FRIGIA

I Frigi hanno fatto parte della migrazione dei popoli del mare e verso il 1100 a.C. si sono stabiliti nell’Anatolia centrale, fondando città come Gordion, la capitale (oggi nei pressi del villaggio agricolo di Yassihöyük, microscopica entità contadina), e Ankyra (Ankara). Sono stati individuati degli insediamenti frigi sopra i resti di Hattusas, antica capitale ittita

Di quella che fu una grande città resta solo il tumulo del re Mida, (una collina dall'aspetto innaturale: Midas Tümülüs, la tomba di Mida), il leggendario re, figlio di Gordio, che tramutava in oro tutto ciò che toccava. O almeno, si presume che l'incredibile sepoltura ritrovata intatta dopo innumerevoli secoli, sia proprio quella del ricchissimo re.

Esiste un collegamento tra la fine della civiltà ittita e l'avvento dei Popoli del Mare, in particolare dei Frigi: questi ultimi infatti rappresentano la coda della migrazione dei Popoli che hanno sottomesso quasi tutta l'area medio-orientale del Mediterraneo.

La Frigia perderà la propria indipendenza in seguito prima al dominio della Lidia e poi all’invasione persiana.

Mida ed i suoi Miti

ANKYRA

Nei pressi della stazione ferroviaria di Ankara, furono ritrovate le tracce di una necropoli frigia: il re frigio Mida aveva fondato in questo luogo la città di Ankyra, nel VII secolo. Molto tempo prima, nel I millennio a.C., qui vi era un insediamento ittita, Ankuwash. Dopo il regno di Frigia e quello di Lidia, i Persiani si impossessarono della città durante la campagna militare in Anatolia (346-45 a.C.). Conquistata dai Seleucidi e poi dai Galati, conobbe un periodo d'oro con l'annessione all'Impero di Roma nel 25 d.C. (tempio di Augusto, le terme): divenne Sebaste, capoluogo della provincia romana di Galatia. L'Ankara romana ha nel tempio di Augusto la sua testimonianza più importante. Si trova nel quartiere di Ulus e le sue mura perimetrali esterne sono piuttosto ben conservate, ma in parte ricostruite. Il tempio era stato eretto dai re di Pergamo in onore di Cibele, la dea della fertilità, in logica coabitazione con la divinità frigia della virilità, simboleggiata da un enorme fallo. In epoca romana, questo antico tempio fu restaurato e dedicato all'imperatore Cesare Augusto: vi si trovano le iscrizioni in greco e latino delle Res gestae Divi Augusti. Le terme romane, probabilmente della prima metà del III secolo d.C., si trovano in Cankiri caddesi, a non più di cinquecento metri dal tempio d'Augusto.

In epoca bizantina subì l'attacco dei Persiani, degli Abbasidi a guida della nuova potenza islamica, e infine cadde sotto i Selgiuchidi prendendo il nome di Engüriye. Quasi un secolo durò il dominio crociato, fino alla conquista ottomana. Da allora la città fu chiamata Angora e il suo nome fu celebre per la morbida lana delle capre che vivevano nei pascoli intorno alla città.

Il nodo di Gordio

Gordio, re dei Frigi e padre del leggendario re Mida, fu un re contadino che, prima di cingere la corona, non disdegnava attaccare al suo aratro una coppia di buoi e arare il suo campo. Così stava facendo un bel giorno quando uno stormo di corvi iniziò a svolazzargli intorno. La cosa lo inquietò e raccontò l'accaduto a un'indovina che vi lesse il suo destino di sovrano. Salito al trono, Gordio donò il famoso aratro al tempio più importante della città. Un nodo complicatissimo teneva legato il timone al giogo, tanto che nessuno riuscì mai a scioglierlo. Una profezia diceva che chi fosse riuscito nell'impresa rompicapo sarebbe diventato potentissimo, il conquistatore di tutta l'Anatolia. Nell'anno 333 a.C., un bel giorno in queste terre Alessandro il Macedone fu posto davanti al nodo da sbrogliare. Il giovane re provò; poi, spazientito, risolse la faccenda con un taglio netto della sua spada che tranciò in due il groviglio di cordame. Che avesse risolto il problema del nodo, sia pur distruggendolo, forse gli facilitò l'adempimento del vaticinio: infatti Alessandro diventò padrone, seppur per poco tempo, di gran parte dell'Asia.

 

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