MEDIO REGNO
(2050 – 1786 a. C.) All'indomani del lungo periodo di
sconvolgimenti che termina intorno al 2000 a.C., l'unità del potere in Egitto
viene restaurata grazie ai nomarchi di Tebe.
Cominciata dai governatori sin dai tempi in cui a nord
c'era ancora la monarchia, questa restaurazione non fu opera di un solo faraone,
ma di tutta l'XI dinastia, contemporanea della X (eracleopolitana), che
era succeduta alla IX, sempre di Eracleopoli, instaurata da Kheti I.
Mentre i sovrani si occupano soprattutto della zona del delta e riescono a
cacciare i beduini, i governanti tebani rivolgono la loro attenzione alla Nubia.
Cosi, grazie a queste due azioni parallele a nord e a
sud, si gettano le basi per l'unità dell'Egitto, che verrà portata a termine
dall'XI dinastia. L'impresa principale dell'XI dinastia fu l'unificazione del
paese, ma la sua azione non finì lì. Venne limitata l'autonomia provinciale
che si era sviluppata nel Primo periodo intermedio e fu restaurata l'autorità
centrale mentre, all'esterno, ricominciavano le campagne contro la Nubia, dove
gli egiziani penetrarono fino alla seconda cataratta e migliorarono la strada
dell'Wadi Hammamat, che collegava l'Egitto al Mar Rosso e serviva da punto di
partenza per le spedizioni in Sinai e nei paesi del Punt.
Questa strada passava per il deserto arabico, dove i re
dell'XI dinastia intrapresero campagne militari contro i nomadi che
attraversavano il paese e controllavano i luoghi di approvvigionamento
dell'acqua. Non si sa come avvenne il passaggio dall'XI alla XII dinastia, ma il
fatto che, durante il regno degli ultimi faraoni dell'XI si trovi un visir di
nome Amenemhat, lo stesso nome del fondatore della nuova dinastia, fa
pensare che ci sia stata un'usurpazione del potere.
La XII dinastia, che sale al trono intorno al 2000, è
stata una delle più gloriose dell'antico Egitto. Sotto la sua amministrazione,
non soltanto il paese mantenne la stabilità interna, ma si espanse anche
all'esterno come non aveva mai fatto neanche ai tempi dei grandi faraoni della
IV dinastia. Anche se questa dinastia è di origine tebana, la capitale viene
posta nella zona di Menfi, da dove è più facile governare il paese.
Amenemhat I (il fondatore della dinastia) si
occupò soprattutto, sembra, dell'amministrazione. Per prendere il potere
dovette probabilmente fare affidamento sulla nobiltà provinciale, che ebbe il
vantaggio di una certa autonomia dal potere centrale. Forse si occupò della
protezione della frontiera orientale dell'Egitto, ma questo sarà piuttosto un
interesse dei suoi successori, in Nubia giunse fino a Korosko. Fu una
cospirazione a mettere fine al suo regno, ma suo figlio, che in quel momento si
trovava in Libia, riuscì a tornare in tempo per prendere il potere.
Sesostri I proseguì in Nubia la politica di suo
padre, giunse fino alla terza cataratta e prese possesso delle miniere d'oro di
questa regione. Per raggiungere queste miniere dovette partire da Wadi Halfa e,
per assicurare la sicurezza dell'impresa, fece costruire una fortezza a Buhen.
Per evitare il ripetersi degli eventi sanguinosi che avevano funestato la fine
del regno di suo padre, Sesostri associò al trono, lui vivente, il figlio
maggiore, e così fecero i suoi successori. Non abbiamo informazioni circa i
regni di Amenemhat II e Sesostri II.
Sappiamo invece che Sesostri III fu uno dei
grandi faraoni dell'Egitto. Il ricordo delle sue gesta, abbellito dal tempo
trascorso, è alla base di molte delle leggende raccolte dagli storici greci.
Grande conquistatore, giunse fino in Palestina, mentre, in Nubia, riprese
l'opera di Amenemhat I e Sesostri I riuscendo con quattro campagne a riprendere
il controllo della situazione: per difendere le sue conquiste, fece costruire
diverse fortezze.
