Giardini Pensili

 

Tutti gli antichi testi dicevano che i giardini pensili di Babilonia erano il solo luogo della città in cui era stata usata la pietra. Erodoto, cui piacevano oltremodo i particolari pieni di fantasia, consacra un lungo paragrafo a questi, che i lirici annoveravano tra le sette meraviglie del mondo. Dopo uno studio minuzioso dei testi antichi e un attentissimo scavo, Robert Koldewey (un archeologo) arrivò fatalmente alla conclusione che le strutture a volta presso la Porta Ishtar erano davvero la base di sostegno dei famosi giardini pensili di Babilonia. 

La strada processionale, larga 22 metri, rivestita da mattonelle smaltate azzurre e ornate con 120 leoni di oltre due metri, con le fauci spalancate e dipinti di bianco, rosso e giallo, passava attraverso la celebre porta Ishtar, gigantesca opera fortificata, fiancheggiata da due torri avanzate, anche interamente rivestita da mattonelle smaltate azzurre decorate con immagini di animali sacri tori, draghi, disposti in alternate, che si calcola ammontassero a una trentina. 

Noteremo a questo proposito come l'arte neo-babilonese, rinunci alla decorazione figurata agli intenti storici e narrativi tipici della decorazione assira in cui i soggetti erano imperniati sulla figura del sovrano e sulla descrizione delle imprese: cambia qui il materiale, sostituendosi alla pietra il mattone smaltato o la pittura a colori verticali, e il soggetto, prevalentemente simbolico che assume una funzione decorativa mediante l'iterazione di uno stesso motivo o figura; la decorazione delle superfici maschera così, ricoprendole con colori smaglianti di uno stendardo, le strutture architettoniche.

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