ABYDOS
In
una versione del mito, ad Abido fu sepolta una delle parti del corpo che il
fratello ed uccisore Seth aveva sezionato e disperso, la testa. La necropoli
tinita si stende a Umm el Qaab, nome che significa "la madre dei vasi"
per la quantità di cumuli di frammenti ceramici. Vi sono state rinvenute circa
trecentocinquanta tombe tra cui otto di re delle prime due dinastie. Alquanto più
a nord, a Beit Khallaf, cinque mastabe di mattoni. Vi si sono rinvenute impronte
nell'argilla dei nomi di Djoser e di un altro re della II dinastia. La
collinetta di Kom el Sultan segna il centro dell'antica città
sacra. Il tempio del dio locale, poi, a partire dalla XII dinastia, di Osiride,
costruito quasi completamente di mattoni, è andato completamente distrutto. Ma
i monumenti più importanti del luogo, fra i più importanti d'Egitto, sono il
tempio di Sethi I con il retrostante cenotafio o Osireion e il vicino tempio di
Ramses II.
I sette santuari che costituiscono alla singolare
caratteristica del tempio sono giustamente dedicati a Osiride, Iside e Horo, la
triade di Abido, alle tre grandi divinità dei tre maggiori centri politici o
religiosi del paese, Amon di Tebe, Ptah di Menfi, Ra-Harakhte di Eliopoli e
infine, il settimo, allo stesso Sethi I.
Preceduto da un pilone e
da due cortili, costruiti da Ramses II che completò l'edificio del padre
e che sono completamente rovinati, il tempio ha oggi come facciata il
portico di fondo del secondo cortile, quattro dei sette varchi del quale
sono stati chiusi, sempre da Ramses II, e decorati con rilievi del culto
reso al padre. |
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Il resto del tempio risulta in pianta
dall'affiancamento di sette templi uguali. Le due successive sale ipostile, la
prima con due, la seconda con tre file trasversali di dodici colonne,
determinanti, con le pareti laterali, sette passaggi, portano ai sette santuari
affiancati, che tutti, meno quello di Sethi, contenevano probabilmente le barche
del dio.
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I rilievi della seconda
sala ipostila ed i trentasei quadri dei santuari, questi ultimi con le
cerimonie che il re doveva celebrare, sono i meglio conservati del Regno
nuovo. |
Tempio
di Sethi I:
1,
pilone di ingresso; 2, primo cortile; 3, secondo cortile; 4, prima sala
ipostila;
5,
seconda sala ipostila; 6, sette santuari; 7, corridoio delle "tavole di
Abido";
8,
magazzini; 9, sala del re; 10, Osereion
La parete di fondo del santuario di Osiride, il terzo
da destra, da accesso alla parte terminale del tempio, dove vi sono due sale a
dieci e quattro colonne, due serie di tre santuarietti e un singolare ambiente a
due pilastri, privo di accesso. L'estremità sinistra della seconda ipostila
immette in un'ala laterale che da all'edificio la sua inusitata forma a L.
In
questa parte è da notare, in un corridoio con il soffitto decorato di stelle,
il rilievo in cui Sethi I offre incenso ai cartigli di settantasei faraoni fra
quelli che dall'origine regnarono sull'Egitto ("tavola di Abido").
L'area determinata dalla forma a L della costruzione templare, era occupata da
magazzini in mattoni intorno a una sala a colonne, probabilmente usata dai re
nelle sue visite alle feste di Abido.
Di notevole interesse, come rappresentazione
architettonica di una concezione cosmologico-religiosa, è il cenotafio di Sethi
I o Osireion, che sorge dietro ed in asse con il tempio delle stesso Sethi, ma a
cui sia accede da nord, per un corridoio ad angolo retto. "Gli ambienti
principali sono una sala che imita un'isola ed una altra con un soffitto
astronomico che assomiglia ad un sarcofago.
(Abydos
– Osireion)
I massicci architravi di granito coprivano soltanto una
parte della sala a isola, la cui parte centrale era a cielo aperto. Era intesa
come una ricreazione delle acque primeve - l'isola era circondata dall'acqua -
con in mezzo la collina primordiale sulla quale probabilmente si faceva
germogliare l'orzo a simboleggiare la risurrezione di Osiride" (J.Malek).
Il soffitto astronomico a profilo curvo, cui si allude
più sopra, con la dea Nut, il cammino del sole e il levarsi delle stelle, ha
fra gli altri testi le istruzioni per la costruzione di un orologio solare.
Ramses II, oltre a completare il tempio del padre,
costruì per sè un tempio funerario di cui si vedono i resti del secondo
pilone, con inciso il cosiddetto "poema di Pentaur" sulla battaglia di
Qadesh, il secondo cortile con pilastri osiriaci, due successive ipostile e un
santuario triplice in blocchi di alabastro.
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Le
decorazioni, visibili parzialmente per la mancanza della parte superiore
delle pareti, conservano vivaci tracce di colore. Tempio
funerario di Ramses II: 1,
primo cortile; 2, secondo pilone; 3,
secondo cortile; 4,5, sale ipostile; 6,
triplice santuario. |
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