Britannia

Nel 55 a.C. Cesare esplorò la Britannia per pochi giorni, attraversando la Manica in modo avventuroso. Entrò in contatto con le popolazioni locali e studiò il territorio, trovandolo ricco di stagno e di altri minerali. La cosa a Roma ebbe grande successo, al punto che, per festeggiare anche le vittorie galliche, gli furono attribuiti venti giorni di fasti. Nel 54 a.C. Cesare ritorna in Britannia in modo più stabile e sconfigge Cassivellauno che gli si era opposto, fondando un protettorato in tutta fretta, dovendo tornare subito in Gallia, per sedare le rivolte.

La Britannia appare subito più arretrata della Gallia: non esistono città, ma solo villaggi di capanne; è presente solo qualche oppida e la struttura sociale si basa sulla divisione tra aristocratici e popolani.

Fino al 40 d.C. i Romani non avvisteranno più le coste britanniche. Dopo la conquista di Cesare, i Britanni sviluppano un’intensa attività piratesca, al punto che Caligola teme uno sbarco sulle coste inglesi. Successivamente dal 43 al 47 d.C., il governatore Aulo Plauzio, per incarico dell’imperatore Claudio, occupa la parte meridionale dell’Inghilterra (Kent, valle del Tamigi e Colchester, capitale dei Trinovanti). Lo stesso Claudio venne a ricevere un giuramento di fedeltà dei re locali.

Successivamente, dal 47 al 52 d.C., fu la volta del governatore Ostorio Scapula che conquistò l’ovest, spingendosi nel Galles, e con l’aiuto della regina Cartimandua, sottomise i Briganti. La regina, invaghitasi del giovane Vellocato, si unì ai Romani per eliminare suo marito Venuzio. Questo episodio dimostra il valore delle donne presso le popolazioni celtiche: pronte a tutto per ottenere un risultato e di forte carisma, al punto da muovere tutta una popolazione.

I Briganti, alla fine, si rifiutarono di seguire la regina, si unirono a Venunzio e lottarono contro i Romani.

Nel 59 d.C. Claudio venne avvelenato e fu la volta di Nerone che concluse nel modo più amaro la dinastia julio-claudia. Nuovo governatore della Britannia, sede di continue rivolte, era Svetonio Paolino che (secondo Livio, per cui da verificare) nel 61 d.C. conquista l’isola sacra dei Druidi di Mona, l’odierna Anglesey, perdendo 70.000 uomini, e reprime nel sangue la rivolta degli Iceni guidati dalla regina Boudicca.

Di nuovo compare una donna nella storia inglese: stavolta esprime coraggio e risentimento popolare. La ferocia della repressione fece così effetto al senato romano che fu destituito il governatore e furono nominati al suo posto prima Petronio Turpiliano e poi Trebellio Massimo (62 – 69 d.C.), che con estremo successo "romanizzano" la Britannia, affievolendo il vigore dei Celti: Londinum (Londra) è sede di un grande foro, vengono costruite città e strade, i costumi romani vengono ripresi dalle diverse tribù locali.

Con l’avvento della dinastia dei Flavi a Roma, Vespasiano, riprende la conquista romana in Britannia. Tra il 71 e il 78 d.C. Petilio Ceriale e Frontino sottomettono Briganti e Siluri e conquistano definitivamente il Galles, luogo di estrema resistenza, e parte del nord dell’Inghilterra, fondando la città di Eburacum (odierna York).

Tra il 60 ed l’84 d.C. Giulio Agricola , marsigliese di nascita e dunque conoscitore dei Celti, ricevette diversi incarichi in Britannia, dapprima come funzionario, poi come legato ed infine come governatore (con una breve parentesi di governatorato in Aquitania). Vide passare davanti a se vari imperatori, mostrandosi sempre dalla parte del più forte al momento giusto: da Nerone a Galba, da Vespasiano a Domiziano che lo estromise. Era suocero di Tacito ed ebbe una forte propaganda.

Riconquista l’isola Mona, che in precedenza Livio aveva data per romana; guida sette spedizioni verso il nord, erigendo forti su tutta la linea del Forth-Clyde. La Caledonia era nel frattempo divenuta luogo di accoglienza per chi era antiromano ed era stato costretto alla fuga. Nelle battaglie impiegò molti Celti locali: combattevano britanni contro altri britanni (questo fu un risultato della romanizzazione attivata in precedenza). Presso il Monte Garupio, vicino Aberdeen, sconfisse Calgaco, re dei Pitti, compì una spedizione esplorativa sulle isole Orcadi, ma dovette fermare la sua avanzata, perché richiamato da Domiziano. Questi riteneva la Caledonia una terra aspra e desolata, che non offriva ricchezze, per cui troppo costosa da mantenere. Il successo di Giulio Agricola finisce con le spedizioni in Caledonia.

Nel 120 d.C. Adriano, adotta una politica attendista e fa erigere il famoso Vallo Adriano, lungo circa 100 km, composto da fortini e protetto da guarnigioni. L’imperatore lo etichettò con il termine "necessitas". Ora la Britannia si divideva in due provincie: Britannia Superiore, con capitale Cester nel Galles e Britannia Inferiore, con capitale Londra.

Intorno al 145 d.C., con l’ascesa al potere di Antonino Pio , i Romani avanzarono in Britannia, erigendo sopra Edimburgo, sulla linea Forth-Clyde, il Vallo Antonino.

Nel 208 d.C., con l’avvento della dinastia dei Severi a Roma, Settimio Severo in persona si recò a York, dove perse la vita, per sedare una rivolta britannica. La linea di confine arretrò di nuovo al Vallo Adriano. Dopo il 211 d.C. Caracalla tolse le guarnigioni romane dal Vallo e vi pose quelle locali: cominciò l’abbandono della Britannia. Fino al 360 d.C. ci furono diverse rivolte delle tribù locali e Carausio si proclama re di Britannia, fino a quando il cesare Costanzo Cloro riconquista l’isola per il suo augusto Massimino, collega di Diocleziano. Nel 367 d.C. Pitti, Scotti, Sassoni e Angli (due tribù germaniche) invasero la Britannia e alcuni Britanni si stanziarono in Cornovaglia e Galles, altri migrarono in Bretagna. Magno Massimo respinge l’attacco e si proclama imperatore, finendo ucciso ad Aquileia.

Nel 410 d.C. l’imperatore Onorio, prima della sua sconfitta e capitolazione ad opera dei Goti, comunica alla Britannia che non è più romana. Infine Costantino scelse la religione cristiana e la croce cristiana (XP- Christos Rho – in greco) prese il sopravvento su quella celtica.