KARNAK
Si chiamava Ipetisur, "il luogo
eletto"; era il santuario più importante spiritualmente - ed
economicamente il più potente - a partire dagli inizi del Regno nuovo. Il
tempio di Karnak, si trova a poco più di 2 km dal centro di Luxor.
Se
il tempio di Luxor fu opera di tre faraoni, quello di Karnak rappresenta il
frutto di più di 2000 anni di lavori e di ampliamenti. La sua costruzione iniziò
sotto i sovrani della XII dinastia, ma gli ampliamenti apportati dai faraoni
delle dinastie successive (praticamente da tutti i faraoni del Nuovo Impero, da
quelli della dinastia Bubastita, Taharaqa, alle ultime dinastie indigene e
infine dai Tolomei), lo rendono una specie di "campionario" degli
stili dell'arte egizia.
Trattandosi
del maggiore centro di culto di Amon, era molto importante, per un faraone, sia
dal punto di vista politico, sia religioso, apportare aggiunte al complesso del
tempio. Il risultato è questa enorme struttura, piena di ripetizioni e, in un
certo senso, di confusione architettonica, ma assolutamente unica: il monu-
mento che forse più di ogni altro dà l'idea della grandiosità
dell'architettura egizia.
Dal
primo sguardo si capisce immediatamente che si tratta di qualcosa di speciale e
si resta sorpresi dalla complessità delle strutture.
(Pianta
prospettica del complesso di Karnak)
E' stato notato che a Karnak si è costruito per quasi
duemila anni, ed è certamente vero; peraltro il più di quel che si vede è
sostanzialmente compreso tra il regno di Thutmosi I e quello di Ramses II, circa
tre secoli.
L'area di Karnak comprende i recinti
templari di: Amon, della sua sposa Mut e di Montu, il
dio falco di Ermonti, da cui provenivano i principi tebani della XI dinastia.
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Recinto
di Amon: 1,
primo pilone del grande tempio di Amon; 2,
tempio di Sethi II; 3, grande cortile; 4,
tempio di Ramses III; 5, sala ipostila; 6,
santuario; 7, "sala delle feste"; 8,
lago sacro; 9, Propilei del Sud; 10,
tempio del giubileo di Amenhotep II; 11,
tempio di Khonsu; 12, tempio di Opet; 13,
viale delle sfingi; Recinto
di Mut: 14,
tempio di Mut; 15,
lago sacro; 16, tempio di Amenhotep III; 17,
tempio di Ramses III; Recinto
di Montu: 18,
tempio di Montu. |
Il recinto trapezoidale, delimitato da una muraglia di
mattoni, del tempio di Amon, di oltre quattrocento metri per circa seicento, è
di gran lunga il più grande; al suo interno il tempio segue un asse che solo
approssimativamente può essere detto da ovest ad est (in realtà quasi da
nordovest a sudest). Dal lato meridionale del recinto, ossia a destra entrando,
si staccava la via di sfingi che portava a sud al tempio di Luxor, l'"harem
meridionale di Amon".
(Karnak:
lago sacro)
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Nel recinto di Amon,
oltre all'asse principale ovest-est, vi è anche un asse secondario
ortogonale al primo, che supera la cinta circa a metà del lato
meridionale e prosegue in un viale di sfingi fino al recinto di Mut, in
asse con tempio di questa dea. |
Il recinto di Mut è a meno di quattrocento metri dalla
cinta di Amon ed è un trapezio di circa 250 x 400 metri. Il recinto di Montu,
infine, che è il più piccolo, è un quadrato di circa centocinquanta metri,
immediatamente a nord del recinto di Amon, e il tempio di questo dio è oriento
da nord a sud.
Le barche processionali arrivavano al recinto di Amon
per un canale derivato dal Nilo e accostavano ad una banchina segnata da due
piccoli obelischi di granito di Sethi I. Un viale, con a ciascun lato
venti sfingi criocefale - a testa di ariete, animale di Amon - conduce alle
maestose rovine del primo pilone, costruito dai faraoni della XXX dinastia o di
primi tolomei e rimasto incompiuto. Il primo pilone segna il limite occidentale
sia del recinto, sia del tempio, di cui ha qui inizio l'asse principale. Tra il
primo ed il secondo pilone, un'ottantina di metri più avanti, si stende il
grande cortile fiancheggiato da due portici.
