Le  Oasi di  AL  FAYUM

 

Inoltre si potranno vedere:

il villaggio di EL  LAHUN  

la Città  di ERACLEOPOLIS

 

 

Le  Oasi di  AL  FAYUM

 

E' un'oasi che si estende a fianco della valle del Nilo, a ovest di essa e a circa un centinaio di chilometri a sudovest del Cairo. Essa è alimentata da un canale, il Bahr Yusuf, proveniente dal Nilo. In età molto antica, quando le piene del fiume erano più abbondanti, il Bahr Yusuf e il Fayum seguivano, in linea di massima, il regime del Nilo.

Ciò causava l'inconveniente che l'oasi, per il continuo apporto di masse d'acqua che poi non trovavano vie d'uscita, tendeva a configurarsi come una zona palustre, dalla vegetazione lussureggiante, regno dei coccodrilli. I primi a ridurre il Fayum in condizioni di abitabilità furono i faraoni della XII dinastia. Un secondo momento, dopo gli Amenemhat e i Sesostri della XII dinastia, in cui il Fayum fu importante è l'epoca tolemaica. Tolomeo II Filadelfo compì grandi lavori di irrigazione nella zona che si veniva inaridendo e vi insediò , in situazione privilegiata, veterani e greci del Delta, che introdussero la coltura della vite. La regione è ricca di riferimenti storici dei due periodi citati ma i siti più importanti sono cinque: 

Hauara, 

Medinet el Fayum, 

Biyahmu, 

Medinet Madi

Kasr Karun.

 

Hauara

 

Si trovano in questo sito la piramide di Amenemhat III ed il labirinto. La prima ha perso il rivestimento - Amenemhat aveva anche un'altra piramide a Dahshur - e del secondo che ne è il tempio funerario non restano che frammenti di colonne di granito. Vi sarebbero stati dodici cortili coperti, con tremila ambienti su due piani.

Le strade che conducono a queste aule sono certi viottoli lunghi ed in gran numero congiunti tra loro da stradicelle tortuose, così che senza guida a nessun forestiero sarebbe possibile condursi a qualcuna di quelle sale o ad uscirne ... il tetto di ciascuna delle stanze è un monolito e anche i viottoli nella loro larghezza sono coperti da pietre di un pezzo solo di straordinaria grandezza" sì che salendo sul tetto si "vede una pianura formata da tale grandi pietre" (Strabone).

(Piramide di Amenemhat III)

Da una necropoli presso la piramide provengono esempi di quella classe di monumenti della pittura greca e romana, noti con il nome di "ritratti del Fayum" e visibili al Cairo ed in altri musei.

Si tratta di tavolette di legno o tele, dipinte con le sembianze del morto, a encausto o a tempera, che sostituivano nella mummia la maschera plastica.

 

Medinet el Fayum

 

E' il luogo dell'antica Shedet, sede del culto del dio coccodrillo Sobek, per questo chiamata dai greci Crocodilopoli, prima che i tolomei la rinominassero Arsinoe. Vi sono pochi resti del tempio di Sobek e del bacino del coccodrillo sacro.

 

Biyahmu

 

"Nel mezzo del lago (di Meride) si alzano due piramidi che dall'acqua emergono cinquanta orge, sia l'una che l'altra e altrettanto misura la parte che è stata costruita sotto il livello dell'acqua; sopra ciascuna delle due piramidi c'è un'enorme statua seduta in trono" (Erodoto). Petrie scoprì presso il villaggio di el Biyahmu il luogo delle due colossali statue di Amenemhat III seduto. Vi sono ancora le rovine dei piedistalli di forma parallelepipeda. Con questa i due giganti dovevano superare i diciotto metri d'altezza e si suppone che sorgessero in un cortile presso la sommità di una diga.

 

Medinet Madi

 

I greci chiamavano il luogo Narmouthis. Dedicato significativamente a Sobek il coccodrillo, dio locale, e a Renenuter dea delle messi e dei granai a celebrazione della bonifica, ampliato da costruzioni tolemaiche, è importante il tempio costruito da Amenemhat III e proseguito al figlio Amenemhat IV essendo uno dei rarissimi esempi di architettura religiosa del Regno medio. Un portico di due colonne papiriformi, con una sistemazione analoga a quella del tempio greco in antis, precedeva il santuario con tre nicchie. Il tutto ha dimensioni modeste, circa metri 10 per 11.

 

Kasr Karun

 

All'estremità occidentale del lago Karun è l'antica Dionysias. Nel campo di rovine è stato restaurato un tempio di epoca tarda. Superato il cortile si arriva al santuario, diviso in tre cappelle, per un corridoio fiancheggiato da quattordici sale; varie camere esistono anche al piano superiore.

 

EL  LAHUN

 

In egiziano si chiamava Rohenty, che significa "la bocca del coccodrillo" ed è sulla riva destra del Bahr Yusuf, il canale derivato dal Nilo che finisce nella depressione del Fayum. Vi dovevano essere, ma nulla rimane, le chiuse "con cui gli architetti regolano l'entrata e l'uscita dell'acqua" del lago Meride che "per la grandezza e profondità è capace di contenere il soverchio delle acque dello straripamento del Nilo, sicchè non si diffondano per le abitazioni e sui campi coltivati; poi quando il fiume rientra nel suo letto manda fuori per due bocche l'acqua di cui è gonfio mantenendo così un'utile irrigazione" (Strabone).

Vi si trova la piramide di Sesostri II (XII dinastia) che, intorno ad uno sperone di roccia , era costruita con il metodo tipico del Regno medio, dei setti radiali di pietra, riempimento di mattoni crudi e rivestimento di lastre di calcare.

 

ERACLEOPOLIS

 

In quello che si chiama primo periodo intermedio della storia egiziana, mentre la sovranità unitaria del Regno antico svaniva dalle mani dei re menfiti della VII e VIII dinastia, pretese per sè la legittima successione il monarca di Eracleopoli che, a detta di Manetone, si comportò più ferocemente dei suoi predecessori. Gli succedettero altri diciassette sovrani (IX e X dinastia), che ressero il Medio Egitto, sinchè il paese non fu riunificato dal principe tebano Mentuhotep I (XI dinastia) che apre il Regno medio.

Il sito di Eracleopoli è sulla riva destra del Bahr Yusuf, vicino al villaggio di Ihnasya el Medina e vi si trovano resti del tempio di Herishef (o nella trascrizone greca Harsaphes), dio locale a testa di ariete, identificato con Eracle in epoca classica. Strabone riferisce che gli eracleopolitani veneravano l'icneumone, la mangusta africana, fatale alle uova del coccodrillo, cui erano devoti i vicini abitanti del nomo arsinuita (il Fayum).

 

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