Amenemhat III, approfittando della tranquillità
assicurata dalle campagne militari paterne, si occupò soprattutto dello
sviluppo agricolo ed economico dell'Egitto. La XII dinastia termina con i regni
senza gloria di un re e di una regina, Amenemhat IV e Sebeknofru,
di cui non sappiamo altro se non che la decadenza della dinastia, durante il
loro regno, fu repentina. Il rapido riassunto delle gesta di questi faraoni non
rende onore alla potenza della XII dinastia, all'interno come all'esterno, e
alla prosperità che ne derivò per l'Egitto. Se Amenemhat I aveva dovuto
allentare i legami della nobiltà, sotto Sesostri III la monarchia ha di nuovo
un potere assoluto, tanto che la carica di nomarca è abolita.
Una volta restaurata la propria potenza, i faraoni si
occuparono della valorizzazione del suolo, e soprattutto del Fayum, dove
crearono un'oasi ai cui confini edificarono le loro residenze. Furono grandi
costruttori, e si devono a loro le fortezze che protessero i confini meridionali
e orientali del paese; il palazzo di Amenemhat III a Hawara diede origine alla
leggenda greca del labirinto.
Per quanto riguarda i rapporti con gli altri paesi, i
legami con la Siria e Biblo sembrano amichevoli e ci si può domandare, con una
certa ragionevolezza, se la Fenicia, sotto la XII dinastia, non fosse
amministrata da un governatore egiziano. Continuarono le spedizioni nel Sinai
per reperire le materie prime, e ci furono anche delle spedizioni commerciali
verso i paesi del Punt. A sud l'Egitto estese il suo territorio fino ad arrivare
a Semna (70 km a sud di Wadi Halfa), dove un'ampia zona fortificata difendeva
l'ingresso al paese dalle turbolente tribù sudanesi, e da dove potevano partire
le spedizioni commerciali dirette nel cuore del Sudan, contatti testimoniati dai
livelli archeologici più antichi delle costruzioni di Kerma, a sud della terza
cataratta.
I rapporti con Creta, che si ritenevano certi già da
quest'epoca, sono ancora poco conosciuti perché si possano tenere in conto; si
potrebbe pensare che la Fenicia abbia fatto da intermediaria.
(2050 -1991 a. C.) Con
Menthotpe I si può considerare concluso il I periodo intermedio. Al
termine del glorioso regno di Menthotpe I niente lasciava prevedere che la
potenza della sua famiglia si avviasse alla fine. Eppure, così era. Il Canone
di Torino concede a Sankhkara Menthotpe II dodici anni di regno, ma fa dì lui
l'ultimo re della XI dinastia cosa non del tutto esatta. Anche negli elenchi di
Abido e Saqqara Sankhkara è considerato l'immediato predecessore di Shetepibra
Ammenemes I, fondatore della XII dinastia e iniziatore del periodo a noi
noto come Medio Regno.
Secondo i frammenti del papiro di Torino a Sankhkara
seguono sette anni privi di sovrani. E' probabile che sul trono fosse salito un
terzo Menthotpe in seguito non considerato faraone legittimo. Questi, Nebtowera
Menthotpe III, ci è noto, oltre che dal frammento di una coppa di pietra
trovata a Lisht, solo attraverso iscrizioni scoperte in due cave dove inviò
delle spedizioni. Tre graffiti del suo primo anno di regno e uno del secondo
ricordano che un funzionario andò alla ricerca di ametiste nello Wadi el-Hudi,
una trentina di chilometri a sud-est di Assuan.
Elenco dei re della XI dinastia
Prenome Horo |
Prenome |
Nome |
Anni
di regno |
|
|
[Inyotef] |
=== |
Sehertowe |
|
Inyotef
I |
=== |
Wahankh |
|
Inyotef
II |
49
anni |
Nakhtnebtepnufe |
|
Inyotef
III |
8
(o 18 ?) anni |
Sankhibtowe |
|
|
|
Nebhedje |
Nebhepetra |
Menthotpe
I |
51 |
Samtowe |
|
|
|
Sankhtowe |
Sankhkara |
Menthotpe
II |
12 |
Nebtowe |
Nebtowera |
Menthotpe
III |
|
(1991-1786 a. C.) La XII dinastia (1991-1786 a. C.)
consta, come vedremo, di molti re il cui nome proprio era Amenemhes (Amenemhat)
o Senwosre (Sesostri) per lo più alternativamente. Sembra
accertato che Amenemhe, visir durante la XI dinastia, non fosse altri che il
futuro Ammenemes I, fondatore della XII Dinastia.
