LUQSOR
La cittadina è la base turistica per la visita
dell'antica Tebe. Nel tempio, che era "l'harem meridionale di Amon",
la sede del dio essendo il santuario di Karnak, sotto Diocleziano i romani
installarono un accampamento militare; il nome arabo del luogo, El Uqsor,
è il plurale di qasr, castello, derivante a sua volta dal latino castrum; esso
ricorda quindi questa circostanza.
(Tempio
di Amon)
La gloria di Luxor, e uno dei luoghi più affascinanti
di tutto l'Egitto, è il tempio di Amon, opera di Amenhotep III e
probabilmente edificato dal suo "scriba delle reclute" e architetto
Amenhotep figlio di Hapu. Amenophis III, ne iniziò la costruzione, lo dedicò
al dio Sole Amon-Ra, alla sua sposa Mut e al loro figlio, la divinità lunare
Khonsu. La struttura originaria del tempio comprendeva il santuario attuale,
preceduto dalla sala ipostila; il cortile con i portici insieme al colonnato
furono aggiunti posteriormente dal medesimo sovrano. Alla morte di Amenophis III,
il figlio abbandonò il progetto del tempio e la stessa capitale per costruire
la sua città di Akhetaton e il monumento non fu completato che dal nipote
Tutankamon che, ritornato a Tebe e alla religione dei suoi avi, volle dare prova
della sua fede aggiungendo un secondo cortile e un altro colonnato. Durante la
XIX dinastia, Ramses II lo abbellì con il grande pilone frontale davanti al
quale in origine si trovavano alcune colossali statue di Ramses e due obelischi.
Si
arrivava al complesso, che sta sulla riva del Nilo, per un viale di sfingi
criocefale (a testa di ariete) proveniente da Karnak. Oggi le sfingi a testa
umana che si incontrano allineate prima del pilone sono quelle di Nekhtnebef (Nectanebo
I)(XXX dinastia). Il pilone e tutto il cortile retrostante sono opera di Ramses
II, che anche qui volle lasciare il suo segno.
Egli fece precedere al pilone due obelischi - uno solo
è in sito, l'altro è quello di piazza della Concordia a Parigi - due sue
statue colossali, ai lati della porta, nelle quali è raffigurato seduto in
trono con accanto la regina Nefertari, e altre quattro statue in piedi di cui
solo una, mutila, rimane.
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Tempio
di Amon: 1,
pilone di Ramses II; 2,
cortile di Ramses II; 3,
moschea di Abu el Haggag; 4,
cappella delle barche di Thutmosi III; 5,
pilone di Amenhotep III; 6,
galleria di Amenhotep III; 7,
grande cortile di Amenhotep III; 8,
prima sala ipostila; 9,
seconda sala ipostila; 10,
cappella della barca sacra di Amon; 11, sala ipostila; 12,
santuario. |
Essendo opera di Ramses II non sorprende trovare nei
rilievi del pilone il racconto della sua campagna contro gli Ittiti e i loro
alleati e della battaglia cruciale di Qadesh, accompagnato dal testo
geroglifico del cosidetto "poema di Pentaur" che di quello scontro
narra le vicende, esaltando il valore personale del re.
(visione
laterale del Tempio di Amon)
Il cortile è cinto all'interno da un doppio colonnato
ai quattro lati, ma sulla sinistra è occupato parzialmente e sovrastato dalla
moschea di Abu el Haggag, il cui bianco minareto caratterizza, insieme alla
"foresta di colonne" antiche, la classica veduta del sito.
(Corte
e Tempio di Ramses II)
E' opera di Thutmosi III ed è per rispettarla
che il cortile di Ramses è stato disegnato sbieco rispetto al tempio
retrostante. Fra i rilievi sulle pareti del cortile è da notare, nell'angolo
destro in fondo, quello il cui la processione dell'inaugurazione si dirige verso
il pilone di Ramses II, che vi è disegnato con i due obelischi, le sei statue e
le quattro antenne portastendardo. Negli intercolumni di buona parte del portico
del cortile vi sono undici statue stanti di Ramses II, che pose anche altre due
sue state di granito nero ai lati della porta di fondo. Per tale porta che
attraversa il pilone di Amenhotep III, si entra nella parte del tempio quale è
stata concepita da questo re.
Qui la prima struttura architettonica che si incontra
è inusuale: due file di sette grandi colonne, con capitello a campana
rovesciata, formavano una galleria di accesso. Sulle pareti che delimitano i
lati vi è il ciclo di rilievi fatti eseguire da Tutankhamon - e quindi ancora
permeati da gusto artistico amarniano - ma poi usurpati da Horemheb. Vi sono
descritti i preparativi e lo svolgimento della processione della barca sacra del
dio, portata a spalla dai sacerdoti durante la grande festa annuale del dio.
Si passa quindi nel grande cortile: le colonne
fascicolate, con capitello chiuso, in due file su tre lati ed in quattro file
sul lato di fondo a formare una sorta di atrio, molte ancora collegate dai
possenti architravi, emergono libere e suggestive per la caduta dei muri
perimetrali: è la "foresta di colonne". La parte posteriore del
tempio, secondo l'articolazione di Amenhotep III, vedeva sull'asse centrale,
completato da ambienti laterali, la successione di due sale ipostile, una
trasversale e una quadrata, e la cappella della barca sacra di Amon.
Dietro il muro di fondo di quest'ultima vi è un'altra
sala ipostila e infine il santuario contenente una statua colossale del dio. E'
singolare il fatto che questi due ultimi ambienti non si potevano raggiungere
con un percorso rettilineo, ma soltanto passando per le stanze alla destra della
cappella della barca sacra. Non è facile spiegare le motivazioni, probabilmente
liturgiche, di questa situazione architettonica. Successivamente, con tutta
probabilità in età tolemaica, fu aperta la porta fra la cappella della barca e
la successiva ipostila e nella cappella stessa costruito un naos con ingresso
sia nella parete anteriore sia in quella posteriore, naos in cui è
rappresentato Alessandro in cospetto della triade tebana.
Particolare interessante del tempio di Luqsor è ancora
una delle stanze laterali della parte posteriore, in cui è raffigurato il
concepimento divino di Amenhotep III da parte di Amon e della madre Mutemuia, la
gestazione e la nascita. Questo ciclo allegorico ripete quello di Hatshepsut nel
suo tempio a Deir el Bahri e ha lo stesso significato ideologico.
Località sita a 3.5 km a sud di Luxor, famosa per il
suo santuario di Iside, divenuto caro ai Romani in seguito.
(Tempio
di Iside)
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