Sulla sinistra vi è il tempio a tre cappelle parallele
di Sethi II, destinato a deposito delle barche sacre della triade tebana Amon,
Mut e Khonsu (dio lunare integrato nella teologia locale come figlio delle
altre due divinità della triade). Questo tempio, al momento della sua
costruzione si trovava fuori dal tempio di Amon ed è stato poi racchiuso nel
cortile, come è avvenuto anche parzialmente del tempio di Ramses III, che si
trova sulla destra.
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Quest'ultimo ha un
impianto tradizionale: pilone preceduto da due colossi del re, cortile con
pilastri osiriaci, ipostila, santuario con le tre cappelle delle barche
sacre. |
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Grande
tempio di Amon: 1,
primo pilone; 2, cortile; 3, tempio di Sethi II; 4,
tempio di Ramses III; 5,
chiosco di Taharqa; 6, secondo pilone; 7,
sala ipostila; 8, terzo pilone; 9,
corte di Amenhotep III; 10, quarto pilone; 11,
quinto pilone; 12, vestibolo di Thutmosi III; 13,
sesto pilone; 14, santuario; 15,
"sala delle feste" di Thutmosi III. |
La parte centrale del cortile del tempio di Amon è
occupata dai resti del portico o chiosco di Taharqa (XXV dinastia) che
conduceva alla porta del secondo pilone (Horemheb, XVIII dinastia), preceduta da
due statue colossali di granito rosa - di cui una in piedi - di Ramses II. Tra
il secondo ed il terzo pilone, uno spazio di un centinaio di metri di larghezza
e profondo la metà, costituisce uno dei luoghi più emozionanti e celebri
dell'architettura egiziana: è la grande sala ipostila, con le sue 134
enormi colonne. Le due file centrale, ciascuna di sei, più alte delle altre di
un terzo, costituivano il portico di accesso al tempio e sono opera di Amenhotep
III, analoga al portico dello stesso faraone a Luxor; i Ramessidi riempirono poi
tutto lo spazio, delimitato dai piloni, con altre quattordici file di colonne.
(Karnak:
sala ipostila) |
La faccia esterna dei due
muri laterali porta l'illustrazione delle campagne militari di Sethi I e
di Ramses II con la battaglia di Qadesh. Il terzo pilone fu fatto
alzare da Amenhotep III, a breve distanza dal quarto pilone di Thutmosi
I, che costituiva la facciata del tempio del primo periodo della XVIII
dinastia. |
Ne risulta un cortile (corte di Amenhotep III)
largo e poco profondo, in cui vi erano quattro obelischi, due alzati da Thutmosi
I e due da Thutmosi III; uno di questi ultimi è l'unico ancora in piedi
(sulla destra di questo cortile iniziava l'asse nord-sud).
(obelisco
di Hatshepsut)
(obelisco di Thutmosis I)
Anche lo spazio tra il quarto ed il quinto pilone,
entrambi di Thutmosi I, è alquanto ristretto. E' la parte più antica di quanto
si vede oggi, ed era una sorta di vestibolo con quattordici colonne papiriformi,
in origine dorate, sistemate da Thutmosi III e con due obelischi, di cui uno in
piedi, di Hatshepsut.
A partire dal quinto pilone, dietro il quale vi è il
sesto, l'ultimo ed il più piccolo (di Thutmosi III), l'area del tempio è un
rettangolo, nel quale sono disegnate tre cinte, una esterna all'altra e la più
grande di Thutmosi III. E' un campo di rovine in cui al visitatore riesce
difficile ricostruire le vicende della costruzione.
Sono comunque da notare, dopo il sesto pilone, due
pilastri di granito di Thutmosi III, decorati con le piante simboliche,
il loto ed il papiro, dell'alto e del basso Egitto, il tardo santuario in
granito delle barche sacre di Filippo Arrideo ed infine il sito del santuario
originario del Regno medio: era questo il centro focale del tempio. La parte
terminale del tempio di Amon, sul suo asse da ovest ad est, è compresa tra i
muri al fondo della seconda e della terza cinta racchiudenti il santuario. Qui,
subito dietro il luogo più sacro al dio, Thutmosi III eresse quella che
comunemente si chiama "sala delle feste", e che è un monumento
che commemora il giubileo regale, ossia quella cerimonia che era originariamente
la riconsacrazione periodica del re.