C'è da supporre che a un dato momento egli congiurasse
contro il suo regale signore e, forse dopo alcuni anni di disordini, salisse al
trono al suo posto. Amenemhe significa "Amon è di fronte" e
quest'allusione al dio Amon solleva un problema la cui soluzione è tuttora
oscura. Fino a quel momento, la divinità principale del nomo tebano era stata
il dio guerriero Mont dalla testa di falco, ma con l'avvento della nuova
dinastia l'antropocefalo dio Amon prevalse rapidamente sul primo. Egli non tardò
a essere identificato con il dio sole Ra e finì per diventare la suprema
divinità nazionale sotto il nome di "Amon-Ra, re degli dei ".
Secondo una plausibile teoria Amon era stato importato
da Ermopoli, ma già da tempo s'identificava con il dio itifallico Min, divinità
della natura adorata nel vicino nomo di Copto. Da qualche debole indizio pare
che Amon fosse già noto a Tebe prima della metà della XI dinastia, cosicché
non si può escludere la possibilità che il re che unì il proprio nome a
quello del dio fosse di origine tebana. Certo è, ad ogni modo, che tanto lui
quanto il figlio Senwosre I continuarono a tenere in gran conto Tebe
erigendovi i propri monumenti, sebbene saggiamente adottassero come capitale una
località più centrale fra il delta e l'Alto Egitto.
Per le generazioni successive It-Towe ("La
Dominatrice dei Due Paesi"), nome egizio della nuova capitale, rimase la
residenza reale per eccellenza e non semplicemente quella della XII dinastia,
anche se la sua importanza come città declinò dopo la fine del Medio Regno.
Nessun dubbio sulla grandezza di Shetepibra Amenemhe (Ammenemes
I), perché senza di lui i suoi discendenti non avrebbero potuto conservare
il trono per due interi secoli. I numerosi monumenti e i lunghi anni di regno
dei singoli sovrani sono segni sicuri della prosperità e della stabilità
politica del paese. Abbondano i templi locali eretti o ampliati dai re della XII
dinastia, sebbene di regola non ne siano rimasti che blocchi isolati, il resto
essendo andato distrutto o rimosso per far luogo a costruzioni di epoca
posteriore. Numerosissime sono le stele private, in particolare quelle trovate
ad Abido, centro di pellegrinaggi perché ritenuto il luogo dove era sepolto il
dio Osiride.
La maggiore impresa del fondatore della dinastia fu la
riorganizzazione completa del paese. Evidentemente si era stabilito un
equilibrio fra il potere del sovrano e l'orgoglio dei principi, e in questo
periodo l'Egitto fu più che mai uno stato feudale. Tuttavia non mancano prove
delle minuziose precauzioni che il faraone era costretto a prendere per
mantenere la propria autorità. Nel ventesimo anno di regno si associò al
governo il figlio maggiore Senwosre I ed entrambi regnarono insieme per
altri dieci anni. Questa prassi fu seguita da tutti i sovrani della dinastia.
Questo però dava luogo a un imbarazzante problema.
In materia di religione la logica non aveva un gran
peso, e l'identificazione e lo sdoppiamento delle divinità aggiungeva un
mistico fascino alla teologia.
Per difendersi dalle incursioni degli Asiatici nel delta, durante la XII
dinastia, vennero costruite le "Mura del Sovrano". Si ignora dove si
trovassero esattamente queste mura, ma il fatto di esser state citate più volte
nei racconti dell'epoca basta a sottolineare il pericolo che ancora si temeva da
quella parte. Per il momento tuttavia i rapporti erano generalmente amichevoli.
L'impressione generale che se ne ricava è che la Palestina fosse allora
occupata da piccole tribù o comunità governate da principi locali. Molto più
a nord vi sono notevoli indizi di una penetrazione egizia durante il Medio
Regno, e sono presumibili vere e proprie campagne militari per spiegare il gran
numero di oggetti della XII dinastia trovati in Palestina.
Due re di Biblo ricevettero doni preziosi da Ammenemes
III e Ammenemes IV rispettivamente, e viceversa a Tod fu scoperto un ricco
tesoro composto di oggetti d'oro, d'argento e lapislazzuli di evidente fattura
mesopotamica o egea, recanti i cartigli di Ammenemes II, probabili doni dei
sovrani di Biblo.
