce l'hai fatta, ora puoi scendere. Anche per chi ha passato tutta la vita in mare c'è un'età in cui si sbarca - Macché. Fece di no con la mano.