ALANI
GLI SCITI
Gli Sciti
imposero nei territori controllati pesanti tributi e saccheggiarono le cittą.
La vendetta degli oppressi raggiunse gli Sciti allorché "Kaiksar e i Medi
invitarono gran parte dell'esercito scitico, lo fecero ubriacare e lo uccisero a
tradimento" (Erodoto) . Subita la sconfitta, gli Sciti tornarono alle loro
terre, termine con il quale probabilmente si intende fare riferimento sia alle
steppe del Caucaso settentrionale che alla Pontide.
Qui gli Sciti raggiunsero il massimo del potere politico. Alla fine del VII -
inizio del VI sec. a. C. nel regno degli Sciti fu inclusa (e non senza una forte
resistenza) anche la parte boschiva della valle del Dnepr, abitata da tribł di
agricoltori.
Nelle stesse regioni
costiere del Mar Nero e pressappoco nello stesso periodo appaiono a fianco degli
Sciti alcuni colonizzatori greci, per lo pił provenienti dall'Asia Minore.
Lungo la costa settentrionale del Mar Nero nacquero le colonie greche di Olbia,
Tyras, Panticapeo i cui abitanti hanno dato vita nel tempo ad una civiltą delle
caratteristiche uniche che ebbe numerosi contatti e intrecciarsi di tradizioni
con la popolazione scitiva.
Le vicende delle cittą antiche nella Pontide Settentrionale sono strettamente
legate alla storia della Scizia, nome che nella storiografia moderna ed antica
indica il territorio dal Danubio fino al Don: era il territorio controllato
militarmente dalle unioni tribali scitiche. Anche le terre della vasta pianura
del Danubio inferiore (molto adatte alla pastorizia) attiravano i nomadi.
Erodoto fa l'elenco delle tribł stabilitesi in quelle terre: Callipidi
oppure Ellenosciti, Alasoni, Sciti-aratori, Sciti-coltivatori, Sciti-nomadi e
Sciti reali. Questi
ultimi nomadizzavano, insieme ai loro greggi di equini e ovini, nelle steppe
dell'Ucraina attuale. Dal testo di Erodoto si evince il fatto che alcune tribł
in realtą avevano ricevuto dagli Sciti solo il nome, poiché
"coltivatori" e "nomadi" erano costretti dall¹autoritą
reale (scitica) a coesistere .
Il dominio degli Sciti sul territorio della Pontide Settentrionale é stato
abbastanza lungo. Nel 512 a. C. riuscirono a sconfiggere il re persiano Dario I
(522 - 486 a.C.) che attraversato il Bosforo e percorsa una parte della steppa
pontica, dovette tornare a battaglia persa.
I SARMATI
La potenza degli Sciti
delle steppe a nord e nord-est del Mar Nero iniziņ a tramontare nel III secolo
a. C. ma di loro si hanno notizie fino al III secolo d. C., quando persero,
sotto la pressione dei Goti, il controllo della steppa dei dintorni di Olbia.
Ma gią alla fine del II - inizio del I sec. a. C. in concomitanza con un
miglioramento del clima che rese a Nord del Mar Nero pił favorevoli le
condizioni di vita e le attivitą economiche, dall'Oriente erano arrivati nel
territorio controllato dagli Sciti le tribł dei Sarmati;
con loro inizia un nuovo periodo (sarmatico) nella storia della regione.
I Sarmati, come gli Sciti, fanno parte della famiglia etnica iranofona. Abitavano le steppe lungo il Volga, le regioni pedemontane degli Urali Meridionali e la steppa del Kazakhstan occidentale. Gli autori antichi hanno tramandato i nomi delle principali unioni tribali sarmatiche: Roxolani, Aorsi, Alani.
Secondo quanto racconta Erodoto discendevano dal matrimonio di giovani Sciti con
Amazzoni. Tant'é che presso queste genti le donne occupavano una posizione
particolare: montavano a cavallo, tiravano con l'arco, lanciavano giavellotti,
andavano a caccia assieme agli uomini e partecipavano ai combattimenti. Le
ragazze non si sposavano finché non avevano ucciso un nemico.
La migrazione delle tribł dall'Oriente verso Occidente si svolse in diverse
ondate. Nell'Asia Centrale, da dove provenivano, i Sarmati avevano affrontato
conflitti con Battriana, Partia, Sogdiana. All'inizio, lo spostamento dei
Sarmati nelle steppe a nord del Mar Nero fu un processo pacifico : i Roxolani
diventarono alleati degli Sciti.
Ma col tempo il conflitto fra questi ultimi e Sarmati diventņ insanabile.
Devastando gli insediamenti degli agricoltori, i Sarmati occuparono
completamente la steppa tra i fiumi Don e Dniepr, e poco dopo si impadronirono
dell'interfluvio tra il Dniepr e il Danubio. Verso la metą del II secolo a.C.
i Sarmati divennero la maggior potenza delle steppe della costa settentrionale
del Mar Nero.
Le importanti cittą-stato di Tyras e Olbia furono circondate dalle tribł
sarmatiche che probabilmente ne assunsero il protettorato. Comunque, in quel
periodo, i Sarmati hanno un importante ruolo politico-militare nella regione:
insieme alle tribł traciche dei Geto-daci si sono opposti all'espansione
romana, divenendo un elemento non trascurabile nella politica di Roma, oggetto
d'attenzione da parte di politici, letterati e militari romani. Nelle due guerre
daciche portate da Traiano all'inizio del II secolo d.C. i Sarmati si
schierarono dalla parte dei Daci.
Nel II sec. d. C. comunque il ruolo dominante nelle steppe nord-pontiche é nelle mani degli Alani, nome con il quale le fonti del tempo definiscono la grande famiglia delle tribł sarmatiche che ebbe probabilmente il sopravvento sulle altre famiglie della stessa stirpe. Il dominio sarmatico nelle regioni costiere settentrionali si concluse nel III sec. d. C., con l'invasione dei Goti. Poco dopo, nel 375, dall'Oriente giunsero gli Unni, che dopo aver fatto strage degli Alani accolsero i resti delle loro tribł nel loro esercito diretto verso Occidente inaugurando l' epoca delle grandi "migrazioni dei popoli".
A cavallo tra il V e il
VI secolo d. C., le fonti rilevano la comparsa di Unni-Akatziri e dei loro
vicini orientali, i Bulgari, mentre nella seconda metą del VI secolo, quelle
che sono oggi le steppe ucraine vennero attraversate dagli Avari che in breve si
stabilirono lungo il corso del Danubio. Secondo alcuni studiosi tra la seconda
metą del VI secolo e la prima metą del VII le regioni costiere settentrionali
del Mar Nero sono abitate per la maggior parte da Kutiguri.
Gli unici monumenti rimasti delle tribł di cui sopra sono sepolture sparse
lungo gli enormi spazi della steppa.
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