Dal Medio Regno in poi la Nubia fu per eccellenza il
paese produttore dell'oro. Ma non era questo l'unico prodotto di cui si andava
alla ricerca in quei paraggi: molte altre merci pregiate provenivano dal Sudan e
in gran parte erano acquistate per mezzo di scambi con gli indigeni,
specialmente i Medjayu che abitavano oltre il confine alla seconda cateratta. E
chiaro comunque che un'invasione dal Sud costituiva una perenne minaccia e che,
sebbene le spedizioni nella Bassa Nubia e nelle vicine regioni fossero ormai
frequenti, rimanevano sempre una specie di avventura e non esisteva quasi una
vera e propria colonizzazione. Un papiro enumera ben tredici fortezze fra
Elefantina e Semna all'estremità meridionale della seconda cateratta. Le
esigenze degli architetti, scultori e orefici richiedevano un sempre più
intenso sfruttamento dei deserti e dei territori attorno all'Egitto e, dovunque
le rocce lo permettessero, venivano lasciate iscrizioni a ricordo degli inviati
del re. Il "basalto" dello Wadi Hammamat, l'alabastro di Hatnub e la
diorite della regione a nord-ovest di Abu Simbel erano sfruttati come sempre,
mentre lo Wadi el-Hudi continuava a fornire le ametiste.
Senwosre I aveva rivolto particolari cure alla fertilissima provincia del Fayum,
collocando a Ebgig un misterioso monumento, alto circa quindici metri che è
sempre stato descritto come un obelisco, ma che probabilmente reggeva una statua
del re.
Durante la XII dinastia al sistema d'irrigazione
vengono apportate notevoli migliorie, è certo che da allora i dintorni del
famoso lago di Meride, nel Faiyum, divennero un ameno luogo di villeggiatura per
i faraoni che qui si dedicavano ai loro svaghi preferiti, la pesca e
l'uccellagione.
Si è notato che dopo il regno di Senwosre III non si trovano più le grandi
tombe dei nomarchi che si trovavano all'inizio della dinastia, probabilmente
questo monarca era riuscito, se non a sopprimere, per lo meno a trasformare
radicalmente la struttura feudale dello stato. In ogni caso è difficile passare
sotto silenzio il grande aumento del potere regale.
La dinastia si estingue con Sebeknofru, che Manetone, probabilmente a ragione,
dice sorella dell'ultimo degli Ammenemes. E' assai verosimile l'ipotesi di un
dissidio familiare dal quale Sebeknofru uscì vittoriosa. Per la seconda volta
nella storia egizia una donna sarebbe dunque riuscita a divenire "sovrana
dell'Alto e del Basso Egitto", ma una situazione così fuor della norma
racchiudeva il seme di una catastrofe.
Dopo Sebeknofru, come dopo Nitocris (VI dinastia), seguì
una serie di sovrani i cui regni, per quanto ci è dato sapere, non superano i
tre anni ciascuno. Qualunque ne sia stata la causa il glorioso Medio Regno finì
per cadere in sfacelo.
Elenco dei re della XII dinastia
Nelle liste di Abido e Saqqara e nel Canone di Torino,
"n°" è la posizione del nome all'interno dell'elenco.
Manetone |
Lista
di Abido |
Lista
di Saqqara |
Canone
di Torino |
|||||
Nome |
anni |
Nome |
n° |
Nome |
n° |
Nome |
n° |
anni |
Ammenemes |
16 |
Shetepibra |
59 |
Shetepibra |
39 |
Shetepibra |
5.20 |
[2]9 |
Sesonchosis |
46 |
Kheperkara |
60 |
Kheperkara |
40 |
Kheperkara |
5.21 |
45 |
Ammanemes |
38 |
Nubkaura |
61 |
Nubkaura |
41 |
Nubkaura |
[5.22] |
30 |
Sesostris |
48 |
Khakheperra |
62 |
Khakheperra |
42 |
Khakheperra |
[5.23] |
19 |
|
|
Khakaura |
63 |
Khakaura |
43 |
Khakaura |
[5.24] |
30 |
Lachares |
8 |
Nemara |
64 |
Nemara |
44 |
Nemara |
[5.25] |
40 |
Ameres |
8 |
|
|
|
|
|
|
|
Ammenemes |
8 |
Makherura |
65 |
Makherura |
45 |
Makherura |
6.1 |
9a
3m 7g |
Scemiophris |
4 |
|
|
Sebekkara |
46 |
Sebeknofrura |
6.2 |
3a10m24g |
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