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Al termine del glorioso regno di Menthotpe I niente lasciava prevedere che la
potenza della sua famiglia si avviasse alla fine. Eppure, così era. Il Canone
di Torino concede a Sankhkara Menthotpe II dodici anni di regno, ma fa di
lui l'ultimo re della XI dinastia cosa non del tutto esatta. Anche negli elenchi
di Abido e Saqqara Sankhkara è considerato l'immediato predecessore di Shetepibra
Ammenemes I, fondatore della XII dinastia e iniziatore del periodo a noi
noto come Medio Regno.
Certe iscrizioni su blocchi di pietra isolati in varie città dell'Alto
Egitto dimostrano che Sankhkara fu un alacre costruttore di templi e cappelle.
Una lunga iscrizione incisa sulle rocce di Wadi Hammamat durante il suo ottavo
anno di regno riferisce come il suo intendente Henu vi fosse stato inviato a
dirigere le cave di pietra per le statue da collocare negli edifici sacri.
Henu dice di esser partito da Copto con tremila soldati bene armati dopo che
un corpo di polizia aveva liberato la strada dai ribelli. Sulla via del Mar
Rosso egli fece scavare molti pozzi. Nell'iscrizione si parla anche di una
flotta mandata a Punt a fare 'ricetta di mirra' e fu proprio al ritorno che
vennero eseguiti i lavori alla cava di pietra. E' piuttosto problematico
stabilire dove fu sepolto Sankhkara.
Di fianco a Deir el-Bahri verso sud sorge l'ampia ed elevata collina
di Sheikh Abd el-Qurna, e a sud di questa c'è una valletta più o meno
simile a quella scelta da Menthotpe I per la propria tomba, anche se molto meno
pittoresca, dove si possono vedere le vestigia di un 'ampia strada sopraelevata
e l'inizio di un cunicolo in pendio. Secondo Winlock questo cunicolo fu
affrettatamente ampliato per formare una camera sepolcrale e poi murato. A
probabile comunque che Sankhkara sia stato sepolto in quei paraggi perché, alti
sulle rupi che dominano le due valli, sono rimasti i graffiti dei sacerdoti
addetti al culto funebre dei due Menthotpe.
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