CIRENI
Gli atleti di Cirene gareggiarono e vinsero nelle più antiche olimpiadi della storia dell'umanità. Racconti mitologici assicurano che dove sarebbe sorta Bengasi, si trovavano i giardini delle Esperidi, le giovani ninfe, figlie dell'Oceano e della Notte, che custodivano l'agrumeto dei pomi dorati, regalo per le nozze di Zeus ed Era.
La Cirenaica,
dopo il declino del predominio greco, legò i suoi destini all'Egitto dei
Tolomei prima di cadere sotto l'influenza di Roma. Le sue città, Berenice
(la futura Bengasi), Tocra,
Tolemaide, Apollonia,
costituirono, con Cirene,
una solida confederazione, la Pentapolis
cirenaica. I bizantini lasciarono tracce preziose del loro rapido passaggio:
basiliche isolate su alte scogliere o romiti solitari dove vennero murati
mosaici sorprendenti. Il paesaggio della Cirenaica è dolce o aspro allo stesso
tempo. Gradoni successivi si alzano da una costa rocciosa: il jebel
al-Akhdar, la Montagna
Verde, è una delle regioni più fertili della Libia, una terra quasi rigogliosa
anche se le sue brevi pianure sono interrotte da canyon impressionanti, da
dirupi improvvisi. Non è certo un caso che qui si rifugiarono gli uomini della
preistoria libica. Fra le asperità del jebel al-Akhdar i partigiani di Omar al
Mukthar resistettero per anni all'occupazione italiana.
BENGASI
Non sono rimaste che poche,
modeste tracce della città delle Esperidi. L'ultima guerra mondiale ha
distrutto Bengasi. E' rinata una città quasi avveniristica sulle sponde di una
grande laguna. E' sopravvissuto un bel lungomare dominato dall'antica cattedrale
italiana dalle cupole brunite. Bengasi, città mercantile, vive del suo porto.
TOCRA E TOLEMAIDE
Tocra fu l'estrema e vana
ridotta bizantina contro l'avanzata delle armate arabe nel 642. Solo poche
rovine, disseminate in una grande area archeologica, ricordano il passato
glorioso di questa città della Pentapolis cirenaica. Un bel fortino turco è
come ancorato sulle sponde del Mediterraneo. Tolemaide, invece è un centro
archeologico di grande fascino. Porto dell'antica Barce, Tolemaide è cresciuta
nella stretta piana fra il mare e il primo gradone del jebel al-Akhdar. Qui si
trova la più bella villa nobiliare della Cirenaica: il Palazzo delle Colonne.
Stupefacenti le grandi cisterne scavate sotto il ginnasio della città che
assicuravano a Tolemaide la riserva d'acqua necessaria agli abitanti di una città
che fu anche capitale della regione.
CIRENE
Basterebbe un verso del poeta Pindaro per descrivere Cirene: "orto dolcissimo, ti incorono di canti". Cirene, la colonia greca fondata nel 640 avanti Cristo, dal Re Batto, l'uomo che guidò gli esuli di Thera fin sulle coste libiche seguendo gli ordini dell'oracolo di Delfi, è come sospesa nel vuoto, fra mare e cielo, sul secondo gradone del jebel al-Akhdar.
Città sacra ad Apollo: il
mito assicura che il dio greco accompagnò, trasformato in un corvo bianco, la
gente di Batto fino ad una fonte da dove sgorgava acqua perenne. Qui fu fondata
la città, fu eretto un tempio ad Apollo e la sorgente fu dedicata alla ninfa
Cirene che, nei boschi di mirto che accerchiavano i primi insediamenti, intrecciò
una bella passione con lo stesso Apollo. A Cirene si sono incrociate, con
superba dolcezza, la cultura greca e romana. Il ginnasio, l'agorà il santuario
di Apollo, la rete dei teatri e dei templi sono straordinari: lo stesso
imperatore Adriano
volle guidare la ricostruzione della città dopo le devastazioni della rivolta
ebraica dei primi anni del II secolo dopo Cristo. Per otto secoli gli abitanti
di Cirene hanno sepolto i propri morti in una necropoli immensa scavata lungo le
pareti della montagna che digrada verso il mare.
Oggi questo vastissimo cimitero rupestre appare come una città unica al mondo
che ha cambiato la geografia di una intera montagna.
APOLLONIA
Per secoli Apollonia è
stata il porto di Cirene, presidio marinaro della città più importante della
regione. Qui fu costruito, digradante verso il mare, uno dei più bei teatri
dell'antichità ellenistica, restaurato in epoca romana. Agli inizi del I secolo
avanti Cristo venne fortificata con una possente cinta muraria. I bizantini vi
eressero tre splendide basiliche che oggi appaiono come foreste di colonne di
marmo sullo sfondo della perfetta scenografia del Mediterraneo.
LE BASILICHE
BIZANTINE
I sacerdoti bizantini
scelsero luoghi incantati per le loro chiese solitarie. La basilica di Ras
al-Hilal, il "Capo della mezza Luna", sorge su una terrazza naturale
aperta su un meraviglioso golfo roccioso. Vi furono trovati mosaici bellissimi
oggi conservati nel museo di Apollonia. Poco oltre altre due basiliche furono
costruite, nel VI secolo dopo Cristo, sugli scogli della Cirenaica: ad al-Athrun
biancheggiano i marmi sfolgoranti di due chiese cristiane spettacolari.
I DESERTI
Le grandi dune dell'Erg di
Ubari sono come un miraggio di fantascienza: segnano il confine settentrionale
del vallone del Fezzan, centro vitale della storia del deserto libico. Più a
sud la scarpata nera del messak Settafet e del messak Mellet nasconde la più
maestosa galleria rupestre dell'arte sahariana: gli artisti della preistoria,
sciamani, pittori-pastori-cacciatori, hanno impresso su tele di roccia i
paesaggi superbi di quella fertile savana che millenni di anni fa, era il
Sahara. Le grandi dune di sabbia rossastra riappaiono, straordinarie e sinuose,
ancora più a sud: l'Edeyen di Murzuq è quasi un mare di sabbia circolare,
immenso, invalicabile. E' un deserto che fa sognare. E, oltre l'ultima oasi,
oltre la mitica Ghat, si apre il labirinto di roccia dell'Akakus, la pinacoteca
di pietra creata dalle fantastiche pitture di un uomo che non voleva essere
dimenticato con la sua strabiliante civiltà preistorica.
Il sud della Libia è il deserto, è il Sahara vero, autentico, bellissimo,
indimenticabile.
Celebri pitture raffigurano le loro folli corse su carri tirati da quattro
potenti cavalli. Il Fezzan, la Phazania dei romani, era la terra dei Garamanti,
leggendario popolo del Sud Libico. Tacito disse di loro che erano
"indomiti", Erodoto ne parlò come di un "popolo bellicoso".
I Garamanti erano guerrieri, mercanti abili carovanieri. I Romani, per averne
ragione, dovettero organizzare audaci spedizioni militari per rendere sicure le
frontiere meridionali della loro colonia africana.
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