Il complesso è orientato da sud a nord, quindi
ortogonalmente rispetto all'asse principale del tempio di Amon, e vi si entrava
da un passaggio meridionale nella seconda cinta del santuario. L'elemento
principale è una grande sala a colonne che si estende da sud a nord adiacente e
all'esterno della seconda cinta del santuario, ma più significativi sono i vari
ambienti che la completano a oriente: santuari dedicati, partendo da sud, agli
antenati del re, ad Amon e al culto solare. Una delle stanze di quest'ultimo
gruppo è detta "dell'orto botanico", perchè è decorata con piante
esotiche conosciute nelle campagne militari in Asia.
Dalla corte di Amenhotep III, fra il terzo ed il
quarto pilone, si sviluppa, fino al muro meridionale del recinto, l'asse sacro
nord-sud. Vi si trovano successivamente quattro piloni (Propilei del sud), opera
di Thutmosi III (settimo pilone), di Thutmosi II e Hatshepsut (ottavo
pilone), di Horemheb (nono e decimo pilone, quest'ultimo facente parte della
cinta meridionale).
(Tempio
di Ramses III) |
In un angolo del cortile delimitato dal settimo
pilone, vi era il nascondiglio in cui si ritrovarono le statue in pietra
(quasi 800) ed in bronzo (circa diciassettemila), man mano sostituite
nella lunga vita del tempio. Sul lato orientale del cortile delimitato dal
nono e decimo pilone vi sono i resti di un tempio del giubileo di
Amenhotep II. L'asse dei Propilei del sud divide la parte meridionale del
recinto di Amon in due spazi. |
In quello occidentale vi è il tempio di Khonsu,
costruito da Ramses III, e un tempio tolemaico di Opet, dea ippopotamo tebana,
in epoca tarda considerata madre di Osiride, cui avrebbe dato vita in questo
tempio. In quello orientale vi è il lago sacro, in cui oggi si specchiano
suggestivamente le rovine del tempio di Amon, e sulla cui riva si alza un
gigantesco scarabeo di granito, opera di Amenhotep III. Nella parte del recinto
di Amon a settentrione del tempio sono depositati tutti i blocchi di pietra
rinvenuti negli scavi. Nella stessa zona vi è la cappella dedicata da Sesostri
I e destinata a servire da luogo di riposo della barca sacra di Amon nel corso
delle processioni.
Ne furono rinvenute le pietre nel riempimento del terzo
pilone e la loro ricomposizione ha consentito di restituirci un raro esempio
dell'architettura del Regno medio. E' un'edicola sita su un podio e formata da
quattro file di di quattro pilastri quadrati, che determinano tre aperture per
lato. Vi si accede per due rampe, sul lato anteriore e su quello posteriore.
All'interno del recinto di Amon vi sono ancora una ventina di cappelle di varie
epoche e, adiacente al muro settentrionale, un tempio di Ptah, ricostruito su un
precedente tempio del Regno medio da Thutmosi III e ripristinato in epoca
tolemaica.
I Propilei del sud del recinto di Amon sono proseguiti,
fuori del recinto stesso, da un viale di sfingi che conduce al recinto di Mut.
Costruito da Amenhotep III, restaurato da Ramses III e ancora ridecorato in
epoca tolemaica, il tempio di Mut è circondato da un lago sacro a forma di
ferro di cavallo. Nello stesso recinto vi sono anche i resti, molto rovinati, di
un tempio di Amenhotep III dedicato ad Amon-Ra e di un altro tempio di Ramses
III.
Anche il tempio di Montu, molto rovinato, è opera di
Amenhotep III.
Montu è il dio guerriero adorato a Luxor. Questo
tempio verrà ristrutturato in epoca romana, con l’imperatore Settimio Severo.
Vi è addossato anche un tempio di Maat di cui è curioso ricordare che fu a
sede di un processo, alla fine della XX dinastia contro i saccheggiatori di una
tomba della Valle delle Regine.
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